Nell’anno delle Radici italiane del mondo
46 borghi siciliani aprono le porte di centinaia di tesori nascosti
Secondo weekend per scoprire tradizioni, percorsi, ricette, artigiani
Nel Palermitano: Balestrate, Baucina, Bisacquino, Bompietro, Camporeale, Contessa Entellina, Ciminna,
Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Giuliana, Isnello, Montelepre, Petralia Soprana e Petralia Sottana,
Pollina, Prizzi, Valledolmo e Trappeto. Nel Trapanese: Calatafimi Segesta e Custonaci
17/19 –24/26 maggio
PALERMO. Tante occasioni uniche, da non perdere: dalle tracce di Frank Capra a Bisacquino ai set del Gattopardo a Ciminna; dallo yoga con le mucche a Collesano alle caprette felici di Gangi, dalle giovani aziende etiche di Valledolmo alle piantagioni di mango di Balestrate, alle eccellenze di Camporeale al caseificio inedito di Bompietro, al picnic a mille metri a Baucina, alla sardiata con i pescatori a Trappeto, ai dolci antichi di Montelepre.
Chiese ce ne sono a bizzeffe, alcune di una bellezza commovente (pensiamo a Isnello), e così anche i castelli – a Geraci o a Giuliana –
, le biblioteche dei conventi (a Petralia Soprana), un’antica centrale idroelettrica (a Sottana).
I balli di comunità a Prizzi, le tradizioni conservate a Contessa Entellina, i mestieri perduti, a Pollina. Spostandosi dal Palermitano al Trapanese, ecco le cave di marmo, le grotte e i tramonti di Custonaci e il panorama dall’Eremo solitario di Calatafimi-Segesta.
Questo e tantissimo altro in questo secondo e penultimo weekend del Borghi dei Tesori Roots Fest in cui 46 piccoli comuni siciliani aprono musei, conventi, artigiani, luoghi di memoria che gettano un ponte con gli 8 milioni di siculo-discendenti sparsi per il mondo: nell’Anno del Turismo delle radici, il festival si lega al progetto del Ministero degli Esteri attraverso la sua antenna territoriale, Italea Sicilia; è promosso dalla Fondazione Le Vie dei Tesori in collaborazione con tutti i Comuni e con l’Ufficio Scolastico Regionale, ed è sostenuto da IGT e dalla Fondazione Sicilia.
Il primo weekend è stato entusiasmante con centinaia di visitatori tra i 46 borghi del festival nelle nove province siciliane, alla ricerca di tradizioni, luoghi inediti, laboratori del gusto, artigiani dimenticati con centinaia di giovani coinvolti nel racconto di luoghi ed esperienze. Eccoci quindi al secondo fine settimana, da venerdì 17 a domenica 19 maggio, con il gruppo di borghi del Palermitano, il più numeroso e “agguerrito”; e, a poca distanza, i due borghi del Trapanese. Partiamo da Baucina che è legatissima a Santa Fortunata e apre il bellissimo santuario, ma invita anche ad un’esperienza diversa, un picnic in quota (mille metri) su Monte Cane;
poi Ciminna dove si “respira” Il Gattopardo (in 300 foto di set) e pare ancora di ascoltare il Te Deum nella chiesa di santa Maria Maddalena dove vi mostreranno lo splendore di stucco del Li Volsi (ispirata alla tribuna della Cattedrale di Palermo che oggi non esiste più); senza dimenticare che alla Biblioteca Brancato c’è uno dei primi volumi nato dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili: è stato conservato per secoli nelle inaccessibili stanze della Biblioteca Cappucinorum. E in una particolare biofattoria scoprirete gli animali “ornamentali” del mondo: capre scamosciate, mini pony olandesi, tacchini ermellinati e addirittura gli alpaca … per i bambini sarà un’esperienza fantastica.
Costruita attorno ad un … olmo (o almeno questa è la leggenda che la lega ai signori Gravina Cruyllas) Valledolmo è al suo debutto, apre lo Stagnone, una vera, enorme, cattedrale dell’acqua, ma soprattutto vi porterà tra i giovani che hanno preso in mano le aziende di famiglia e producono olio, vino e pomodoro siccagno che non ha bisogno di acqua per crescere: sono sette aziende, una più interessante (e saporita) dell’altra, prestate attenzione a Verbumcaudo dove lavorano i terreni che il giudice Falcone tolse alla mafia. Un altro gradito ritorno è Bompietro, dove si incontrerà un avvocato che ha deciso di cambiare vita, rilanciando un antico caseificio; ma si potranno anche inforcare i visori e scoprire siti archeologici sulle Madonie che non esistono più o sono difficilmente raggiungibili. Le due Petralie rispondono “presente”: a Soprana, pausa per un weekend per il Museo Sottosale, ma in compenso si visiterà una biblioteca conventuale che pare arrampicata accanto alle nuvole, si accede al nobile Palazzo Pottino e si scopre l’elegante alcova dei marchesi, e si accarezzano le caprette. A Sottana, invece, si visiterà la centrale elettrica Catarratti, e si abbracciano tre Matusalemme naturali, a oltre mille metri di quota, sono alberi che hanno svariate centinaia di anni, molti metri di diametro e più di venti di altezza.
