regia NERI MARCORÈ
soggetto e sceneggiatura MAURIZIO CAREDDU
PAOLA MAMMINI
NERI MARCORÈ
ALESSANDRO ROSSI
liberamente ispirato a
ZAMORA di Roberto Perrone
(HarperCollins già Garzanti)
fotografia DUCCIO CIMATTI
montaggio ALESSIO DOGLIONE
musiche originali di PACIFICO
scenografia FRANCESCA BOCCA
costumi CRISTINA AUDISIO
trucco FRANCESCA BUFFARELLO
capelli ANTONIO FIDATO
aiuto regia LEOPOLDO PESCATORE
casting director BARBARA GIORDANI U.I.D.C.
CRISTINA PROSERPIO U.I.D.C.
suono di presa diretta FABIO FORTUNATI A.I.T.S.
organizzatore generale BARBARA DI GIROLAMO
produttore delegato PEPITO MIRCO DA LIO
ANTONIO ANTONELLI
direttore di produzione ROSSELLA TARANTINO
produttore esecutivoPEPITO GIACOMO CENTOLA
prodotto da AGOSTINO SACCÀ
una produzione PEPITO PRODUZIONI
con RAI CINEMA
con il sostegno di
distribuzione 01 DISTRIBUTION
distribuzione internazionale RAI COM
nazionalità ITALIANA | anno di produzione 2023 | durata film 100’| uscita: 4 aprile 2024
crediti non contrattuali
. cast artistico
ALBERTO PARADOSSI Walter Vismara
NERI MARCORÈ Giorgio Cavazzoni
MARTA GASTINI Ada
ANNA FERRAIOLI RAVEL Elvira Vismara
WALTER LEONARDI Herbert Gusperti
GIOVANNI ESPOSITO Bepi
GIOVANNI STORTI Cav. Tosetto
GIACOMO PORETTI Cav. De Carli
PIA ENGLEBERTH Dolores
GIUSEPPE ANTIGNATI Alvise Vismara
PIA LANCIOTTI Anna Vismara
MARCO RIPOLDI primo compare di Gusperti
DARIO COSTA secondo compare di Gusperti
GIULIA GONELLA Dorina
ALESSANDRO BESENTINI geometra Guarnieri
FRANCESCO VILLA Piercarlo, il commesso
CORINNA LOCASTRO Gisella
MASSIMILIANO LOIZZI Fumagalli
con la partecipazione di
DAVIDE FERRARIO portiere ammogliati
ANTONIO CATANIA Commendator Galbiati
crediti non contrattuali
.sinossi
Il trentenne Walter Vismara ama condurre una vita ordinata e senza sorprese: ragioniere nell’animo prima ancora che di professione, lavora come contabile in una fabbrichetta di Vigevano.
Da un giorno all’altro la fabbrica chiude e il Vismara si ritrova suo malgrado catapultato in un’azienda avveniristica della vitale e operosa Milano, al servizio di un imprenditore moderno e brillante, il cavalier Tosetto.
Andrebbe tutto bene se non fosse che costui ha il pallino del folber (il football, secondo un neologismo di Gianni Brera) e obbliga tutti i suoi dipendenti a sfide settimanali scapoli contro ammogliati.
Walter, che considera il calcio uno sport demenziale, si dichiara portiere solo perché è l’unico ruolo che conosce e non sa che da quel momento, per non perdere l’impiego, sarà costretto a partecipare agli allenamenti settimanali, in vista della partita ufficiale del primo maggio. Subisce così lo sfottò dei colleghi; tra questi, l’ingegner Gusperti lo ribattezza sarcasticamente “Zamora”, il fenomenale portiere spagnolo degli anni ‘30.
Non solo quel bauscia lo umilia in campo e lo bullizza in azienda, ma tra lui e Ada, la segretaria di cui Walter si innamora, sembra esserci del tenero.
Sentendosi umiliato, tradito da una parte e deriso dall’altra, il ragioniere escogita un piano del tutto originale per vendicarsi, coinvolgendo un ex-atleta ormai caduto in disgrazia.
Nel calcio, come del resto nella vita, bisogna imparare a buttarsi e anche se perdi, ciò che conta è rialzarsi e ripartire più forti di prima.
crediti non contrattuali
. note di regia
Parafrasando Moretti in Sogni d’oro, “Zamora è il mio film più bello”.
