15 Novembre 2024

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Cinema: “The Buriti Flower” di João Salaviza e Renée Nader Messora, racconto della lotta per la libertà del popolo indigeno brasiliano, è il miglior documentario del 64° Festival dei Popoli

Vista Mare” di Julia Gutweniger e Florian Kofler, che svela i mestieri poco conosciuti dietro le quinte delle vacanze estive lungo la costa adriatica, vince il Concorso Italiano

“The Buriti Flower” di João Salaviza e Renée Nader Messora, racconto della lotta per la libertà del popolo indigeno brasiliano, è il miglior documentario del 64° Festival dei Popoli

I premi per il miglior mediometraggio a “Stand Out My Sunlight” di Messaline Raverdy e miglior corto a “Ever since, I have been flying” di Aylin Gökmen

Firenze – È “The Buriti Flower” di João Salaviza e Renée Nader Messora (Portogallo, Brasile, 2023), un racconto del popolo indigeno brasiliano dei Krahô nella foresta amazzonica, continuamente minacciato dal mondo occidentale globalizzato, ma sempre guidato da amore per la natura e lotta per la libertà e per la propria sopravvivenza, ad aggiudicarsi il Premio Miglior lungometraggio del Concorso Internazionale al 64° Festival dei Popoli la cui cerimonia di premiazione si tiene l’11 novembre, alle 20.30 al cinema La Compagnia di Firenze.

Il premio (8.000 euro) è stato assegnato dalla giuria internazionale composto dalla regista Nataša Urban (Serbia), dalla produttrice Alice Lemaire (Belgio) e dal curatore e distributore Johannes Klein (Germania), con la seguente motivazione: “ Fin dalla prima scena, questo film ci ha incantati. Ci siamo immersi nella comunità Krahô, amando, soffrendo, sognando con loro, e la loro perdita e la loro lotta sono diventate le nostre. Tutta la bellezza e l’orrore del mondo sono magistralmente racchiusi in questo film. Non solo politicamente rilevante oggi, è un film senza tempo che ci mostra l’eterna ripetizione della violenza e della predazione ”.

“L’edizione che si è appena conclusa ci ha dato grande soddisfazione – ha detto Alessandro Stellino, direttore artistico del Festival dei Popoli – non solo per la risposta del pubblico nei confronti della programmazione, con particolare attenzione ai focus tematici e ai nostri ospiti speciali , ma anche per l’intensa partecipazione a tutte le attività legate al mercato e alla produzione del documentario. Il rinnovato spazio dedicato all’industria del festival, Doc at Work, ha visto la presenza di tanti referenti provenienti dai principali festival internazionali e di molti professionisti del settore italiani, a valorizzare ulteriormente la proposta dei progetti in lavorazione. Il Festival dei Popoli intende infatti confermare nel tempo la propria natura di laboratorio di cinema del futuro e va sottolineato in questo senso anche l’intenso lavoro volto al coinvolgimento delle giovani generazioni con tutte le attività e le proiezioni della sezione Popoli for Kids & Teens. Non si tratta solo di confermare e rafforzare la proposta culturale ma anche di porre le basi affinché l’eredità di oltre sessant’anni di lavoro del festival produca nuovi frutti negli anni a venire”.

Il Premio per il Miglior Mediometraggio (4.000 euro) è stato assegnato a “Stand Out My Sunlight” di Messaline Raverdy (Belgio, 2023) con la seguente motivazione: “Attraverso un film accuratamente realizzato e montato, la regista ci ha trasportato nel ricco mondo interiore del suo amico Joseph, cogliendone la bellezza nel caos. L’amore e l’ammirazione reciproca che condividono ci hanno scaldato profondamente”.

Il Premio per il Miglior Cortometraggio (2.500 euro) è andato a “Ever since, I have been flying” di Aylin Gökmen (Svizzera, 2023) con la seguente motivazione: “Siamo rimasti profondamente colpiti dal coraggio del protagonista nel mostrare la sua debolezza e impressionati dalla capacità della regista di gestirla con un linguaggio cinematografico e poetico. In una modalità perfetta, essenziale, questo film svela l’inconcepibile violenza subìta con una sensibilità, una tenerezza e una bellezza infinita che ci hanno lasciato senza parole” .

