Il nostro futuro? Comprendere i comportamenti delle api, conoscere la relazione che intercorre fra il loro piccolo mondo e il nostro vivere quotidiano, aiuta a preservare la biodiversità e l’umanità stessa. Il miele è un alimento che ha accompagnato l’uomo dalla preistoria fino ad oggi. Sappiamo che le api sono comparse tra i 50 e i 25 milioni di anni fa, ma le prime
testimonianze dell’incontro tra uomo e ape risalgono a circa 10 mila anni fa. Nel complesso mondo mitologico della Grecia antica, l’ape ha un importante significato metasimbolico. Identificata dalle fonti antiche così già in Esiodo e Semonide come proiezione della donna
virtuosa e di retti principi, sulla scorta di osservazioni di carattere paraetologico che sono ben documentate nei trattati di biologia antica, questo insetto laborioso e parco si trasforma in un nitido vettore del mondo femminile e delle chiavi funzionali ad esso riconducibili.
Il miele costituisce per il mondo dell’antichità un elemento essenziale ed insostituibile non solo da un punto di vista alimentare ma anche in una prospettiva medica e rituale. E’ uno dei veri super alimenti del pianeta. Estratto dal nettare dei fiori e trasformato in un liquido dorato dalle incredibili api, il miele è una delle fonti alimentari più antiche e amate. Oltre alla sua capacità di addolcire naturalme0nte qualsiasi alimento con cui entra in contatto esso ha una lunga storia come medicinale. E’ un alimento dalle numerose virtù come dimostrano numerose ricerche scientifiche.
Proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, cicatrizzanti e antibatteriche. Studi recenti fanno emergere anche il potere antimicrobico del miele contro alcuni batteri patogeni responsabili di gastrite, ulcere, malattie della pelle e degli occhi. È in uso nelle tradizioni per curare le ferite, aiutare la digestione e lenire tosse e mal di gola. La roba era così preziosa per gli antichi greci, vichinghi ed egiziani che tutte e tre le culture la usavano come forma di valuta.
Gli archeologi hanno persino trovato vasi di miele sepolti in tombe egiziane risalenti a migliaia di anni fa e con molta sorpresa il miele era ancora commestibile! È proprio in virtù di questo particolare percorso che intorno all’ape, al miele e al favo vengano ad organizzarsi complesse tradizioni mitiche e/o cultuali di fondamentale importanza per la comprensione di molte dinamiche sacrali di natura prevalentemente ctonia.
Un esempio quella della dea di origine cretese Melissa, la Ninfa/ape, o delle vicende che vedono coinvolto l’eroe Aristeo il quale avrebbe insegnato agli uomini le tecniche dell’apicoltura caratterizzando la simbologia dell’ape e la sua mutevole percezione nel mondo della Grecia antica. L’importanza del miele nell’antichità nella produzione e commercio raggiunsero livelli quantitativi molto alti. La cura e la raccolta del miele veniva indicata con ottimo motivo con il nome di ‘messe’ o di ‘vendemmia’, in quanto un alveare poteva rendere più di una vigna.
D’altra parte il miele era l’ingrediente necessario per una grande quantità di operazioni sia alimentari e di altro genere. Diverse le tecniche di allevamento delle api e di raccolta ed estrazione del miele sviluppate nei secoli e sugli svariati impieghi che il miele ha avuto fin dal mondo egizio all’età medievale.
Insieme alimento dalle eccezionali virtù nutritive, conservante per i cibi e le sostanze organiche, disinfettante, medicinale, cosmetico, addirittura ingrediente coadiuvante nell’arte orafa, la preziosa sostanza colore dell’oro ha anche avuto un importante peso simbolico e sacrale, fino ad essere indicata come il cibo prediletto dagli dei. Onnipresente in cucina era il cibo essenziale per i neonati subito dopo il latte della madre.