Anche perché è l’unico che abbia mai diretto ma mi auguro davvero non sia l’ultimo, perché è stata un’esperienza entusiasmante per me, a cominciare dal rapporto umano prima ancora che professionale che si è instaurato con tutte le persone che hanno collaborato a questa produzione.
Alcune le conoscevo da anni e mi ero ripromesso che laddove avessi esordito come regista mi sarebbe piaciuto averle accanto; per fortuna si sono rese quasi tutte disponibili.
Altre le ho conosciute in questa occasione e si sono rivelate magnifiche scoperte.
Se Zamora incontrerà i favori del pubblico e della critica, il merito è di tutta la squadra, da chi ha iniziato a scrivere la storia insieme a me a chi ha messo il sigillo sui titoli di coda.
In ogni caso me ne prendo tutta la responsabilità, perché il film rispecchia totalmente il mio gusto e ciò che
volevo raccontare a partire dalla base del romanzo di Roberto Perrone, a cui ho voluto dedicarlo.
A tal proposito, se c’è un rammarico è quello di non essere riuscito a fare in tempo a mostrargli altro che qualche foto di scena e piccoli spezzoni montati, ma la sua commozione alla lettura della sceneggiatura resta per me motivo di gioia e ricordo dolcissimo.
I personaggi maschili di Zamora hanno tutti qualche limite: la riservatezza di Walter è in fondo presunzione di superiorità mista al timore di buttarsi ed esporsi allo sguardo altrui; piuttosto che aprirsi e affrontare le situazioni con maturità preferisce rifugiarsi nel risentimento e in un asfittico desiderio di vendetta.
Suo padre fa il brillante in società ma è un piccolo borghese che si preoccupa più del giudizio dei vicini che di conoscere davvero suo figlio; il cavalier Tosetto, il nuovo datore di lavoro, considera il calcio una sorta di religione e obbliga dispoticamente i suoi dipendenti a praticarlo con regolarità; l’ingegnere Gusperti, l’antagonista sbruffone
e competitivo, è un donnaiolo impenitente che lo bullizza fuori e dentro l’azienda; Cavazzoni, che diventerà il suo mentore, è un ex portiere caduto in disgrazia dedito all’alcol e al gioco d’azzardo.
Tutti, o quasi, saranno chiamati a compiere un’evoluzione che possa renderli meno ridicoli e grotteschi al termine dell’arco narrativo.
Le figure femminili, di contro, sono tutte moderne e decisamente superiori per sensibilità e intelligenza.
Ada, la ragazza di cui Walter si innamora, pur rispettando il codice comportamentale cui era ancora tenuta la donna negli anni ‘60, è del tutto indipendente e sgombra da preconcetti; Elvira Vismara, sorella del protagonista,
rivendica il bisogno di una vita piena e felice a dispetto delle convenzioni sociali; sua madre Anna non si dimostra meno libera e moderna quando è il momento di appoggiarla, così come non fa mancare a Walter, senza essere soffocante, l’affetto e la fiducia che lo sostenga nella sua emancipazione; Dorina, giovane e disinibita, anticipa e rappresenta pienamente lo spirito della rivoluzione culturale sessantottina.
Si trattava poi di rappresentare gli anni ’60 anche dal punto di vista cromatico: non potendo attingere a documenti che ci restituissero i colori di quell’epoca, dato che foto e film erano essenzialmente ancora in bianco e nero, bisognava inventare dei toni suggestivi ed evocativi.
Era un’Italia vivace, allegra, ambiziosa, sulle ali di uno sviluppo economico grazie al quale il benessere, la felicità sembravano essere alla portata di tutti; ma era un’Italia altrettanto semplice, pervasa da un sentimento di innocenza e di entusiasmo, come succede quando ancora non si percepiscono le turbolenze dell’adolescenza e si respira a pieni polmoni l’incoscienza di un’infanzia che ci illudiamo possa essere eterna.
segue note di regia
La musica dell’epoca non poteva che rispecchiare questa ricchezza e ci siamo dotati, oltre che delle atmosfere composte ad hoc da Pacifico, di brani originali che sembrano essere stati scritti apposta per accompagnare determinati passaggi della storia, particolari umori dei protagonisti.