Il premio al Miglior Documentario Italiano (3.000 euro), assegnato dalla giuria composta dalla distributrice e produttrice Raffaella Pontarelli ; dalla regista, produttrice e sceneggiatrice Micol Roubini e dal distributore Pietro Liberati, è andato a “Vista Mare” di Julia Gutweniger e Florian Kofler (Austria, Italia, 2023), che svela i mestieri poco conosciuti dietro le quinte delle vacanze estive lungo la costa adriatica. Questa la motivazione della giuria: “Adottando un punto di vista insolito su una realtà sotto gli occhi di tutti, gli autori riescono a rivelare il lato grottesco e paradossole di un mondo che sotto il sole appare divertimento ed emozione. Un mondo che si rivela qui come un meccanismo freddo e millimetrico che ingabbia, illude, e risulta alla fine totalizzante. Uno sguardo asettico e analitico che non si dimentica, anche per la sua feroce ironia.”

La Targa Gian Paolo Paoli al miglior film antropologico è stata assegnata dalla giuria internazionale a “Zinzindurrunkarratz” di Oskar Alegria (Spagna, 2023), con la seguente motivazione: “Con un’audace proposta cinematografica, il regista rievoca dal passato le storie, i gesti, i suoni, le tradizioni della comunità di cui lui e la sua famiglia fanno parte; ne risulta un’antropologia molto personale e commovente”.

Il Premio distribuzione in home video CG Entertainment “POPOLI Doc” per il Miglior Film Concorso Italiano è andato a “ Agàpe” di Velania A. Mesay e Tomi Mellina Bares , con la motivazione “ Questo film parte da un’idea semplice e geniale allo stesso tempo: far parlare i protagonisti dell’unico argomento capace di annullare completamente la distanza tra loro, nati, per caso, dalla parte sbagliata del pianeta, e noi che guardiamo, comodi, liberi, al sicuro, da quella giusta. Loro senza niente, tranne l’amore; noi con tutto, ma ugualmente degli esuli, senza l’amore. Un teorema essenziale sull’uguaglianza, esatto e senza un’ombra di retorica ”.

CG Entertainment ( www.cgtv.it ) offre poi al film vincitore europeo della sezione Habitat l’opportunità di essere distribuito on demand sulla piattaforma cgtv.it. Quest’anno il Premio distribuzione on demand CG Digital per il Miglior Film Europeo (sezione Habitat) è andato a Bottlemen di Nemanja Vojinović (Serbia, Slovenia, 2023) con la motivazione: “ Si può costruire un piccolo impero, una gang, la propria carriera su una montagna maleodorante e tossica di rifiuti? Questo film ci ha colpito per lo sguardo acuto ed ironico, il ritmo a metà tra la ballata western e l’avventura picaresca, la tenera consapevolezza con la quale ci immerge nello sguardo di un piccolo eroe alle prese con gli scarti di un’umanità predatrice , noncurante della sua stessa sopravvivenza. “

Il Premio distribuzione in sala “Gli Imperdibili” va a “Dalla Parte Sbagliata” di Luca Miniero (Italia, 2023) con questa motivazione: “ Quest’anno il premio distribuzione in sala “Imperdibili”, assegnato dallo staff de La Compagnia, va ad un film che immaginiamo possa coinvolgere ed emozionare il nostro pubblico fin dalle prime immagini. Un terribile fatto di cronaca quasi dimenticato e il racconto della vita che va avanti attraverso le parole ei ricordi di bambini diventati adulti. L’amore, la nostalgia, le emozioni, raccontate con la giusta distanza, accompagnano lo spettatore in un viaggio tra il presente e il passato. “

Il Premio “Diritti Umani” – Amnesty International Italia va a “Twice Colonized” di Lin Alluna (Danimarca, Canada, Groenlandia, 2023) “ per la capacità di raccontare la lotta quotidiana dell’avvocata Aaju Peter e della comunità Inuit, fatta di uomini , donne e bambini che tuttora scontano gli effetti duraturi del colonialismo rimanendo oggetto di discriminazioni nella vita quotidiana, anche nel sistema sanitario e scolastico. Il nostro premio va quindi a un racconto necessario, intimo e di comunità ”.