Le applicazioni del miele intervenivano nella preparazione di profumi, unguenti e oli aromatici, nella farmacopea, nei sacrifici come anche nell’imbalsamazione dei corpi. Finora oggetto di ben scarsa attenzione archeologica, oggi il miele è posto al centro di molteplici interessi che mira alla tutela e riscoprire la natura dell’apicoltura come simbiosi tra comportamenti e gestualità storica degli uomini.
Le api hanno una straordinaria intelligenza sociale: ognuna svolge un proprio compito ma tutte collaborano per il benessere dell’alveare. Proteggi le api insieme a noi!
Ne va del nostro futuro. Comprendere i comportamenti delle api, conoscere la relazione che intercorre fra il loro piccolo mondo e il nostro vivere quotidiano, aiuta a preservare la biodiversità e l’umanità stessa. Oggi l’ape è un ottimo bioindicatore, in grado di riflettere gli inquinanti presenti nell’ambiente, perché «se vediamo un’ape tremolante, o se muore con la ligula estroflessa, è sintomo di avvelenamento. Le api sono fondamentali per la produzione
alimentare e per l’ambiente. Senza insetti impollinatori e senza api l’ecosistema e la produzione alimentare sono a rischio. Un terzo del nostro cibo dipende dalla loro impollinatura: la maggior parte delle piante selvatiche a fiore e le principali colture agrarie esistenti hanno bisogno dell’impollinazione. Se le api muoiono anche per vecchiaia vivendo in media 40 giorni per mantenere in salute l’alveare e ottenere un buon miele è necessario preservare l’ambiente in cui
vivono, evitando di utilizzare componenti dannosi come i neonicotinoidi. Purtroppo oggi le api sono sempre più a rischio a causa di pesticidi, parassiti e del cambiamento climatico. Ecco perché, ogni piccolo impegno o gesto può diventare un beneficio per le api, per l’ambiente e per la nostra salute alimentare.
Un mondo complesso, lontano dalle proteste degli agricoltori scesi in campo per manifestare in diversi Paesi europei. Da un lato le manifestazioni dei trattori, che appartengono al circuito industriale votato a produzioni intensive. Dall’altro quanti preferiscono lavorare restando in silenzio come le piccole imprese. Dal 1947, anno in cui è cominciata la “MISSION” di questa famiglia è sempre stata intrisa di dedizione, capacità e intuito. In principio fu Alfio Cavallaro,
detto “U Laparu”, a intraprendere l’attività di apicoltore, preferendo il nomadismo all’apicoltura stanziale. A quei tempi i mezzi a disposizione erano pochi e la smielatura avveniva sul luogo in cui erano posizionati gli alveari, operando in strutture di fortuna come ruderi, capanne, baite e magazzini. Un’azienda che ha un modo di lavorare rispettoso delle api, che non utilizza pesticidi ed è quindi garanzia di qualità. Nel 1959 Salvatore D’Agata, genero di Alfio, decide di
diventare apicoltore. Una vocazione che lo spinge ad apportare i primi significativi cambiamenti all’attività di famiglia: l’acquisto di mezzi idonei, l’incremento degli alveari, l’apertura di un laboratorio. Salvatore è stato uno dei primi apicoltori a dare la spinta per il take off dell’apicoltura nel territorio etneo. La passione per le api e per la produzione di miele è stata poi trasmessa al figlio Francesco che, a partire dalla metà degli anni ’70, prende in mano le redini
dell’azienda. Francesco D’Agata incrementa la produzione e l’esportazione del miele, grazie anche a una politica di assistenza reciproca con piccoli e giovani apicoltori che si affacciano nel mondo dell’apicoltura. Con l’aiuto della moglie Angela, riesce a trovare nuovi acquirenti nel nord Italia e, all’inizio degli anni duemila, prende un’importante decisione per l’azienda: passare dalla produzione di miele convenzionale alla produzione di miele biologico. La sua
lungimiranza gli permette di essere tra i primi a intuire il cambiamento che stava avvenendo sul mercato alimentare e a capire l’esigenza da parte del pubblico di scegliere un’alimentazione più sana. Riorganizza la filiera aziendale e introduce nuove tipologie di macchinari. Ben presto l’azienda diviene leader nella produzione di miele biologico nel territorio italiano. Con la stipula di un contratto di fornitura con l’azienda Piana della provincia di Bologna, per
l’attività ha inizio l’esportazione del miele nel nord Italia. Oggi Salvo, Cristiano e Ottavio, figli di Francesco, con la saggezza e la lungimiranza della mamma Angela guidano l’attività in seguito alla prematura scomparsa del padre, avvenuta nel 2015. Insieme fondano Etna Honey,(https://etnahoney.it/) un marchio di Miele D’Agata Srl, che intende continuare il percorso di crescita già avviato, nonostante le avversità.
