La Garante toscana dell’Infanzia e dell’Adolescenza al convegno organizzato dall’Associazione di genitori “Piccino Picciò Onlus”, in collaborazione con Careggi. Un punto di riferimento potrà essere il Codice Etico per il Diritto alla salute sottoscritto da tutte le Direzioni generali delle Aziende ospedaliere ed universitarie della Regione
Firenze – “Occorre, con coraggio e sentimento, costruire nuove mappe, tracciare nuovi perimetri e spingersi verso nuove rotte, oltre i propri confini personali, professionali e territoriali, affinché le politiche e le azioni assunte in ambito del diritto alla salute possano sostanzialmente incidere sullo sviluppo e il benessere delle persone di minore età sin dall’epoca prenatale. Non solo da parte del personale sanitario e socio-sanitario specializzato ma anche in un’ottica di sistema e di rete da parte di tutti gli attori coinvolti, per favorire un raccordo sempre più stretto e proficuo tra le Istituzioni centrali e regionali, le Università, gli Enti Locali, il Terzo Settore, il volontariato, l’associazionismo, la società civile”. Così la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Toscana Camilla Bianchi al convegno organizzato dall’Associazione di genitori ‘Piccino Picciò Onlus’, presieduta da Monica Ceccarelli, in collaborazione con l’Azienda ospedaliera Careggi in particolare con il Dipartimento di Terapia intensiva neonatale, sulla promozione del contatto pelle a pelle come gesto semplice e naturale per aiutare i neonati e in particolare i prematuri, che sono più del 6 per cento del totale, oltre 25mila all’anno in Italia.
L’evento, svoltosi nella sala Margherita di Careggi a Firenze con la presenza della direttrice generale Daniela Matarrese e la presidente del Coordinamento Nazionale di Vivere Onlus Martina Bruscagnin, rientra nelle iniziative organizzate in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, manifestazione globale celebrata il 17 novembre in più di 100 paesi, che ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità, per dare voce anche alle famiglie dei piccoli pazienti.
Nel ringraziare gli organizzatori del convegno, l’azienda ospedaliera e il reparto di terapia intensiva neonatale, la Garante ha sottolineato: “È noto come ogni persona e dunque come ogni persona di minore età abbia diritto al godimento pieno del migliore stato di salute possibile. Ed è altrettanto noto come ogni diritto fondamentale ancorché faticosamente conquistato, è soggetto alle continue mutevolezze di ogni periodo storico e necessiti pertanto di una continua e vigile attenzione ed opera di implementazione per garantirne la perdurante effettività”. Bianchi non ha mancato di ricordare quanto la “drammatica emergenza pandemica ha dato più che mai conto dell’assoluta instabilità dei diritti” e nella prospettiva di “vivificare e corroborare la garanzia dei diritti fondamentali come quello alla salute sin dall’epoca prenatale” la Garante ha ricordato il grande lavoro fatto con l’elaborazione del Codice Etico per il Diritto alla Salute. Uno “strumento di tutela per le persone di minore età ospedalizzate o in assistenza socio-sanitaria domiciliare affinché, in ogni realtà di cura sanitaria della nostra Regione, il loro diritto alla salute ed al benessere psicofisico sia pienamente garantito e tutelato sin dall’epoca prenatale e post natale”.
Il Codice, firmato in Consiglio regionale lo scorso 18 luglio, contiene, nella Terza Parte, tra i bisogni principali di riferimento che caratterizzano l’assistenza sanitaria, anche quello dell’assistenza prenatale e post natale, in cui in sintesi all’articolo 9 si afferma che ‘La tutela della salute deve iniziare in epoca prenatale già prima del concepimento, attraverso interventi precoci di informazione ai futuri genitori, per promuovere comportamenti in grado di ridurre il rischio di malformazioni e prematurità e delle malattie e disabilità che ne possono conseguire’.
“Deve insomma essere garantita l’assistenza durante la gravidanza, il parto e il periodo neonatale e deve essere favorito il precoce e continuato contatto genitore-bambino, promosso e sostenuto l’allattamento al seno, secondo le indicazioni OMS-UNICEF” ed inoltre all’articolo10 si ribadisce che tutte le persone di minore età, quindi anche i neonati, hanno diritto di non provare dolore né stress psicofisico”, ha dichiarato ancora la Garante.
“Nel corso di ogni attività diagnostica e terapeutica – ha proseguito Bianchi – devono essere sempre adottate tutte le procedure per prevenire e/o eliminare il dolore, incluse le tecniche non farmacologiche e le cure palliative. La scelta di un trattamento terapeutico deve indirizzarsi sempre verso quello più efficace e meno invasivo tra i diversi protocolli esistenti, tenendo conto, a parità di efficacia, delle diverse modalità di somministrazione possibili ed evitando ogni inutile accanimento terapeutico. Ed ancora, la persona di minore età, indipendentemente dalla sua età, malattia e luogo in cui si trova, ha diritto di usufruire di cure palliative e ha diritto a una morte dignitosa”.
A detta della Garante la “cura dei più piccoli, dei piccolissimi, dei loro bisogni, il rispetto e la tutela dei loro diritti anche con riferimento a quello della loro salute, risulta essere per gli adulti un dovere stringente, non più procrastinabile”. In questa prospettiva il Codice, cui hanno aderito tutte le Direzioni generali delle Aziende ospedaliere ed universitarie della Regione, rappresenta un significativo atto di civiltà e crescita culturale ed auspico possa rappresentare il primo passo per una sempre maggiore e congiunta responsabilità ed impegno nella garanzia dei diritti della persona di minore età, anche oltre i confini nazionali”, ha concluso.
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