Il Premio distribuzione in sala “Il cinemino” assegnato dal team de Il Cinemino è andato a “Dalla Parte Sbagliata” di Luca Miniero (Italia, 2023), con queste parole: “ Perché il doc porta alla luce una storia di cronaca poco conosciuta raccontata in maniera corale, delicata e rispettosa ma efficace e approfondita nella ricerca. Girato e montato con sapienza, il doc riesce a essere toccante per le tragiche storie personali raccontate e anche molto illuminante nel restituirci uno spaccato dell’Italia degli anni ’80 permettendoci di riflettere anche su come sia cambiata la sensibilità nel trattare certi eventi drammatici. “

Il Premio AMC, dall’Associazione Montaggio Cinematografico e Televisivo a un documentario del Concorso Italiano, è andato a Ian Degrassi del film “Dalla parte sbagliata” di Luca Minero (Italia, 2023), con la seguente motivazione: “Eccellente lavoro sulla struttura, ed una scrupolosa e mai pietistica attenzione sull’emozione. Il film attraversa i sentimenti dei sopravvissuti, ridando vita alla memoria.

La menzione speciale del Premio AMC va invece a Matthieu Augustin, montatore del film “Toxicily” di François-Xavier Destors e Alfonso Pinto (Italia, 2023) con queste parole: “ Buona gestione dei repertori integrati al racconto e del materiale girato “di osservazione ” per ciascuno dei personaggi che confluiscono in un unico racconto. In particolare la gestione della VOCE OFF che risulta spesso ben gestita e calibrata tra silenzi e contenuti .”

Il Premio Popoli for Kids and Teen è stato assegnato a “Children of Mavungu” di Mirjam Marks , con queste parole “Spesso sentiamo le storie di ragazzi e ragazze che abitano in paesi lontani dai nostri e tendiamo a creare un distacco tra noi e loro, grazie a questo documentario invece abbiamo capito quanto, seppur geograficamente e culturalmente distanti, questi ragazzi sono molto simili a noi, per averci fatto capire quanto la distanza geografica e culturale si assottigli quando si è giovani e quanto spesso in Italia diamo per scontata l’istruzione e l’importanza della scuola” .

il premio Premio SudTitles “Il cinema per tutti” è andato, infine, a “Gioventù bruciata” di Agostino Ferrente, con la seguente motivazione: “A cavallo tra ricerca d’archivio e analisi della contemporaneità, The Doll House si propone di offrire il il suo contributo per documentare, raccontare e riscoprire una parte della storia d’Italia ancora oggi osteggiata e sommersa, inserendosi in un filone di particolare interesse nel cinema dei nostri giorni che Sudtitles intende sostenere e promuovere.

La 64° edizione del Festival dei Popoli è realizzata con il contributo di Europa Creativa Media, MiC – Direzione Generale Cinema, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Fondazione CR Firenze e Publiacqua.

Il Festival dei Popoli fa parte dell’iniziativa “50 Giorni di Cinema a Firenze”. La “50 Giorni di Cinema a Firenze” è parte del Progetto Triennale Cinema, sostenuto dal Ministero del Turismo, dalle istituzioni locali e realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio di Firenze.

PALMARÈS 64° Festival di Popoli

Premio al miglior lungometraggio del 64° Festival dei Popoli

(euro 8.000, divisi equamente fra regista e produzione)

Il Fiore Buriti di João Salaviza & Renée Nader Messora

Portogallo, Brasile | 2023 | 124 minuti

Attraverso gli occhi del suo bambino, Patpro ripercorrerà tre periodi della storia del suo popolo indigeno, nel cuore della foresta brasiliana. Instancabilmente perseguitati, ma guidati dai loro riti ancestrali, dal loro amore per la natura e dalla loro lotta per la libertà, i Krahô non smettono di inventare nuove forme di resistenza.

