In collaborazione con la Fondazione YOU – Education for Children in Need, il Museo MAXXI-Museo Nazionale delle arti del XXI secolo di Roma presenta le poliedriche opere di Rita Sabo che si ispirano al tema dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
La mostra sta destando un notevole interesse e così è stato deciso di prorogare fino al prossimo 25 agosto nel museo romano Sacred Planet, la mostra personale dell’artista austriaca che propone 12 dipinti, alcuni dei quali di grande formato, e 19 sculture che mostrano i vari obiettivi di sviluppo sostenibile che saranno esposti nello Spazio Corner del Maxxi, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dell’urgente attuazione dell’Agenda 2030.
Si tratta di un notevole nucleo di opere della giovane artista già esposto nel 2023 nel noto Museo Ludwig di Coblenza, nella storica Biblioteca Nazionale Marciana in Piazza San Marco a Venezia e, più recentemente, presso la sede UNESCO di Parigi; la “tappa romana”, invece, rappresenta un’assoluta novità.
In termini di contenuto e forma, le opere esposte da Sabo ruotano attorno al tema della sostenibilità, con al centro la Terra come pianeta sacro e quindi intoccabile. Le opere caleidoscopiche e colorate di Sabo, composte da forme geometriche e simboli antichi, celebrano la vita. Il suo linguaggio visivo, costituito da frammenti e frattali, indica un ordine metafisico che sta alla base di tutte le cose, esseri viventi, è articolato in determinate strutture geometriche e si manifesta come tale. Questi modelli sono anche indicati come geometria divina, o sacra, e sono stati già utilizzati da Leonardo da Vinci per le sue composizioni pittoriche.
Il fulcro della mostra è la scultura Sacred Planet,’Pianeta Sacro’, un simbolo significativo creato dalla stessa Rita Sabo, che mostra la dignità e l’inviolabilità della Terra. Un pianeta circondato da due anelli che simboleggiano il flusso continuo di energia con cui esprime la sua visione olistica di sostenibilità globale creando un simbolo contemporaneo di grande rilevanza e attualità. Il Sacred Planet appare in una flotta di 17 versioni in colori diversi che corrispondono esattamente ai colori dei 17 obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, stabilendo pertanto un collegamento diretto con l’attuazione urgente degli obiettivi entro il 2030. Come icona di una nuova coscienza nell’arte, Sacred Planet si erge a sostegno del cambiamento globale e invita i visitatori a immergersi nel coinvolgente multi-mondo di Sabo e a ruotare mentalmente intorno a questo simbolo con l’obiettivo di prestare maggiore attenzione e rispetto per la Terra come un habitat sacro di biodiversità.
Patrocinata e organizzata dall’Association for Art in Public, la mostra si svolge in collaborazione con la Fondazione YOU – Education for children in need, in relazioni ufficiali con l’UNESCO.
L’Artista
Rita Sabo è cresciuta nel Caucaso settentrionale e più tardi a Basilea e Zurigo, tra gli altri luoghi, dove ha frequentato per la prima volta scuole d’arte locali come la Invers School of Design di Olten, in Svizzera. Questo la portò poco dopo al rinomato Central Saint Martin’s College of Art and Design di Londra, dove completò i suoi studi online in design di gioielli.
Nel suo linguaggio visivo, la giovane artista, cresciuta multilingue, esplora il significato dei vecchi simboli nel contesto dei nostri giorni e permette di reinterpretarli nel suo lavoro nel senso di un aggiornamento artistico. Sotto forma di una nuova enciclopedia di simboli, che porta la firma artistica di Sabo, i simboli mistici e religiosi del passato ricevono un trattamento artistico contemporaneo e orientato al futuro. Molti dei simboli che oggi sono considerati obsoleti sono artisticamente reinterpretati da Sabo e il loro valore simbolico reso riutilizzabile per il XXI secolo.
INFO MOSTRA
Rita Sabo
Pianeta sacro
fino al 25.08.2024
MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo – Spazio corner
Via Guido Reni 4/a, Roma
Ingresso libero
Orari: Da MA a DO ore 11-19; LU chiuso
www.ritasabo.de
www.maxxi.art
www.oncevents.com/home
info@oncevents.com
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