Il presidente di Confimprese Palermo punta il dito sulle variazioni dell’autorizzazione originaria del centro commerciale e sul silenzio del SUAP e chiede un incontro ai vertici del Comune di Palermo
Confimprese Palermo, presumendo alcune irregolarità nella gestione delle autorizzazioni commerciali e non solo del Centro Commerciale Forum a Palermo , nei giorni scorsi ha presentato istanza di accesso ai documenti, con l’obiettivo di fare chiarezza. Il SUAP, però, “esaminata l’opposizione del controinteressato, la Multi Veste Italy S.R.L”(società proprietaria del centro commerciale) ha deciso di “non acconsentire” all’accesso ai documenti.
Una situazione che schiude scenari del tutto inaspettati. “Mentre appare ovvia la posizione della Multi Veste Italy 4 che si oppone alla richiesta -ha dichiarato il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice- molto meno comprensibile è la posizione del SUAP. Noi abbiamo indicato possibili violazioni di legge che andrebbero verificate a prescindere dalla nostra presunta mancanza di diritto all’accesso degli atti. Il SUAP, invece, si trincera dietro errati presupposti normativi, pur di non fare luce sulle nostre segnalazioni e sulle possibili irregolarità che, grazie all’esame dei documenti e dei dati, emergerebbero”.
La presa di posizione di Confimprese riguarda principalmente tre argomenti:
- il verbale della riunione del tavolo tecnico istituito con Delibera di Giunta n. 185/2019, citato nella delibera di Giunta G.M. 280/2021 e nella delibera di Consiglio Comunale 173/2022.
Verbale che manca all’appello.
- Il fatto che l’evoluzione delle autorizzazioni nel tempo autorizzate o assentite ha determinato causa di decadenza dell’autorizzazione del Centro Commerciale Forum, con particolare riferimento all’area occupata precedentemente dalla Ipercoop.
- Una possibile e accertabile violazione di legge compiuta dalla società H & M HENNES & MAURITZ S.R.L, il colosso svedese dell’abbigliamento low cost che ha allargato il suo punto vendita al Forum nel dicembre 2023.
Ma cosa è successo? Lo spiega Felice: “Il Comune di Palermo nel 2022 ha modificato la convenzione con la Multi Veste Italy. La procedura prevede la proposta della Giunta e l’approvazione in Consiglio comunale. Ebbene, sia nella delibera di Giunta che in quella del Consiglio Comunale appare un verbale di un presunto tavolo tecnico, la cui copia non risulta da alcuna parte e, dagli atti acquisiti sembrerebbe non esistere alcun verbale ed alcuna informazione alla parte politica come invece indicato sia nella delibera di Giunta che in quella del Consiglio Comunale.
Penso sia inutile ricordare – insiste il Presidente di Confimprese Palermo- che Giunta e Consiglio Comunale hanno approvato la modifica della convenzione con la Multi Veste Italy 4 essendo all’oscuro del fatto che il privato (la Multi Veste), aveva posto come condizione per la modifica della convenzione stessa, la richiesta di ampliamento del centro commerciale, con una procedura a dir poco discutibile ed era già stato autorizzato autonomamente dal SUAP nel 2021. Il Suap ora fa sapere che “Nessun altro atto di pari oggetto è nella disponibilità della scrivente Area.”, il che significa che il SUAP, pur non avendo nessuna pezza d’appoggio, ha citato questo passaggio fondamentale ovvero la riunione del tavolo tecnico che ha sicuramente condizionato il voto della Giunta e del Consiglio Comunale, con la conseguente approvazione dell’ampliamento di circa 1400 metri quadrati. I nuovi metri quadrati sono serviti per aumentare la superficie e le proposte commerciali dell’area ristorazione”.
Ed ancora. Con riferimento al secondo punto, il presidente Felice ricorda “ che l’articolo 11 del DPRS 11 luglio 2000, tra le cause di decadenza delle autorizzazioni delle grandi strutture di vendita e dei centri commerciali, inserisce le modifiche dei settori merceologici con variazioni superiore a 2500 metri quadrati per alcuni codici Ateco, tra i quali quello riguardante l’abbigliamento. Nel caso specifico, nel 2022 con il passaggio di insegne da Ipercoop ad una nuova catena di distribuzione, è stata ridotta la superficie di vendita all’interno di Forum da 10.000 metri quadrati a 5.000 metri quadrati. La metà sono adesso utilizzati per varie attività di big del settore abbigliamento. Mi chiedo- insiste Giovanni Felice- quale è il motivo per cui non si intende fare chiarezza. Perché, se abbiamo torto, daremmo una risposta trasparente anche agli operatori del centro commerciale che, viste le mutate condizioni di mercato rispetto al momento della firma dei contratti anni fa, oggi si trovano in serie difficoltà, con una generale flessione degli affari. Mi auguro – chiude la sua riflessione il Presidente di Confimprese Palermo- che il SUAP, aldilà del diniego dell’ accesso agli atti, intenda avviare le opportune verifiche e non assuma una posizione con il teorema delle tre scimmiette.
Infine, l’ultima nostra segnalazione riguarda un sicuro errore procedurale. Infatti, nonostante il centro commerciale è una unità unica e complessiva (in cui ogni attività ha autorizzazioni o ricevute di SCIA autonome nell’ambito di una superficie complessiva) la H&M nel dicembre 2023 ha presentato un ampliamento come se fosse fuori dal centro commerciale, oltre i metri quadrati previsti originariamente.
A questo punto– insiste il Presidente di Confimprese Palermo – il SUAP deve annullare l’ampliamento richiesto”.
Il numero uno di Confimprese Palermo giunge alle sue conclusioni. “Abbiamo riconfermato al SUAP la nostra posizione chiedendo di acconsentire al nostro accesso ai documenti; inoltre, abbiamo chiesto di procedere agli atti necessari a riportare, qualora le nostre indicazioni siano corrette, presupposti di legalità in una struttura che condiziona fortemente le dinamiche commerciali e non solo della nostra città.
Come previsto dallo Statuto Comunale, sulle questioni in oggetto -conclude il Vicepresidente Vicario di Confimprese Italia Giovanni Felice – abbiamo chiesto udienza all’Assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti ed informato il Sindaco di quanto sta avvenendo. Lasciare dubbi sulle questioni che abbiamo posto, significa mettere in discussione il rapporto tra cittadini ed amministrazione, e tra imprese ed Assessorato allo sviluppo economico, facendo intravedere una possibile disparità di trattamento nei confronti dei diversi soggetti economici che operano o intendono operare nella nostra città”.
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