La città si scopre due volte capitale
Mercoledì 4 ottobre inaugurazione in Loggia con Etienne e Beverly Wenger-Trayner, ideatori delle comunità di pratica. Cinque giorni di lecture internazionali, talk, laboratori per famiglie, spettacoli, mostre nell’ambito di “Bergamo Brescia capitale italiana della cultura 2023”
Cinque giornate, 51 eventi, 26 talk e convegni, 15 laboratori, 6 spettacoli e 4 mostre, con molti appuntamenti sold out. Sono i numeri della prima edizione del Festival internazionale dell’educazione, dedicata alle “Comunità educative”, in programma a Brescia dal 4 all’8 ottobre, per iniziativa di Università Cattolica del Sacro Cuore, Fondazione Brescia Musei, Fondazione Asm, Editrice La Scuola, Editrice Morcelliana, InnexHub, Fondazione Aib, con il sostegno di Fondazione Cariplo, Feralpi Group e Cassa Padana, in media partnership con Rai News24, Rai Cultura, Rai Radio1, Avvenire e Giornale di Brescia, e sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo.
A partire da mercoledì 4 ottobre, Giornata internazionale del dono, la città offrirà lecture internazionali, talk, laboratori per bambini e genitori, spettacoli, mostre, approfondimenti tematici per insegnanti e educatori, incontri di formazione per gli studenti delle scuole secondarie, attività rivolte al mondo dell’impresa e alla formazione degli adulti, iniziative per gli studenti universitari. Un ricco palinsesto di eventi (vedi programma sul sito festivaleducazionebrescia.it), che rientrano nell’anno di Bergamo-Brescia capitale italiana della cultura 2023 e permettono alla città di presentarsi anche come “capitale dell’educazione”.
L’inaugurazione del festival, alle ore 19 nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, è affidata alla lectio dei coniugi Etienne e Beverly Wenger-Trayner, leader mondiali nel campo dell’apprendimento sociale e ideatori delle comunità di pratica, introdotti dai saluti della sindaca di Brescia Laura Castelletti, del rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli e del direttore scientifico del Festival e preside della facoltà di Scienze della formazione dello stesso Ateneo Domenico Simeone.
Giovedì 5 ottobre alle 19.30, nell’aula magna dell’Università Cattolica di via Trieste, l’intervento di Roger-François Gauthier, consulente del ministero dell’Istruzione francese, uno dei più grandi esperti internazionali di comparazione dei sistemi educativi e scolastici.
Charles Hadji, ricercatore francese, specialista di fama mondiale per la valutazione in ambito scolastico e non solo, venerdì 6 ottobre alle 19.30, sempre in Cattolica, dialogherà con Roberto Ricci, presidente dell’Invalsi.
Sul pensiero e l’opera di don Lorenzo Milani, nel centenario dalla nascita, si soffermeranno le iniziative della Giornata mondiale dell’insegnante (5 ottobre), con gli interventi di Eraldo Affinati, giornalista e scrittore, Francesco Tonucci, ideatori della città dei bambini, e di José Corzo Toral, fondatore in Spagna di una scuola ispirata al metodo del Priore.
Il modello pedagogico elaborato nel cuore del Mugello ispira anche lo spettacolo teatrale “Le ragazze di Barbiana” (giovedì 5 ottobre), un’originale rilettura al femminile di quell’incredibile esperienza educativa, raccontata attraverso le testimonianze di donne che negli anni ’50 e ’60 hanno avuto la fortuna di frequentarla. Chiuderà il Festival, domenica 8 ottobre, un’altra pièce teatrale dedicata a Rosa e Carolina Agazzi, le grandi educatrici bresciane attive nella prima metà del ’900, esponenti di quella lunga tradizione che consente a Brescia di definirsi una “città dell’educazione”.
L’idea del Festival – e della prima edizione dedicata alle “comunità educative” – è nata nel pieno dell’emergenza Covid, quando la pandemia segnò profondamente Bergamo e Brescia, città laboriose e solidali, costrette all’improvviso a fare i conti con il limite e la precarietà, che hanno eroso i legami sociali e i rapporti tra le generazioni. Città ferite, ma non rassegnate, capaci di rialzarsi investendo anche sulla candidatura congiunta a Capitale italiana della cultura, attorno al tema: “La città illuminata”.
Tra le luci che rischiarano questa ripartenza c’è la scommessa stessa del Festival. «È l’educazione che, con il suo potere trasformativo, porta con sé la capacità di rigenerare il tessuto connettivo della comunità» afferma il direttore scientifico Domenico Simeone, preside della facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica. «Si tratta di uno straordinario strumento di cambiamento, ma anche di un’opportunità per consolidare le relazioni e costruire quella fitta trama di rapporti che creano comunità che educano». Secondo il pedagogista, l’educazione «è il dono più prezioso che gli adulti possono offrire ai giovani che stanno crescendo». Per questo è urgente «allacciare un patto tra le generazioni», e «trovare adulti che sappiano assumersi le proprie responsabilità educative, per permettere ai ragazzi di vedere realizzati i propri desideri e i propri sogni».
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