Premio al miglior mediometraggio

(euro 4.000, divisi equamente fra regista e produzione)

Stand Out My Sunlight di Messaline Raverdy

Belgio | 2023 | 50 minuti

Joseph non può più vivere a casa sua. Per molti anni, ha girato per la città con il suo carrello per raccogliere tonnellate di carte e oggetti di ogni tipo, riempiendo così il suo appartamento di un caos labirintico. Si dice che abbia la “sindrome di Diogene”. È dotato di un’erudizione vertiginosa e di un umorismo arguto. Dall’aiuto a liberare la sua casa, nasce un’amicizia.

Premio al miglior cortometraggio

(euro 2.500, divisi equamente fra regista e produzione)

Da allora volo di Aylin Gökmen

Svizzera | 2023 | 19 minuti

Vakıf, un uomo curdo di 60 anni cresciuto in una tribù nomade sulle montagne della Turchia sudorientale, ricorda i momenti della sua giovinezza che hanno plasmato la sua vita. Ci riporta alla sua infanzia idilliaca con la madre, al suo primo amore trovato in un campo di cotone e perso nel bosco, ei maltrattamenti subiti per mano della polizia, in un luogo freddo e buio.

Targa “Gian Paolo Paoli” al miglior film antropologico

Zinzindurrunkarratz di Oskar Alegria

Spagna | 2023 | 90 minuti

Oskar Alegría ha trovato la cinepresa Super-8 di suo padre, due bobine di pellicola utilizzate e due pezzi di filmati in magazzino, intatti dopo 41 anni. Per intrecciare questi frammenti del passato, viaggia con Paolo, un casinò adorabile, lungo le strade di campagna percorse dal padre.

Premio al Miglior Documentario Italiano

(euro 3.000, divisi equamente fra regista e produzione)

Vista Mare di Julia Gutweniger e Florian Kofler Austria, Italia | 2023 | 77 minuti

Documentario poetico e surrealista che svela il lavoro nascosto dietro la “vacanza al sole” nelle località della costa adriatica italiana. Girato nel corso di un’intera stagione lavorativa (da febbraio a ottobre), accompagna lo spettatore in un viaggio attraverso un paesaggio artificiale costruito per divertire i vacanzieri. La telecamera osserva volutamente un esercito multinazionale di lavoratori stagionali che lavorano dall’alba al tramonto. Gli operai testano ombrelloni telecomandati, preparano meticolosamente i pasti e, cosa più importante, si divertono con gli avventori. Nel frattempo, sul litorale, migliaia di ospiti sguazzano tra le onde e si divertono in modo accuratamente programmato. Non c’è da stupirsi che le esigenze del loro lavoro spingano i lavoratori a cantare “Schiavi? Mai!” in una protesta attentamente sorvegliata dalla polizia. In un loop assurdo, Vista Mare osserva i lavoratori, che guardano altri lavoratori giocare, fino a quando il cielo diventa nuvoloso, le spiagge si svuotano e l’ultimo ombrellone si chiude.

Premio AMC, dall’Associazione Montaggio Cinematografico e Televisivo

Ian Degrassi del film Dalla parte sbagliata di Luca Minero

Italia | 2023 | 80 minuti

Un gruppo di ex compagni e compagne di scuola si ritrova dopo 40 anni: sono tra i sopravvissuti della “tragedia del Melarancio” dell’aprile 1983, quando un pullman con due classi della scuola media Nicolardi di Napoli in gita verso il lago di Garda si schiantò all’interno del tunnel nei pressi di Firenze contro un automezzo che procedeva in senso opposto. Undici le vittime tredicenni e oltre la ventina i feriti, ma chi è ancora in vita non è rimasto comunque illeso. Il regista Luca Miniero, al primo lungometraggio documentario e originario dello stesso quartiere da cui provenivano le scolaresche in viaggio, si accosta con profonda empatia a coloro che c’erano e hanno perso amici e amiche nel tragico incidente ma anche alle madri che non hanno visto i loro figli o le loro figlie fanno ritorno. Un film che, a differenza di tanta cronaca odierna, non specula sul dolore altrui ma si interroga sull’ingiustizia dei miracoli e sulla possibilità di curare gli uni le ferite degli altri.

