17 Novembre 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

Andiamo Avanti!!

Era una giornata assolata di fine luglio, luglio 2021, quando incontrai per la prima volta Piero Lipera, Lui era uno dei relatori in uno se non nel primo evento ufficiale in cui la Democrazia Cristiana si riorganizzava, quella nuova, quella di Oggi, quella di Cuffaro, quella in cui investiamo per migliorare il nostro futuro, il futuro di tutti .

Ero curioso, ero ansioso, ero emozionato per la prima volta dopo tanti anni si cominciava a parlare di Democrazia di Democrazia Cristiana, era ritornato lo “scudo crociato”. Si lo scudo crociato quello conteso che prima nessuno voleva.

Per raggiungere il convegno ci eravamo persi tra le campagne del Calatino, l’abbiamo vissuto quasi come il viaggio gattopardesco, ma alla fine abbiamo raggiunto la meta, il Casale Santa Ida.

Non eravamo molti, una cinquantina forse il doppio ma non più di cento, eravamo i primi.

Piero Lipera mi incuriosi. Mi incuriosi il suo modo di relazionare, mi incuriosi molto una sua frase, tant’è che poi lo andai a cercare e mi segnai il suo numero.

Da quel giorno incominciammo a frequentarci, condividiamo e condividevamo gli stessi entusiasmi e anche qualche delusione. Assieme abbiamo anche tentato di abbattere qualche muro di gomma, ma ovviamente i muri di gomma non si abbattono e siamo stati respinti.

Neanche noi ci abbattiamo!

I muri di gomma non si posso abbattere, non si possono aggirare, sono più resistenti delle rocca forti, sono stati costruiti appositamente di gomma per difendere gli interessi di pochi a sfavore dei molti.

L’unico modo di rimuovere i muri di gomma è quello di smontarli da dentro, sono passati anni da quell’incontro e oggi abbiamo iniziato a rimuovere il primo mattone, mattone di gomma.

Da venerdì 19 gennaio a Catania Piero Lipera è il nuovo segretario provinciale della DC :

Queste immagini sintetizzano molto bene la giornata di ieri che ha visto la Democrazia Cristiana di Catania forte, unita e coesa.

La mia elezione per acclamazione e all’unanimità a Segretario Provinciale, di un’area politica e culturale da cui ho iniziato i primi passi in politica sin dai tempi dell’università, certifica il lavoro e l’impegno di una intera classe dirigente, sempre più matura e responsabile.

Ringrazio tutta la dirigenza locale per la grande partecipazione di ieri e per le scelte assunte.

Di seguito la mia relazione congressuale che vi posto per intero: Questo congresso, segnato dalla vostra appassionata partecipazione, oltre a formalizzare finalmente il nuovo corso del nostro partito, celebra pure il 105esimo anno dall’appello dei “Liberi e forti”, con cui, ieri, il 18 gennaio ma del 1919 il nostro conterraneo Luigi Sturzo diede vita a quel Partito Popolare Italiano da cui sarebbe nata la DC.

C’è chi scrisse che “Un uomo senza passato è un uomo senza futuro”, purtuttavia noi non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo cullarci di questo glorioso passato.

A rischio di apparire scontato e banale, io oggi devo rinnovare a voi quell’appello, esortandovi – da uomini veramente “Liberi e forti” – a tornare a guardare alto e lontano.

Noi siamo quella generazione che in Sicilia ha conosciuto una enormità di fatti legati alla mafia: che è la causa primaria della nostra arretratezza culturale ed economica.

Noi oggi vogliamo andare oltre quei fatti, oltre quegli omicidi, oltre quegli uomini. Vogliamo possedere l’utopica ambizionedi essere i primi distruttori di tutte le mafie.

Perché le mafiesi possono distruggere, si possono annientare, con la sconfinata potenza dell’istruzione, della cultura, del lavoro, delle opportunità, che la nostra Sicilia, la terra più generosa del Mediterraneo, è stata sempre pronta ad offrire.

Dobbiamo dare l’anima affinché il nostro impegno nelle pubbliche istituzioni sia strumento per inventare progresso e prosperità, per consentire agli intraprendenti di realizzare i loro sogni e i loro ambiziosi progetti.

Dobbiamo tutti avere il sogno che anche in Sicilia, nelle università, nella scelta dei professori, negli ospedali, nella scelta dei primari, nelle pubbliche amministrazioni, nella scelta dei dipendenti, prevalga sempre il merito anziché altre illegali metodiche.

Viviamo una regione che dall’anno 2014 ha perso circa 200 mila abitanti e che ogni anno vede diminuire la sua popolazione di ben 30mila unità.

Solo negli ultimi 10 anni, la nostra provincia etnea, e lo dicono i dati ISTAT, ha perso oltre 40mila abitanti.

I nostri migliori giovani, i nostri migliori talenti, hanno deciso di andare via. Ve lo siete chiesto il perché?

Perché la Sicilia non riesce a soddisfare le loro velleità, le loro possibilità, la loro sana voglia di emergere.

