Protagonista la kora, arpa tradizionale africana, e altri antichi strumenti
vivere, anche di sera, la dimora storica gestita da Fondazione Casa Lajolo e il suo giardino.
Protagonisti della serata Elena Russo, suonatrice torinese di kora, arpa tradizionale africana, e Carla Azzaro, percussionista. L’idea è lasciarsi rapire dalle note avvolgenti della kora e sorprendere dal ritmo composito delle cas cas.
“Suoni d’Africa” condurrà, infatti, in un’esplorazione della musica tradizionale africana, un mondo dove le zucche si trasformano in tamburi e dove ritmi e melodie si intrecciano e svelano i misteri delle cas cas e dei caxixi, della calebasse e della kora. Si tratta di antichi strumenti ancora assai diffusi in tutta l’Africa occidentale, costruiti a mano o con semplici utensili, usando materiali messi a disposizione dalla natura. I griot (cantastorie) sono soliti accompagnarsi con la kora, la tipica arpa africana: questa è solitamente accompagnata, a sua volta, da varie percussioni, diverse per sonorità e timbro. Ne nascono composizioni ed esecuzioni spontanee che costituiscono il richiamo, la cornice e spesso anche l’essenza di feste e celebrazioni e che si prestano naturalmente a fare da sfondo e alternativamente a essere protagoniste di una serata. Il repertorio è quello classico di Mali, Guinea, Senegal e Gambia.
La kora
La kora è uno strumento a corde pizzicate, un’arpa liuto africana tradizionale dell’etnia Mandinka diffusa in Senegal, Gambia, Guinea e Mali. Viene suonata dai griot (bardi o cantastorie) che, in quelle regioni, ancora tramandano la cultura orale. E’ dotata di ventuno corde tese tra la cassa di risonanza, fatta con mezza zucca lagenaria cava in cui si apre, lateralmente, la buca, e il manico di legno che l’attraversa; la tavola armonica è costituita da una pelle di mucca o di capra. Tre bacchette di legno, serrate tra la pelle e la zucca, costituiscono una sorta di intelaiatura che aiuta a sostenere il ponticello, appoggiato sulla pelle.
Le corde possono essere di budello o di nylon; l’accordatura, in scala diatonica, è ottenuta per mezzo di anelli o di chiavette, posti sul manico.
Elena Russo
Nata a Torino nel 1980, è laureata in Biologia all’università di Montpellier ed è istruttrice di vela ai Glénans. Dopo diversi anni di pianoforte si è dedicata allo studio delle percussioni africane con il maestro Bruno Genero e nel corso di numerosi viaggi in Africa occidentale. In seguito, con Nathalie Cora e Josh Doughty, si è specializzata nell’arpa tradizionale africana, la kora. Attualmente tiene concerti, accompagna corsi di danza africana e spettacoli teatrali. Costruisce anche le kore, tiene corsi sullo strumento e conduce laboratori anche nelle scuole.
Carla Azzaro
Nata a Ragusa nel 1988, si dedica fin da bambina alla danza jazz, classica e contemporanea. Dopo il diploma, lascia il mondo della danza che, in seguito, si è gradualmente intrecciata a quello della musica. Il suo percorso inizia con lo studio delle percussioni brasiliane con Gilson Silveira e delle percussioni africane con Masserigne Fall e Lorenzo Gasperoni. Attualmente, è impegnata come percussionista in formazioni piccole e medio/grandi, diverse per genere e carattere musicale. Occasionalmente collabora con musicisti e ballerini in progetti di natura più sperimentale.
Utilità
Nel biglietto (20 euro, under 25 pagano 15 euro), dopo un calice di vino di benvenuto della Cantina L’Autin di Pinerolo, la possibilità di visitare e passeggiare nel giardino illuminato di notte e,poi, di assistere al concerto. Acquistando due biglietti (nella stessa data) il terzo è al 50 per cento. Informazioni e prenotazioni dei concerti: info@casalajolo.it.
Casa Lajolo è in via San Vito 23 a Piossasco.
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I concerti nascono in occasione dell’inaugurazione del nuovo sistema di illuminotecnica, realizzato grazie al bando PNRR-Parchi a giardini storici e finanziato dai Fondi Next Generation EU: valorizza ora i punti più suggestivi di questo giardino, organizzato a stanze che offrono scenari sempre nuovi. Le luci richiamano l’attenzione sugli alberi secolari, come il cedro e il pino, giocano con muretti e aiuole, invitano a muoversi tra il piazzale in ghiaia con la collezione di agrumi in vasi, il giardino all’italiana delineato da cordonature e sculture in bosso e affiancato da un boschetto all’inglese delimitato da sette Taxus baccata, e poi più in giù, invitano a guardare verso ulivi e alberi da frutto, scorgendol’orto-giardino e il frutteto.
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