Menzione speciale a:

Matthieu Augustin, montatore del film Toxicily

Francia, Italia | 2023 | 75 minuti |

« Meglio morire di cancro che di fame ». È questo il tragico motto che aleggia a nord di Siracusa, fra le ciminiere di quel polo petrolchimico che in settant’anni ha devastato una delle più belle coste della Sicilia, creando una vera e propria emergenza sanitaria ed ambientale. Costruito attorno agli abitanti che resistono ea quelli che, invece, accettano il compromesso con silenzio o rassegnazione, tossicosamente si avventura nei meandri di una zona sacrificata sull’altare del progresso, della modernità e della globalizzazione.

Premio distribuzione in home video CG Entertainment “POPOLI Doc” per il Miglior Film Concorso Italiano

Agàpe di Velania A. Mesay e Tomi Mellina Bares

Italia | 2023 | 60 minuti

“Credo che l’amore sia l’unica forma di resistenza a cui le persone si aggrappano mentre sono ancora lì, in attesa di arrivare”. Sono le parole pronunciate da uno degli intervistati, in questo documentario asciutto ma pulsante, una tessitura intima di racconti di chi emigra verso l’Europa. Al centro, come il titolo dichiara, l’amore e le sue forme. Le testimonianze che lo compongono sono state raccolte tra il 2020 e il 2023 nell’isola di Lesbo, nella Repubblica di Cipro e nella Repubblica Turca di Cipro del Nord, tra i luoghi di primo approdo. Una mappatura amorosa in cui emerge con fermezza che l’amore è una forza politica in quanto forza motrice e perché definisce genealogie affettive, rapporti di prossimità o lontananza, alleanze di cura reciproca. Amore quindi come ciò che genera comunità. È la mancanza di amore, dunque, a generare anche un vuoto politico, come ci mostrano le immagini finali, in un controcampo impietoso che interroga tutte e tutti.

Premio distribuzione on demand CG Digital per il Miglior Film Europeo (sezione Habitat)

“Bottlemen” di Nemanja Vojinović

Serbia, Slovenia | 2023 | 82 minuti

Settemila anni fa, Vinča, un sobborgo di Belgrado in continua espansione sul Danubio, era la culla della cultura neolitica europea. A pochi chilometri di distanza si spande oggi una delle più grandi discariche insalubri d’Europa. Il luogo è avvolto dal fumo mentre un gruppo di vigili del fuoco cerca di spegnere l’ennesimo incendio, una fonte di contaminazione che, negli ultimi cinque anni, ha regolarmente classificato Belgrado come una delle città più inquinate del mondo. Tra le migliaia di gabbiani in cerca di cibo ei fumi che la fanno sembrare una landa vulcanica, alcuni uomini capitanati dal rom Yani (a sua volta alle dipendenze di un capo invisibile) si guadagnano da vivere raccogliendo bottiglie di plastica e fogli di alluminio, in competizione con altri gruppi che non si fanno scrupoli a rubarsi a vicenda i grandi sacchi colmi di questo bottino. A distanza di sicurezza dallo sguardo di tanta pornografia della miseria, lo spaccato su un mondo post-apocalittico che è il nostro presente.

Gli Imperdibili

Dalla Parte Sbagliata di Luca Miniero

Italia | 2023 | 80 minuti

Un gruppo di ex compagni e compagne di scuola si ritrova dopo 40 anni: sono tra i sopravvissuti della “tragedia del Melarancio” dell’aprile 1983, quando un pullman con due classi della scuola media Nicolardi di Napoli in gita verso il lago di Garda si schiantò all’interno del tunnel nei pressi di Firenze contro un automezzo che procedeva in senso opposto. Undici le vittime tredicenni e oltre la ventina i feriti, ma chi è ancora in vita non è rimasto comunque illeso. Il regista Luca Miniero, al primo lungometraggio documentario e originario dello stesso quartiere da cui provenivano le scolaresche in viaggio, si accosta con profonda empatia a coloro che c’erano e hanno perso amici e amiche nel tragico incidente ma anche alle madri che non hanno visto i loro figli o le loro figlie fanno ritorno. Un film che, a differenza di tanta cronaca odierna, non specula sul dolore altrui ma si interroga sull’ingiustizia dei miracoli e sulla possibilità di curare gli uni le ferite degli altri.