Dobbiamo invertire, una volta per tutte, questa terribile rotta.

Ci sono problematiche la cui soluzione non è più rinviabile.

La questione dei rifiuti, la cui gestione ancora obsoleta sta depauperando le casse dei nostri comuni, che come birilli, ad uno ad uno, stanno saltando per aria, andando tutti in bancarotta.

Esistono già tutte le tecnologie per incentivare i cittadini alla differenziazione del rifiuto, garantendo persino loro un ristoro economico, ed esistono pure le avanzate tecnologie attraverso cui è possibile azzerare il quantitativo dei rifiuti da conferire in discarica.

Vi sono questioni, cruciali per i decenni che verranno, che determineranno il futuro della nostra provincia: La questione aeroporto, per esempio.

Decidere se cederne la gestione ad un privato straniero (che porterà però i suoi utili fuori dalla Sicilia e dall’Italia) o mantenere l’attuale proprietà dei diversi enti pubblici, magari migliorando la sua governance;

La questione dell’acqua: dove al netto di ogni vicenda giudiziaria, dovrà essere la politica locale, d’intesa con quella regionale, ad individuare la soluzione più giusta, privilegiando non l’interesse di questo o quel gruppo imprenditoriale, ma avendo sempre chiaro in testa il sacrosanto diritto dei cittadini ad un costo del servizio più basso possibile, non dimenticando mai che l’acqua è un diritto fondamentale di tutti.

Il futuro urbanistico e la mobilità, sono altri pezzi di un complesso puzzle che richiederà la nostra attenzione.

Se siamo qui oggi riuniti, in questa straordinaria assemblea, è proprio per interrogarci su questi e altri quesiti.

Dobbiamo adesso indossare, con orgoglio, le lenti del popolarismo sturziano mettendo a fuoco per ogni decisione l’interesse dell’uomo all’interno del suo habitat naturale che è in primis la famiglia, poi la società e poi il mondo del lavoro.

Le parole di Sturzo risuonano ancora oggi come monito e guida.

“A tutti gli uomini liberi e forti, facciamo appello, perché uniti insieme propugnino gli ideali di giustizia e libertà.”

Questo appello è il nostro richiamo dal passato alla responsabilità e alla collaborazione.

Giustizia e Libertà devono essere le nostre parole d’ordine per lavorare, uniti e coesi, per il bene comune, lasciando da parte, ora e speriamo per sempre, anche eventuali nostre interne divisioni.

Con la velleità di ambire ad essere noi i protagonisti del progresso che verrà, possiamo dar vita ad un partito che sia per tutti esempio di prolifica elaborazione di idee e valori.

Un partito senza visione e senza azione è destinato al declino: dobbiamo quindi essere sì custodi del nostro passato, ma anche protagonisti architetti del nostro futuro. Infine, invito tutti a tornare a provare l’orgoglio di essere democristiani, sbandierando la nostra cultura, i nostri valori, le nostre sensibilità e impegnando le nostre menti verso la realizzazione di opere che abbiano tutte come primo obiettivo una utilità diffusa, e sempre con una primaria inclinazione verso i “più ultimi”, i “più deboli” e “i più indifesi”.

Allora facciamoci promotori attivi del merito!

Autori e fautori di un nuovo rinnovamento.

La Sicilia con il suo ricco patrimonio culturale e il suo clima accogliente, può davvero diventare la Florida degli Stati Uniti d’Europa: un luogo incantevole dove sognare di andare a vivere.

Possiamo, insieme, trasformare quest’ambizione in realtà. Con ottimismo affronteremo il futuro, fiduciosi e consapevoli che il nostro impegno, alla fine, farà veramente la differenza. Noi democristiani, consci di una grande eredità, vogliamo tornare protagonisti della narrazione futura, dove il nostro impegno dovrà essere sempre pervaso da un senso di urgenza costante.

Concludo. Oggi siamo chiamati anche ad una riflessione profonda sulla nostra responsabilità nei confronti del partito e della provincia etnea: una provincia vasta e variegata, che abbraccia territori molto diversi molto distanti e qui penso al Calatino, con la sua piana di Catania, ai Nebrodi, alle Aci, alla zona Jonica, ai paesi etnei, e poi alla Città con i suoi quartieri ed il suo hinterland.

Prepariamoci, da subito, alle sfide che ci attendono.

I prossimi appuntamenti elettorali, le elezioni europee, quelle provinciali e le amministrative, dovranno sempre vederci pronti, uniti e determinati.

La Sicilia, con la sua storia e il suo potenziale inesplorato, è pronta.

Dobbiamo essere noi ora i costruttori di questo destino, andando avanti con passione, lealtà e impegno.

***

Noi siamo la Democrazia Cristiana.

Lo so.

Come so pure che non tutti i democristiani sono oggi qui insieme a noi, e va bene così.

Vorrà dire che, per ora, ci accontenteremo di aver fra noi soltanto i migliori.

Amici, adesso, andiamo avanti!