7 Settembre 2024

Zarabazà

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Un Pensiero per Francesco “Kekko” Silvestre

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Seguo Francesco “Kekko” Silvestre da anni, e credo che tanti dovrebbero prendere esempio da lui. È un artista unico, forte, perseverante e determinato, con una voce potente capace di emozionare come pochissimi oggi riescono a fare. Io non sono un professionista; sono solo un appassionato che nella vita per ora fa tutt’altro. Tuttavia, a volte mi piace scrivere qualcosa e metterlo in musica. Studio musica, anche se non mi definisco un vero cantante.

Lo seguo dal 2005 e ho partecipato a diversi suoi live, incluso il magico evento a San Siro e all’Olimpico. Non l’ho mai conosciuto di persona, ma la loro storia dovrebbe essere indelebile per la musica italiana oltre ad un ottimo cantautore lo definisco un bravissimo poeta. Ultimamente non si parla di altro e la sua storia personale mi ha colpito profondamente. I Modà sono anni che non passano in radio, per motivi che credo tutti conosciamo, eppure le loro canzoni arrivano e, soprattutto, restano.

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Ricordo che quando ero piccolo, per andare ad un loro live bisognava comprare i biglietti e i dischi prima dell’uscita; altrimenti, appena pronunciavi il nome “Modà”, tutto esauriva immediatamente, nonostante fossero tutti brani inediti. E poi, come dimenticare che era la band (e tuttora è perché non mi risulta che qualcuno abbia fatto meglio) dei record: il disco di “diamante”, il tour europeo… New York, wow, un sogno che la Band di Diamante ha tramutato in realtà! Dove gli altri si sono fermati, loro hanno avuto il coraggio di andare avanti. Ricordo che da piccolo, 3-4 volte andavo da Rieti a Cassina de’ Pecchi sperando di incontrarlo al bar che Kekko frequentava sempre o vicino dove abitavano i genitori. Alla fine, ho incontrato solo i genitori, di Kekko sfortunatamente neanche l’ombra, però sono stato onorato di aver fatto ascoltare al padre una mia canzone e di aver ricevuto un consiglio prezioso. Ricordo i live: gente che dormiva fuori dai palazzetti e dagli stadi, gente che lo ha seguito nel tour fuori dall’Italia. I Modà hanno fatto tutto questo quando il mondo dello streaming era lontano, quando San Siro era il tempio della musica e non un punto di partenza.

Da un paio di anni mi sentivo perso e non mi riconoscevo più per diversi motivi, sia lavorativi che musicali che personali. Ho scritto diverse canzoni su questo periodo buio e, qualche settimana fa, pensavo anche di smettere di fare musica. Anche se io non sono nessuno, la musica è sempre stata la mia luce contro il buio, e ora stava diventando un incubo. Non mi riconoscevo più e i pensieri negativi si stavano cronicizzando.

Poi, boom, di colpo la notizia di Kekko mi ha colpito duramente, sicuramente se per anni ho creduto nella musica devo molto a lui e al suo modo di creder nei sogni e cosi facendo riusciva a far credere nei propri sogni tutte le persone che gli stavano accanto e anche me. Da un lato mi sono sentito vicino a lui in questo periodo di smarrimento e non mi sono sentito più solo. Dall’altro, spero che si ritrovi prima di tutto come “Francesco”, perché questa è la cosa più importante al momento. Gli auguro tutto il meglio, perché per me e per tutti quelli che lo seguono e sicuramente anche per la musica italiana è stato un’icona importante, un sognatore che, dopo tanti sacrifici, è riuscito a realizzare il suo sogno.

Un messaggio a chi soffre di depressione: non siete soli. Prendetevi il tempo per ascoltarvi e cercate aiuto quando ne avete bisogno, kekko è l’esempio. La salute mentale è importante quanto quella fisica, e non c’è nulla di male nel fermarsi per ritrovarsi.

Da Kekko ho imparato tanto. Ho capito che bisogna lottare per i sogni, ma ultimamente ho anche imparato che se questi sogni diventano incubi, bisogna avere il coraggio di fermarsi e ascoltarsi per ritrovarsi. La salute viene prima di tutto.

Buona fortuna e buona guarigione, Francesco. Se tornerai, sono sicuro che ci saranno tutte le persone che ti vogliono bene ad accoglierti a braccia aperte. I Modà hanno lasciato un segno che nessuno può replicare. Grazie per avermi dato tanto, anche se di fatto non ci conosciamo.

Buona fortuna, Kekko.

Nitch (Luigino Serilli)

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