Grave disservizio nella fruizione del servizio pubblico radiotelevisivo vissuto dalla popolazione di alcuni comuni dell’entroterra siciliano.
La situazione del territorio dei Comuni di Sutera e di Mussomeli, in particolare, è critica ormai da anni.
I cittadini di interi quartieri non ricevono alcun segnale RAI, non potendo, dunque, fruire del servizio pubblico televisivo, con conseguente grave compressione dei loro diritti fondamentali.
Il disservizio, coinciso con il passaggio del segnale RAI a una diversa piattaforma, ha comportato il grave isolamento di comunità, private della possibilità di accedere ad un sevizio che, lungi dal fornire mero intrattenimento, ha radici costituzionali ed è posto a garanzia, tra gli altri, del diritto all’uguaglianza, alla libera manifestazione del pensiero, ad informare e ad essere informati.
La diffusione delle trasmissioni radiotelevisione uniformemente su tutto il territorio nazionale è poi oggetto degli obblighi imposti alla RAI dalla normativa di settore (primo fra tutti il Test Unico Telecomunicazioni) e dai contratti di servizio stipulati ogni quinquennio dall’Azienda con il Ministero dello Sviluppo Economico (oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy).
A ciò si aggiunga che tutti questi cittadini continuano regolarmente a pagare il canone TV, sommando ad una gravissima compressione dei loro diritti costituzionalmente garantiti anche un danno di natura economica.
Il Movimento Consumatori Sezione Provinciale di Caltanissetta, su mandato di più di mille e cinquecento cittadini, che hanno sottoscritto una partecipata raccolta firme, ha denunciato alcuni giorni fa, all’AGCOM.
La RAI, concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, che, nonostante le pregresse segnalazioni, non è mai intervenuta per ripristinare il segnale, risulta certamente inadempiente ai suoi obblighi..
Il Movimento Consumatori ha, dunque, chiesto con forza all’AGCOM di censurare il comportamento della RAI S.p.a. per violazione di legge e mancato adempimento dei contratti di servizio 2018-2022 e 2023-2028, diffidandola ad intervenire sugli impianti di trasmissione del segnale televisivo sui territori dell’entroterra della Provincia di Caltanissetta, entro un congruo termine, in modo da garantire la fruizione del servizio pubblico radiotelevisivo nei comuni interessati nel più breve tempo
possibile, chiedendo altresì che, nelle more, venga sospeso il pagamento del canone TV per i cittadini effettivamente colpiti dall’assenza di servizio.
Ora, a questi fatti, che sono la notizia vera e propria, ci si chiede se la RAI è o non è il servizio pubblico nazionale.
Ci si chiede anche, per quel che sappiamo di apparecchiature tecniche, cosa ci vuole, per un’azienda di tale portata nazionale e internazionale, far si che possa arrivare il segnale nella case di queste persone, che sono cittadini italiani della stessa serie di tutti gli altri che pagano il canone ed hanno diritto a questo servizio impeccabile.
O forse la RAI vuole trattare questi, come cittadini di serie B a differenza degli altri che tratta come cittadini di serie A?
Invochiamo Il senso del dovere del proprio stato, che impone al servizio pubblico di fare il servizio pubblico compiendo il proprio dovere, e ognuno risponda della propria responsabilità davanti allo stato.
E’ per senso del dovere del proprio stato, che il medico corre sul letto dell’ammalato per cercare di guarirlo con tutti i mezzi a sua disposizione.
Così come lo è per il sacerdote che corre sul letto del moribondo per dargli l’assoluzione dei peccati.
Così come lo è anche per l’avvocato che è chiamato a difendere tutti, cercando con ogni mezzo legale di dimostrare l’innocenza della persona accusata.
Questo senso del dovere del proprio stato, lo è anche per i dirigenti e funzionari RAI, che devono adoperarsi con tutti i mezzi per far sì che il servizio pubblico giunga in tutte le case degli italiani.
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