I 4 elementi fanno da fil rouge alle molteplici proposte outdoor che trasversalmente coinvolgono la vasta
provincia di Verona. In primavera la voglia di scoprire nuovi territori, approfittando dei primi tepori,
delle inarrestabili fioriture, della ritrovata voglia di attività all’aperto,
stimolano nuove esperienze nei generosi territori veronesi
Verona, marzo 2024. Non c’è stagione più attesa della primavera: i risvegli universali, le nuove opportunità donate dalla luce, tutti i buoni propositi che sbocciano in sintonia con i cambiamenti della natura. È questo il momento di impegnarsi in piccole grandi imprese outdoor, ancor più se ci permettono di conoscere un territorio tanto ampio quanto ricco.
Per attraversarlo, dalle colline moreniche dell’entroterra al grande specchio d’acqua del lago, con la velocità perfetta delle due ruote, c’è la pista ciclabile E6 Peschiera del Garda – Mantova, da imboccarsi a Borghetto e, seguendo l’argine del fiume Mincio, raggiungere, in direzione nord, Peschiera del Garda ed il Lago di Garda (13 km ca.); verso sud, invece, la città di Mantova e i suoi tre laghi (32 km ca.). La pista è parte della più nota Ciclovia del Sole che attraversa l’Europa e collega Capo Nord a Malta. Vi sorprenderà la tranquillità della campagna dei dintorni di Valeggio sul Mincio, dominato dal Castello Scaligero, che dal 23 di marzo riapre le sue torri panoramiche, dalle quali si gode di uno splendido panorama sulle colline.
Tra terra e chiare dolci acque anche la Ciclovia delle Risorgive, che corre lungo il canale raccoglitore delle risorgive della media pianura veronese, dal Mincio all’Adige, tra San Giovanni Lupatoto e Zevio, a 12 km dal centro di Verona. Lunga circa 35 km, la ciclovia è una significativa interconnessione orizzontale tra la ciclopista del Sole (di cui la Peschiera-Mantova lungo il Mincio è una componente) e la ciclovia dell’Adige-Isarco, che porta il Nord Europa fino alle spiagge dell’Adriatico di Rosolina mare, a breve distanza da Chioggia.
Abbandonata la bicicletta è l’ora del trekking: restiamo in pianura nella zona dell’Est veronese, ma l’ambizione è raggiungere i monti Lessini grazie a un antico sentiero utilizzato da secoli per la transumanza, oggi trasformato in un nuovo percorso turistico, che sale da Soave e raggiunge San Bortolo, a Selva di Progno. Si tratta di un itinerario immerso nel verde, che parte dalla zona del Soave classico, dunque da colline a coltura intensiva declinate alla vite, per poi raggiungere ed attraversare uliveti, i ciliegi della vallata del Tramigna e i boschi dell’alta Lessinia.
L’intera Via della Lana (o Vecia via della Lana) – così si chiama il percorso di complessivi 23 km – si inerpica tra boschi di latifoglie e numerosi piccoli corsi d’acqua, ruscelli, piccole cascate, il cui scrosciare farà da colonna sonora a questo percorso immersivo, adatto anche alle mountain e e-bike.
Ci spostiamo in Valpolicella, ma il rumore di sottofondo rimane lo stesso scrosciare d’acqua: nell’ambiente protetto del Parco delle cascate di Molina, caratterizzato da flora e fauna molto variegate, si snodano tre itinerari di diversa difficoltà, avviluppati attorno a corsi, mulini e un antico borgo, e cascate scenografiche.
Dall’acqua all’aria, puntiamo al cielo: restando in tema di camminate, una proposta per gli amanti del trekking lungo la dorsale alta della Lessinia, attraverso i boschi, i pascoli e gli spettacolari panorami, conduce da Giazza (Selva di Progno) a Fosse (Sant’Anna d’Alfaedo), toccando alcune delle più belle e caratteristiche malghe del territorio. Attenzione! Il percorso è lungo 40 km, vale la pena frazionarlo su più giorni, considerato anche il dislivello.
Per chi è in cerca di adrenalina, invece, non manca il volo in parapendio dal Monte Baldo; sono due le principali aree di lancio: la prima, dai vasti prati della Colma di Malcesine e da dove si gode di una splendida vista sul Lago di Garda. La seconda, si trova nei prati adiacenti Malga Colonei di Caprino. La zona di volo è il versante sud del Monte Baldo e del Lago di Garda. Qui la vista spazia tra il lago e la montagna offrendo vedute su Costermano, San Zeno di Montagna e Caprino Veronese.
Che dire: fiato sospeso non solo per l’impresa da brivido ma anche per i meravigliosi scorci panoramici.
Manca un solo elemento per chiudere questo viaggio ideale: il fuoco. Per trovarlo, dobbiamo fare un tuffo nella tradizione cimbra e, dunque, ritornare sui nostri passi, verso i Monti Lessini, per scoprire una prassi che ancora oggi viene mantenuta viva a Giazza, solitamente riproposta proprio in primavera: la Carbonara, antico metodo utilizzato dai cimbri per produrre il carbone. Fuoco protagonista anche della notte più breve dell’anno, il Solstizio d’Estate (che quest’anno cade il 20 giugno), quando la magia si accende a Giazza e canti e danze lo celebrano attorno a 13 bracieri.
Un momento suggestivo e di festa, per conoscere da vicino la comunità dei cimbri.
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