Il grande regista Premio Oscar si è collegato in occasione della presentazione del libro “Dialoghi sulla fede”, nel quale si confronta con il gesuita Antonio Spadaro sul ruolo della fede nella sua vita.
Messina- Serata da ricordare all’Horcynus Festival di Capo Peloro che ha ospitato un collegamento con il regista Martin Scorsese in occasione della presentazione del libro “Dialoghi sulla fede”.
In questo volume il cineasta Premio Oscar si confronta con il gesuita Antonio Spadaro ripercorrendo la sua carriera, soffermandosi anche sul ruolo della fede nella sua vita privata e professionale.
L’evento, organizzato in collaborazione con La Feltrinelli di Messina, ha visto la partecipazione in presenza di Spadaro, teologo, saggista, critico letterario, già direttore della rivista “La Civiltà Cattolica” e attualmente sottosegretario del Dicastero vaticano per la Cultura.
All’incontro hanno anche preso parte Gaetano Giunta della Fondazione MeSSInA, Franco Jannuzzi, direttore artistico dell’HF e Scilli Piraino responsabile dell’area formativa ed educativa della Fondazione MeSSInA, che hanno rivolto una serie di domande a Scorsese e Spadaro.
Il regista americano, che ha origini italiane, nel suo intenso intervento ha raccontato il suo rapporto con la fede sin da bambino, con l’infanzia trascorsa a Little Italy in un’area particolarmente difficile, affermando che “l’unico posto dove riuscivo a trovare un senso di protezione e pace era la vecchia Cattedrale di San Patrizio. Al di fuori di quelle mura tutto era molto diverso, per quanto i miei genitori hanno cercato di farmi vivere un’infanzia sana e protettiva. Sentivo, però, che la fede non poteva trovare spazio soltanto tra le mura della Chiesa, ma doveva plasmare anche il quotidiano. Bisognava riproporre in ogni contesto della vita di tutti i giorni l’amore evangelico, anche se era difficile”.
“Nel mio stesso percorso di vita – ha proseguito Scorsese – ho avuto dei momenti in cui ho messo in dubbio la fede, che poi ho riconquistato anche parlandone nei miei film. Dopo anni ho capito che l’aspetto fondamentale è avere fiducia, perché ci possono essere momenti di dubbio e difficoltà, ma è un percorso di continua ricerca in cui bisogna riuscire a mantenere viva questa fede”.
Il messinese Spadaro, che nel suo intervento ha evidenziato che questo con l’Horcynus Festival è stato l’unico collegamento al quale Scorsese ha preso parte da quando è stato pubblicato il libro, ha dichiarato: “Ho cercato nelle mie conversazioni con Martin di comprendere come si è formato il suo sguardo sulla realtà sia dal punto di vista umano che da regista. In questi 8 anni di conoscenza mi ha profondamente colpito e cambiato con la sua incredibile visione sulla fede e sulla vita. I preti e i gangsters hanno formato Scorsese, che è un artista che ha molto da dire al nostro tempo, in quanto è capace di dire una parola di grazia all’interno di dinamiche di violenza che lui illustra molto bene e che hanno radici nella sua infanzia”.
“Nei suoi film mi ha sempre colpito la costante ambiguità dei personaggi, perché non dipinge un mondo in bianco e nero, ma la coscienza entra in conflitto con sé stessa, una tensione continua fra bene e male ed è una vera e propria ginnastica dello spirito. E’ un grande regista inseguito dalla tenerezza e compassione di Cristo”, ha concluso Spadaro.
Martin Scorsese ha anche parlato del tema della violenza presente nei suoi film, evidenziano come “è stato un elemento costante nella mia vita, che mi ha portato a ragionare sulla natura dell’essere umano. Ritengo che sia importante far vedere la violenza, visto che fa parte della nostra natura. La rappresento anche per ragionare su come possiamo evolverci e migliorarci attraverso comportamenti compassionevoli e amorevoli. Nella mia vita ho avuto il dono di poter fare qualcosa che è arte e creazione. Il mio lavoro, che è vero e proprio atto spirituale, è una preghiera e una grazia”.
Standing ovation finale per il grande regista, particolarmente commosso, che al termine del suo intervento ha dichiarato che avverte un legame con la Sicilia viste le sue origini: “Vorrei vivere abbastanza per riuscire a girarla tutta e per essere parte di questo territorio. Considero questa terra parte integrante della mia identità”.
Al termine dell’incontro, è stato proiettato il film “Silence” (2016) di Martin Scorsese, che racconta la storia di due missionari portoghesi che nel XVII secolo intraprendono un pericoloso viaggio in Giappone per cercare il loro mentore scomparso e diffondere il vangelo cristiano.
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