17 Novembre 2024

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Negozi in fuga dai centri storici, Confimprese punta il dito sul caro affitti

Guido D'Amico, Presidente di Confimprese Italia

Secondo Confimprese Italia, una delle conseguenze dell’abbandono dei centri storici da parte delle microimprese commerciali e degli artigiani è il proliferare dei pubblici esercizi che finisce per provocare almeno tre effetti negativi: la modifica morfologica dei centri storici, il nascere spontaneo di una sorta di cittadella del divertimento con la conseguenza dei fatti di violenza generati dalla malamovida, l’abbandono dei residenti a favore degli affitti brevi.

“Mantenere la presenza nei centri storici – ha dichiarato il Presidente di Confimprese Italia Guido D’Amico – è una necessità sociale e non più una questione di carattere solo economico”. D’Amico fa poi un riferimento alla legge nazionale sulla concorrenza.

“D’altronde – insiste Guido D’Amico – se per legge si fa una specie di appello ai sindaci per mediare sui prezzi degli affitti, vuol dire almeno due cose: l’abbandono dei centri storici  da parte di commercianti ed artigiani va evitato e gli affitti  troppo alti sono una causa del loro abbandono”.

Sulla vicenda interviene anche il Vicepresidente vicario di Confimprese Italia Giovanni Felice: “Il prezzo degli affitti è una delle principali cause dell’abbandono del centro storico da parte di piccoli artigiani e delle micro attività commerciali. Nel conto economico il “peso” degli affitti non può superare il 10% del fatturato, in realtà a volte l’incidenza dell’affitto supera il 30%. Da qui la chiusura degli esercizi commerciali.

Se il Governo vuole salvaguardare questo tipo di impresa – conclude il Vicepresidente vicario e Presidente di Confimprese Palermo Felice – deve compiere atti legislativi concreti come ad esempio una cedolare fissa molto bassa limitata a queste attività, riduzione dell’Irpef sulla parte derivante da affitti commerciali di piccole attività nei centri storici, crediti d’imposta sugli affitti delle piccole attività commerciali ed artigianali che aprono o già svolgono la loro attività nei centri storici, azzeramento Tari e riduzione IMU, per questa tipologia di locali”.

Il sindaco Roberto Lagalla ha dichiarato nei giorni scorsi, accogliendo la proposta di Confimprese Palermo, di volere convocare a breve una consulta per lo sviluppo con le associazioni di categoria. “Tra i primi punti in discussione – chiosa Felice – porteremo in  consulta proprio il problema del caro affitti”.