Una moltitudine di gente, il giorno in cui si festeggia San Nicola, ha gremito le quattro sale del Cinema Planet-Ariston della città di Catania, dopo una corsa alla prenotazione per la “prima” anteprima nazionale di “Santocielo”, il nuovo film di Ficarra e Picone, la cui promozione prosegue da oggi in tutta Italia. Poi, verrà distribuito a partire dal prossimo 14 dicembre. Gli attori passando di sala in sala hanno introdotto il film e dopo la proiezione hanno salutato il pubblico presentando gli attori presenti, in un tripudio di applausi e standing-ovation. Non sono mancati i siparietti spontanei, conferma della trentennale amicizia e collaborazione artistica.
Regia di Francesco Amato. Soggetto e sceneggiatura sono di Salvo Ficarra, Valentino Picone, Francesco Amato, Davide Lantieri e Fabrizio Testini. Otto le settimane di lavorazione tra Catania (con il sostegno della Film Commission locale), Montalbano Elicona e Roma. La produzione è di Attilio De Razza per Tramp Limited con la collaborazione di Medusa Film. Fotografia di Gherardo Gossi, montaggio di Claudio Di Mauro e Musiche di Andrea Farri. Attori principali: Salvo Ficarra, Maria Chiara Giannetta, Valentino Picone, Barbara Ronchi, Giovanni Storti.
Addetta Stampa Giusy Battaglia.
Salvo Ficarra e Valentino Picone hanno inanellato l’ennesimo successo.
La scheda tecnica classifica il film come “commedia”, e aggiungerei elaborata secondo una tavola di colori espressivi e musicali che aumentano di volume ogni singola vicenda narrata. Dal Cielo alla Terra, l’urgenza di prendere dei provvedimenti per la salvezza dell’uomo viene messa “nella mano” dell’Angelo Aristide (Valentino Picone) che per un’esitazione di troppo dovrà arrangiare diversamente e senza l’aiuto dell’Altissimo (Giovanni Storti) il progetto originario. Da qui, l’incontro con Nicola (Salvo Ficarra), professore di matematica, piuttosto rigido sia nella vita privata che in quella professionale. Dallo scivolo da un altro mondo bellissimo, disegnato come una magnifica città d’arte, verso un maleodorante quartiere di una città del mondo, si genereranno situazioni inattese che faranno entrare in contatto i due protagonisti non soltanto fra loro, ma anche con una moltitudine di esistenze terrene, ciascuno con la propria gioia ed il proprio patimento.
Le riprese, realizzate fra Catania e Roma soffermandosi a Montalbano Elicona, custodiscono l’attenzione ed il rispetto dei due attori per il territorio siciliano. Attrici co-protagoniste due presenze azzeccatissime: Barbara Ronchi nel ruolo della moglie di Ficarra e Maria Chiara Giannetta in quello di una suora. Di entrambe è stato colto e ben sfruttato il loro spontaneo lato comico e la repentina virata verso un registro diverso. Una partecipazione incredibile di attori e figuranti esponenti dello Stivale tutto, Isole comprese: Luciano Messina, Francesca Agate, Nuccio Murabito, Gaetano Pappalardo, Mimmo Mignemi, Giovanna Criscuolo, Lucia Portale, Anita Indigeno, la maggior parte, presenti in sala. A ciascun personaggio corrisponde una peculiarità diversa, lo studio del ruolo ad una “impuntatura” precisa che lasciano memoria nello spettatore. La luce e la fotografia sono sincere come i panorami ed i monumenti catturati dalle macchine da ripresa; negli interni, quelle a mano seguono i movimenti in soggettiva degli attori e producono un effetto immersivo molto realistico. La musica è avvolgente e commenta laddove sono necessari i silenzi.
E’ un film in cui ricompare maturo e diversificato il pensiero critico di Ficarra e Picone che sanno parlare al cuore della gente secondo un progetto “neorealista” in cui trovano posto i principali elementi del genere. E’ una storia fluida che scorre e circonda le vite di personaggi della vita reale che incardinano il recupero dei valori su un fatto incredibile, come quei ragionamenti per assurdo che a scuola, spiegati appunto dal prof di matematica, conducevano alla dimostrazione della tesi. Si ride tanto, non si adoperano didascalie e si scopre nel volto di ogni singolo attore, al di là della durata del suo tempo sullo schermo, una traccia, una espressione che scatena quel momento di sospensione che dura un tempo più che utile affinché lo spettatore abbia il suo tempo per intuire, per sperare, per farsi un pensiero suo. Non lo classificherei soltanto un film di Natale, ma precisamente che esce durante le Festività: piuttosto è un film che si stende lungo sul cuore della gente, uno schiaffo ed una carezza insieme.
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