Un artista tra Venezia e Treviso
Il 29 aprile del 1972 moriva a Treviso Juti (Luigi) Ravenna, artista eccellente e attento critico d’arte. A oltre cinquant’anni della sua scomparsa, i Musei Civici di Treviso gli dedicano una retrospettiva al Museo Bailo, la cui pinacoteca conserva un suo importante nucleo di opere.
La mostra, curata da Eugenio Manzato ed Eleonora Drago, presenta, attraverso un percorso cronologico, le varie fasi dell’attività e della vita dell’artista, con oltre 100 opere pittoriche, disegni, bozzetti e acquerelli, ma anche con documenti e foto d’epoca e oggetti a lui appartenuti, tutti provenienti da collezioni private per lo più locali e ovviamente con la rinnovata esposizione al pubblico delle opere dell’artista già di proprietà civica.
Il percorso di mostra, ripercorrendo i momenti e i luoghi della vita e dell’attività di Juti Ravenna, è articolato in dieci sezioni, e presenta dipinti, acquerelli e disegni, ma anche una ricca e preziosa selezione di documenti, scritti e fotografie dell’epoca.
Si avvale della partecipazione di generosi prestiti da collezionisti privati e discendenti, amici e conoscenti di Ravenna, con pezzi per lo più poco noti e talvolta inediti, oltre ovviamente alle opere già di proprietà dei Musei Civici di Treviso giunte in collezione nel corso dei decenni.
Da Annone Veneto a Venezia. La vita di Juti Ravenna
L’esposizione parte dal luogo di nascita in cui ha ricevuto la prima formazione, iniziata fin dall’adolescenza con la frequenza della Scuola di Arti e Mestieri di Motta di Livenza, dove ha avuto tra i suoi insegnanti Antonio Beni, architetto e pittore, e dove compie i primi esperimenti nella pittura ritraendo i familiari e la casa natale.
Oltre alle prime prove pittoriche e a disegno – tra le novità di questa mostra – si passa quindi alle sue residenze veneziane: lo studio a Ca’ Pesaro tra il ’23 e il ’28, quello a Palazzo Carminati dal ’28 al ’47; sono di questo periodo, cruciale nella vita e nell’attività dell’artista, opere fondamentali come Il discepolo e l’Autoritratto con la stufa, nonché nature morte e vedute di Venezia e di Burano, composizioni strutturate e dal solido disegno con le quali Ravenna si avvicina al novecentismo.
I rapporti con Treviso iniziano ben prima del 1947, quando vi si trasferisce, e ve n’è testimonianza in alcuni acquarelli del 1942 giunti al Museo col lascito Luccini; personaggi e vedute trevigiane costituiscono, insieme alle “boutique” e a qualche paesaggio ligure, l’ultima parte della mostra, che termina con una ricostruzione dello studio d’artista, ambiente che ha sempre segnato le sue fasi biografiche, grazie anche all’esposizione di suoi strumenti di lavoro.
In mostra anche disegni e oggetti personali dell’artista
Attraverso un viaggio che inizia dalle primissime prove eseguite dal giovane Juti prima del trasferimento a Venezia, vengono evidenziate le diverse e molteplici fasi artistiche e biografiche dell’autore, scandite da incontri e stimoli intellettuali, culturali e sociali, testimoniati dai ritratti a penna e pennello; ma sempre mantenendo viva un’attenzione vera e profonda alla propria interiorità, che in mostra emerge dai preziosi autoritratti, posti a marcare le fasi di una personale idea di arte e vita unica e irripetibile.
«La retrospettiva dedicata a Juti Ravenna rappresenta un’altra importante e preziosa occasione di valorizzazione del nostro patrimonio artistico», afferma il sindaco Mario Conte. «Grazie a prestiti privati e alla collezione dei nostri Musei, ci sarà infatti la possibilità di ammirare le opere del pittore che proprio a Treviso, complici le meraviglie paesaggistiche che contraddistinguono la nostra Città e il suo territorio, visse un periodo di particolare vivacità artistica».
II Catalogo: Juti Ravenna un artista tra Venezia e Treviso
La mostra sarà accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo che raccoglierà, oltre all’elenco delle opere esposte con relative foto, una serie di contributi che mirano ad approfondire aspetti meno noti alla letteratura sulla figura di Juti Ravenna, come gli esordi giovanili, i primi anni veneziani e il lungo periodo di attività a Treviso (Eugenio Manzato ed Eleonora Drago).
Inoltre, saranno presenti alcuni saggi con focus tematici: la produzione a tema sacro (Paolo Barbisan), rapporti quotidiani e privati con amici e intellettuali come Giovanni Comisso (Mario Sutor) e altri artisti (Daniela Chinaglia).
MUSEO LUIGI BAILO
Borgo Cavour, 24 Treviso
prenotazioni e visite guidate: prenotazioni@museitreviso.it
T 0422 658951
www.museitreviso.it
www.museicivicitreviso
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