Il 29 agosto prossimo Guido Coraddu porta il suo Miele Amaro all’interno di Progetto e Destino, la Biennale dell’Arte di Ulassai (NU), città natale di Maria Lai. Il titolo, Miele Amaro, nasce dalla suggestione della fondamentale antologia di poesia e prosa della Sardegna pubblicata da Salvatore Cambosu nel 1954, lettura imprescindibile per chi voglia approcciarsi alla cultura isolana. Tra i fili che legano tra loro i protagonisti della cultura sarda troviamo che Maria Lai fu allieva di Cambosu, e che il paese di Cambosu, Orotelli, è prossimo ad Orani, il paese natale di Costantino Nivola, gigante dell’arte del novecento e autore del sandcast riprodotto nella copertina dell’album di Coraddu.
Ricordiamo che Miele amaro è un progetto centrato sulle musiche dei più noti autori sardi di musica jazz: da Paolo Fresu a Gavino Murgia, da Marino de Rosas ad Enzo Favata, da Marcello Melis ad Antonello Salis, da Bebo Ferra a Silvia Corda, Riccardo Lay, Paolo Angeli.
Attraversando autori del presente e del passato Guido Coraddu racconta una Sardegna senza confini che ha saputo immaginare un linguaggio che intreccia l’identità culturale con il mondo contemporaneo compiendo il miracolo – piuttosto raro – di saper coniugare il sentimento di appartenenza con l’universalità. Se esiste un peculiare “jazz sardo” lo si può sapere solo ascoltando la musica di chi ha tracciato una via lunga quasi quarant’anni e tre generazioni.
Tralasciando l’intimo rapporto che ogni musicista ha con il proprio strumento (in alcuni casi un unicum, come per Paolo Angeli e la sua chitarra preparata), sceglie di raccontare questa musica e i suoi autori attraverso la tastiera, tanto classica quanto eterna e contemporanea, del pianoforte. Una trascrizione che si mantiene in equilibrio tra la rilettura jazzistica – che si appropria dei brani e li personalizza trasformandone a volte armonie e forme – ed il riferimento alla concezione originale delle composizioni.
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