Premio distribuzione in sala “Il Cinemino” del Concorso Italiano

Dalla Parte Sbagliata di Luca Miniero

Italia | 2023 | 80 minuti

Un gruppo di ex compagni e compagne di scuola si ritrova dopo 40 anni: sono tra i sopravvissuti della “tragedia del Melarancio” dell’aprile 1983, quando un pullman con due classi della scuola media Nicolardi di Napoli in gita verso il lago di Garda si schiantò all’interno del tunnel nei pressi di Firenze contro un automezzo che procedeva in senso opposto. Undici le vittime tredicenni e oltre la ventina i feriti, ma chi è ancora in vita non è rimasto comunque illeso. Il regista Luca Miniero, al primo lungometraggio documentario e originario dello stesso quartiere da cui provenivano le scolaresche in viaggio, si accosta con profonda empatia a coloro che c’erano e hanno perso amici e amiche nel tragico incidente ma anche alle madri che non hanno visto i loro figli o le loro figlie fanno ritorno. Un film che, a differenza di tanta cronaca odierna, non specula sul dolore altrui ma si interroga sull’ingiustizia dei miracoli e sulla possibilità di curare gli uni le ferite degli altri.

Premio del pubblico

Ballando sul bordo di un vulcano di Cyril Aris

Libano, Germania | 2023 | 87 minuti

È il 4 agosto del 2020, Mounia Akl è pronta a iniziare le riprese del suo primo lungometraggio Costa Brava che presenterà un anno dopo alla Mostra del Cinema di Venezia, quando un’enorme esplosione nel porto di Beirut devasta la città e la vita della popolazione. . Contro ogni previsione la regista decide di portare avanti il ​​proprio progetto, affrontando le condizioni estremamente difficili di un paese paralizzato da una catastrofe e dalle complicazioni del Covid. Cyril Aris segue i retroscena del lavoro sul set e documenta la passione e l’ostinazione di una regista e di una troupe alle prese con quotidiane disavventure, accompagnando il racconto del making of alla rappresentazione della rabbia di una nazione e alla riflessione sulla necessità del processo creativo nonostante tutto. Un film politico, con più traiettorie narrative, che rende omaggio a una Beirut vessata con toni nostalgici e commoventi.

Premio “Diritti Umani” – Amnesty International Italia

Due volte colonizzato di Lin Alluna

Danimarca, Canada, Groenlandia | 2023 | 92 minuti

La prima stesura delle memorie dell’avvocatessa Inuit Aaju Peter inizia con la domanda: “È possibile cambiare il mondo e riparare le proprie ferite allo stesso tempo?”. Un ritratto vivido e rivelatore di una figura rinomata nei circoli per i diritti degli indigeni, nota per la sua tenace tenacia ei suoi discorsi infuocati in difesa dello stile di vita degli Inuit, pronunciati in piccole classi e in occasione di conferenze internazionali ma ancora alla ricerca di una risoluzione personale e di un modo di riparare il trauma bruciante della colonizzazione. del figlio, il film segue Aaju mentre intraprende un viaggio personale per assicurare alla giustizia i suoi colonizzatori in Canada e in Danimarca.Capace di catturare la fragilità e la forza della complessa personalità dell’avvocatessa, Twice Colonized offre un ritratto denso di sfumature di una militante indigena nel mondo contemporaneo, dimostrando che la liberazione dal fantasma della colonizzazione investe tutte le sfere, portando il personale e il politico a incontrarsi e scontrarsi in modi inaspettati.