A Geraci Siculo vi perderete tra chiese e palazzi, visiterete conventi e il castello, affacciandovi dallo spettacolare Salto dei Ventimiglia, il luogo dove il conte Francesco I, inseguito dalle truppe di Pietro II d’Aragona, avrebbe bendato il cavallo e si sarebbe gettato nel vuoto.
Ritorna Gangi, la “montagna vestita di case”, con un programma molto denso: nobili palazzi, belle collezioni, un artigiano internazionale del tamburo, una passeggiata d’arte sulle orme dei vedutisti, e Capralat, l’Eden delle caprette felici. Poco più giù, nelle basse Madonie, c’è Isnello, considerato uno dei posti dove ammirare il miglior cielo stellato al mondo: qui c’è la chiesa di San Michele Arcangelo che fa quasi piangere per la sua bellezza, con la figura del Ternucaso, l’angelo musicante ideale di perfezione. Da non perdere Pollina, tra mestieri di una volta, sapori perduti e tesori d’arte. Collesano conduce alla scoperta del suo castello, appena riaperto, dei crocifissi di padre Umile, e propone una serie infinita di esperienze rigenerative, tra benessere e laboratori di ceramica, e sabato, un inedito percorso di yoga … con le mucche (che a quanto pare curano lo stress).
Siamo a Balestrate: qui vi faranno scoprire la bellezza di un fiore di mango e si ricuciranno le rotte seguite dal Marsala “inglese” dei Woodhouse, osservando il borgo dal mare; si assaggia miele dolcissimo e c’è anche un trenino per i bambini. A pochi passi, la minuscola Trappeto che porta in dote le sue due anime: la comunità antica di pescatori dello scaro vecchio dove sabato vi accoglieranno con piatti di sarde arrostite; e le battaglie etiche e sociali di Danilo Dolci, ancora tangibili nel suo Borgo di Dio. Montelepre , l’antica Muncilebbru araba, cresciuta nel 1400 attorno alla sua torre fortificata, ancora perfettamente in piedi; è terra di rivoluzionari e misteri e possiede un dolce meraviglioso, la Pasta all’antica che sarà una delle scoperte durante il festival. Camporeale invece bissa lo scorso anno e replica il suo regno dei sapori: degustazioni, la mortadella da premio, i prodotti di nicchia, olio, antiche focacce, vini, succhi magari spiegati da un giovane gastronomo kenyota che ha scelto la Sicilia.
Dirigendosi verso Agrigento, troviamo Kuntisa (Contessa Entellina in lingua arbereshe), dove vi aspettano passeggiate tra filari di viti fino alla Rocca di Entella e tour tra i vicoli del borgo. Chiusa Sclafani ritorna prossimo weekend, intanto al castello federiciano di Giuliana si assaggia l’aperitivo al tramonto in compagnia di cavalieri, dame e cortigiani; ma si può anche prender parte a un laboratorio di pittura su ceramica; e se vi unirete alla passeggiata per le vie del borgo, avrete in premio una spettacolare arancina.
A Prizzi (l’antica e misteriosa Hyppana sulla Montagna dei cavalli) si apriranno le porte dell’archivio comunale con i documenti dei cittadini dell’Ottocento, a tanti emigrati; con gli abitanti si scopriranno le figure del tradizionale Ballo dei diavoli e la preparazione del dolcissimo Cuccidatu.
Invece Bisacquino è la terra del regista Frank Capra (c’è un percorso guidato nel borgo sulla scia dei manifesti dei suoi film più noti, ma ascoltare gli aneddoti sarà un’avventura in più); e non si deve dimenticare la più antica bottega artigiana di orologiai che si è trasformata in museo del tempo.
I due borghi del Trapanese. In questa zona si va per tramonti: la luce che batte sulle cave di marmo è indimenticabile. Si potrà visitarle in piena sicurezza, a Custonaci, o ascoltare un esperto, ma ci sarà tempo anche per la grotta Mangiapane dove vivevano contadini e pastori fino al secolo scorso e dove il tempo pare essersi fermato. Non dimenticate di portare i bambini a vedere papere, galline, asinelli e caprette. Si potrà invece salire all’Eremo del Giubino per osservare Calatafimi Segesta, ma soprattutto per ascoltare leggende e racconti e, sabato, un concerto al tramonto. Il borgo ha preparato un programma folto, si va dai laboratori di ceramica alle pitture sui carretti siciliani, alle visite ai vigneti, e ai sapori tradizionali.
E per chi volesse viaggiare comodo e senza stress, visitando anche più borghi in un solo giorno, ecco pronti i “pullman dei Tesori”: si parte da Palermo e si raggiungono i borghi, due o tre per volta, raggruppati per zona. Non è compresa la guida, ma si riceverà un coupon da quattro visite ai luoghi. Prenotazioni solo al telefono, allo 091 8421309.
Le Vie dei Tesori ha messo a disposizione dei festival dei Borghi l’efficienza di una rete già consolidata e l’esperienza organizzativa: anche Borghi dei Tesori Roots Fest è una rassegna smart e digitale, con un unico coupon valido per le visite in tutti i luoghi che apriranno le porte. Come nel Festival delle città, un coupon da 18 euro varrà per 10 visite, un coupon da 10 euro per 4 visite; passeggiate ed esperienze avranno coupon a parte e si consiglia fortemente la prenotazione, soprattutto per le degustazioni. I coupon saranno disponibili sulla piattaforma delle Vie dei Tesori e nell’info point di ciascun borgo.
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