Un film di Andrea Adriatico
Prodotto da Cinemare con Pavarotti International 23 srl
con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema
con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission
CAST ARTISTICO e TECNICO
con Lorenzo Balducci e Tobia De Angelis
e con la partecipazione di Jonathan Bazzi, Angela Bubba, Viola Di Grado, Paolo Di Paolo, Claudia Durastanti, Alessio Forgione, Alcide Pierantozzi
REGIA: Andrea Adriatico
SOGGETTO E SCENEGGIATIURA: Grazia Verasani, Stefano Casi, Andrea Adriatico
FOTOGRAFIA: Ali Beidoun
SUONO: Lorenzo Fedi
MUSICHE: Massimo Zamboni
MONTAGGIO E SONORIZZAZIONE: Roberto Passuti
SCENE E AMBIENTI: Giovanni Santecchia
VISUAL: Filippo Partesotti
UNA PRODUZIONE: Cinemare, con Pavarotti International 23 srl
CON IL SOSTEGNO DI: Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema
Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission
Vendite mondiali LA BOBINA APERTA
SCHEDA TECNICA
Anno di produzione: 2022; Genere: Documentario; Nazionalità: Italiana; Durata: 98’; Formato: 16:9 Full Hd; Audio: Stereo; Lingua originale: Italiano
SINOSSI
Il film racconta Pier Vittorio Tondelli, attraverso ciò che rimane: le sue parole e i suoi libri, riletti da sette scrittori di oggi, nati proprio negli anni 80 che Tondelli ha attraversato e descritto. Sette inviti alla lettura raccolti in un anomalo “road doc movie” da parte di due “intervist-attori”, Lorenzo Balducci e Tobia De Angelis, che incarnano le parole e i corpi dei romanzi e degli scritti di Tondelli. Il viaggio, tema centrale della vita e dell’opera di Tondelli, cantore prediletto di un’intera “lost generation” postmoderna, accompagna la riscoperta di titoli che mostrano tutta la loro attualità.
Sulle orme di Tondelli e della sua “solitudine”, i due protagonisti incontrano le voci della nuova letteratura italiana, in altrettanti luoghi tondelliani. E così Viola Di Grado, durante la processione del Corpus Domini a L’Aquila, racconta Altri libertini, l’opera prima del 1980 che proprio nel capoluogo abruzzese fu sequestrata per oscenità e lanciò Tondelli all’attenzione del pubblico e della critica. Alcide Pierantozzi ci immerge, viaggiando tra Roma e Orvieto, nelle atmosfere del romanzo Pao Pao, che Tondelli ambienta nelle due città per raccontare il suo servizio militare. Sulle spiagge di Rimini Alessio Forgione racconta il libro di maggior successo, Rimini, mentre a Porta Sempione, a Milano (città dove ha vissuto e lavorato negli ultimi anni), Paolo Di Paolo svela i dettagli dell’unico testo teatrale di Tondelli, Dinner party. A Correggio, nel paese in cui lo scrittore è nato il 14 settembre 1955, Angela Bubba legge e commenta Biglietti agli amici in piazza Tondelli e di fronte al liceo frequentato dal giovane autore, mentre Claudia Durastanti narra l’avventura editoriale della raccolta di articoli Un weekend postmoderno tra Firenze e Bologna (le città delle passioni artistiche e degli studi), con un’inevitabile tappa di fronte alla casa di Andrea Pazienza. A chiudere il viaggio, a Berlino, città emblematica del rapporto dell’autore con l’Europa, è Jonathan Bazzi, a cui è affidato il compito di svelare Camere separate, l’ultimo doloroso romanzo sulla malattia e la morte, uscito nel 1989, a chiusura di un decennio vissuto pericolosamente.
NOTE DI REGIA
Tondelli si è fatto carta assorbente del suo tempo in presa diretta, ha abbracciato la cultura della notte e l’interdisciplinarietà tra le varie forme artistiche, cinema, musica, teatro, moda, fumetto etc, tutti elementi che hanno caratterizzato il suo linguaggio ma che hanno anche fortemente condizionato quello dei narratori nati dopo di lui.
La sua solitudine è anche quella del viaggiatore: Tondelli era un viaggiatore instancabile, amava celebrare la provincia e mitizzare l’Europa e l’America come terre di libertà e piacere. Viaggiare però non era solo conoscere altre città, altre lingue, andare a Berlino o Tunisi sulle orme di autori e artisti amati; spesso bastava una discoteca di Rimini o Riccione per osservare la gente. E così lo immaginiamo: capace di isolarsi nel rumore più assordante, prendendo mentalmente i suoi appunti e intrecciando ineludibilmente vita e scrittura. (Andrea Adriatico)
BIOGRAFIA DEL REGISTA
Andrea Adriatico (L’Aquila, 1966) è regista teatrale e cinematografico, giornalista, architetto e docente alla sezione cinema dell’Accademia di Belle Arti di Lecce. Da anni lavora nel teatro, qualificandosi tra i registi teatrali più singolari della generazione degli anni ’90; nel 1993 ha fondato a Bologna il Centro Internazionale Teatri di Vita. Nel 2020 ha ricevuto il “Basilicata Movie Award” per il suo impegno per i diritti civili, e nel 2023 la “Targa Volponi” per il suo essere “punto di riferimento nella cinematografia e nel teatro che insiste nel raccontare crisi e persone, per l’attenzione alla qualità registica ed attoriale, per la profondità dei contenuti”.
Tra il 2000 e il 2002 crea tre cortometraggi: Anarchie (2002), L’auto del silenzio (2002) e Pugni e su di me si chiude un cielo (2002, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia). Nel 2004 firma il suo primo lungometraggio Il vento, di sera (Festival del Cinema di Berlino – sezione Orizzonti), successivamente ospite di oltre venti festival internazionali in tutto il mondo e vincitore del “Roseto Opera Prima Film Festival”. Il suo secondo film All’amore assente (London International Film Festival, 2007) vince il “Premio Speciale della Giuria” al Festival Annecy Cinéma Italien, mentre il terzo film Gli anni amari, biopic su una delle figure più singolari del movimento LGBT italiano, Mario Mieli, è presentato nel 2019 nella serata di pre-apertura della Festa del Cinema di Roma. Inoltre ha firmato due documentari: nel 2010, co-diretto con Giulio Maria Corbelli, +o- il sesso confuso. racconti di mondi nell’era aids (“Premio Internazionale Emilio Lopez” a Pescara e “Miglior film documentario” al Mix di Milano), e nel 2015 Torri, checche e tortellini, presentato al Torino Gay&Lesbian Film Festival.
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