Etna Honey è dedita all’allevamento delle api e alla produzione di miele biologico. Si occupa della commercializzazione del miele all’ingrosso, seguendo le procedure nel pieno rispetto della natura e mantenendo vive le zone di provenienza. Produce un miele sicuro a chilometro zero e rispetta i parametri richiesti dall’ente certificatore e le esigenze del consumatore finale. L’azienda nasce come produttrice di miele per la vendita all’ingrosso e gestisce ogni
fase: dalla cura degli alveari alla selezione dei pascoli, lontani da coltivazioni intensive e insediamenti industriali, dall’impollinazione alla smielatura. Gli alveari per la produzione sono posizionati in gran parte del territorio siciliano, per raccogliere diversi tipi di miele: arancio, sulla, eucalipto, castagno, millefiori, melata, timo. Ciascuna varietà è il risultato di una determinata fioritura, presente in un’area specifica e in un periodo ben preciso dell’anno.
Ogni zona della Sicilia ci regala un miele unico e irripetibile. Etna Honey si occupa anche della commercializzazione di miele convenzionale, che acquistano da altri apicoltori e della vendita di propoli, pappa reale e cera d’api. Un sogno che porta con sé nuove sfide, come la conquista dei mercati del nord Europa. Un importante punto di partenza per riaffermare valori, competenze e ambizioni della famiglia Cavallaro.
Il miele può anche costituire la base di un piatto di carne incredibilmente saporito. Non importa se stai cucinando pollo, maiale, manzo, salmone, gamberetti o qualsiasi altra proteina, il miele si sposa perfettamente con tutti. E puoi usarlo in molti modi. La carne non è l’unico alimento saporito che si abbina alla bontà del miele. Puoi anche utilizzare il dolcificante perfetto della natura per ravvivare un’ampia gamma di verdure classiche: dalle carote ai cavoletti di
Bruxelles, dalle patate dolci ai fagiolini. E non preoccuparti: il miele aggiunto non lascerà le tue verdure con il sapore di caramelle. Invece, il miele aiuta semplicemente a migliorare la naturale dolcezza dei prodotti, promuovendo al contempo la caramellizzazione e bilanciando i sapori, attenuando la potenziale amarezza delle verdure fresche e facendo emergere maggiormente le loro naturali sfumature terrose.
Certo, al momento potresti usare solo un po’ di miele sul pane tostato o nel tè o magari mescolato con acqua calda e limone quando hai mal di gola. Ma potresti perderti qualcosa. Il miele è molto più di un dolcificante occasionale. È uno degli ingredienti più versatili e utili in ogni cucina, dagli antipasti e dalle bevande agli snack e ai dessert.
Ma per deliziare ancora della dolcezza e delle proprietà benefiche del miele serve assolutamente preservare e proteggere le nostri amiche api come l’azienda Hetna Honey che rappresenta una valida e resiliente azienda intrepida che opera nel territorio spettacolare e magnifico dell’Etna!
Per tutte le informazioni del progetto “ADOTTA UN ALVEARE” potete contattare direttamente al numero del contatto aziendale e chiedere della gentile S.ra Angela Cavallaro
https://etnahoney.it/il-miele/embed/#?secret=tmffHIC15o#?secret=MVLXy3pE8HLa Nostra Base
Ai piedi del Vulcano attivo più alto d’Europa
(+39) 329 2063517
via Continella, 7
95019, Zafferana Etnea (CT) – Italia
info@etnahoney.it
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