Zamora racconta del potere che ha l’amicizia nell’aiutarsi reciprocamente e risollevarsi, racconta di un Paese e di un periodo che possono essere riassaporati per un attimo col sorriso e il proditorio soffio di una carezzevole nostalgia, mentre seguiamo un giovane uomo nel suo personale percorso di formazione: imparerà che è meglio affidarsi alla vita e all’amore senza troppi calcoli piuttosto che covare il rimpianto di non aver vissuto o amato affatto; e che quando non c’è modo di rimediare a una delusione profonda che si è procurata, è bene accettarlo prima possibile, chiedere scusa e perdonarsi, per poi tornare a guardare avanti.
NERI MARCORÈ
Diplomatosi interprete parlamentare nel 1990, Neri Marcorè inizia la sua carriera artistica professionale pochi mesi dopo, come imitatore, in programmi di lustro Rai, affiancato da grandi della tv quali Raffaella Carrà, Giancarlo Magalli, Serena Dandini.
L’inizio di un percorso teatrale che non si è mai interrotto fino ai nostri giorni è datato 1993, con La finta ammalata di Goldoni. Seguono molti titoli con i quali negli anni mette in scena Pennac, Gaber, Pasolini, De André, Saviano, i Beatles, Galeano, Serra, Soriano.
Il più recente è La buona novella, in tournée in questo periodo.
È il conduttore di Per un pugno di libri (2001-2010, Rai3), del Concertone del Primo Maggio (2011), di Celebration (2017, Rai1) e da due stagioni di Art Night (Rai5).
Da circa dieci anni si esibisce come musicista e cantante in concerti dal titolo Le mie canzoni altrui.
Il primo ruolo da protagonista al cinema gli viene offerto da Pupi Avati ne Il cuore altrove (2003), col quale si aggiudica un Nastro d’argento e la candidatura ai David, replicata con La seconda notte di nozze due anni dopo.
Tra i tanti film e fiction televisive di questi venti anni ricordiamo: Papa Luciani (Capitani, Rai1, 2006); Tutti pazzi per amore (Milani, Rai1, 2008-2010); Gli amici del bar Margherita (Avati, 2009); La scomparsa di Patò (Mortelliti, 2010); The tourist (Henckel von Donnersmarck, 2010); Tous les soleils (Claudel, 2011); Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà (Tirard, 2012); Questo nostro amore (Ribuoli, Leoni, 2012- 2018); Mi rifaccio vivo (Rubini, 2013); Una Ferrari per due (Costa, Rai1, 2014); Smetto quando voglio – Trilogia (Sibilia, 2014/2017); Sei mai stata sulla luna? (Genovese, 2015); Leoni (Parolin, 2015); Latin lover (Comencini, 2015); Como estrellas fugaces (Di Francisca, 2017); Boys (Ferrario, 2021); Digitare il codice segreto (Costa, Rai1, 2021); Il santone (Muscardin, Raiplay, 2022); Quando (Veltroni, 2023), I peggiori giorni (Bruno/Leo, 2023).
Nel 2020 è stato insignito del titolo di Ufficiale nell’Ordine al merito della Repubblica Italiana per il suo impegno civile e per aver ideato e realizzato RisorgiMarche, festival musicale, solidale ed ecologico a sostegno delle comunità
colpite dal sisma del 2017.
PEPITO PRODUZIONI
È la casa di produzione cinematografica e televisiva fondata nel 2010 da Agostino Saccà.
Pepito ha al suo attivo una ricca library di produzioni già realizzate: 11 film per il cinema, 20 commedie per la tv, 2 serie televisive e 3 serie di documentari.
Tra gli ultimi successi Hammamet e La Tenerezza diretti dal maestro Gianni Amelio, La terra dell’abbastanza e Favolacce dei fratelli D’Innocenzo, Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura alla 70esima edizione del Festival di Berlino 2020.
Sono di recente produzione: I fratelli De Filippo, per la regia di Sergio Rubini, la coproduzione internazionale Koza Nostra di Giovanni Dota e le commedie Io e mio fratello e Le mie ragazze di carta per la regia di Luca Lucini, in coproduzione con 302 Original Content.
Per la televisione Pepito Produzioni ha realizzato la ricca collezione di diciannove commedie per Rai Uno dal titolo Purché finisca bene.
Ha inoltre prodotto per Rai Due le due stagioni di Volevo fare la rockstar.
Nel 2022 Pepito ha curato la realizzazione di Holy Shoes per la regia di Luigi Di Capua, ed è in fase di post-produzione il nuovo film documentario di Adele Tulli.
Di prossima messa in onda per Rai Uno una serie sulla vita di Goffredo Mameli per la regia di Luca Lucini e Ago Panini.
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