Rovereto (TN)
È uno dei dipinti più noti e apprezzati di Alfredo Catarsini, nonché tra i più richiesti per mostre tematiche e/o collettive; al MART di Rovereto (TN) ha spopolato per mesi nell’ambito dell’esposizione temporanea “Arte e fascismo” curata di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, che chiude il prossimo 29 settembre.
Rimane quindi una settimana per ammirare Il grano della bonifica lucchese – la grande tela (cm 233 x 300) che l’Artista viareggino realizzò nel 1940 per partecipare alla seconda delle tre edizioni del “Premio Cremona” (importante kermesse per giovani artisti provenienti da tutta Italia che si svolse tra il 1939 e il 1941 nel capoluogo lombardo e la cui prima edizione fu vinta proprio da Catarsini) – che dallo scorso mese di aprile è in mostra al MART di Rovereto.
Per la Fondazione Alfredo Catarsini 1899, che rintracciò e acquisì il dipinto alla fine del 2021, si tratta di un importante riconoscimento della propria azione che dal 2020 ha l’obiettivo di tenere viva l’attenzione sull’opera di Alfredo Catarsini creando occasioni espositive, trasmettendone i valori soprattutto alle nuove generazioni, proponendo momenti di studio e di approfondimento della sua opera e incoraggiando i giovani talenti.
Dopo la chiusura della mostra di Rovereto, il grande dipinto di Catarsini troverà definitiva dimora – e potrà essere nuovamente ammirato – in una delle sale del neonato Museo d’Arte Moderna Quarto Platano, a Villa Bertelli di Forte dei Marmi, che è anche tappa del cammino I luoghi di Catarsini.
Tre anni di successi
Dopo un lungo periodo di oblio e la fugace comparsa a un’esposizione a Seravezza (LU) dedicata al mondo agricolo, all’inizio del 2022 Il grano della bonifica lucchese ricomparve a Grosseto grazie all’interessamento di un antiquario e subito tornò visibile a tutti: prima in una galleria del capoluogo maremmano, poi nella Galleria di arte moderna e contemporanea di Viareggio infine, nella primavera dello stesso anno, figurò tra i protagonisti di “Alfredo Catarsini: dalla darsena alla Linea gotica. Paesaggi, figure e grandi composizioni pittoriche (1917 – 1945)”, la prima mostra retrospettiva dedicata all’arte di Catarsini, curata dallo storico dell’arte Rodolfo Bona, e aperta fino all’8 maggio 2022.
Al termine dell’esposizione, il grande dipinto fu traslato nel vicino Palazzo Ducale di Lucca, sede della Provincia, dove vi è rimasto fino all’inizio di quest’anno, quando è stata cercata un’altra adeguata collocazione al dipinto, individuata in una sala del secondo piano di Villa Bertelli, a Forte dei Marmi, dove entro giugno dovrebbe vedere la luce il “Museo d’arte moderna Il Quarto Platano”; tra l’altro Villa Bertelli è stata scelta anche perché è la tappa fortemarmina del “Cammino I luoghi di Catarsini”, che ospita anche il laboratorio esperienziale per non vedenti e ipovedenti.
Nell’attesa della sua definitiva collocazione a Villa Bertelli – che avverrà nella prima quindicina del prossimo mese di settembre – il grande dipinto di Catarsini è stato prima protagonista dell’apertura della grande antologica dedicata all’Artista viareggino dal titolo “Il Novecento di Catarsini. Dalla macchia alla macchina” allestita a Villa Mirabella del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera (BS) e adesso è “ospite” di lusso al MART di Rovereto per quasi cinque mesi.
Un quadro importante
Per la prima volta Il grano della bonifica lucchese compare in una foto che ritrae il pittore durante la sua realizzazione; quella foto, involontariamente diventata per anni l’“indizio” di una ricerca, fu pubblicata nel volume Alfredo Catarsini. L’arte vera affascinante amica, a cura di Elena Martinelli e Claudia Menichini, presentato nell’estate del 2021 alla Versiliana dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e dalla Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno Cristina Acidini. In quell’occasione fu proprio Sgarbi a indicare Catarsini come uno dei pittori italiani, tra quelli che parteciparono alle tre edizioni del “Premio Cremona”, da valorizzare di più perché rappresentanti un’arte fortemente innovativa.
Da parte sua lo storico dell’arte Rodolfo Bona, sulla scheda del dipinto scrisse: «Il secondo ‘Premio Cremona’, si tenne dal 19 maggio al 21 luglio 1940. Il grano della bonifica lucchese fu dipinto tra il 1939 e la fine d’aprile del 1940 ed è firmato in basso a destra ‘A. Catarsini’. Reduce dal successo ottenuto alla prima edizione del Premio Cremona del 1939, l’anno successivo il pittore inviò a Palazzo Affaitati di Cremona il dipinto Il grano della bonifica lucchese. L’esposizione fu dedicata a ‘La Battaglia del grano’ e, anche se non vinse alcun premio, il quadro fu apprezzato sia in Italia sia alla Künstlerhaus di Hannover, dove venne esposto lo stesso anno fra i 69 quadri accuratamente selezionati fra i meno noti al pubblico tedesco, nell’ambito del gemellaggio culturale con la città della Bassa Sassonia. In anni più recenti è riapparso a Seravezza, nell’ambito di una mostra dedicata al lavoro agricolo e, perfettamente conservato, consente oggi di apprezzare la stesura pittorica e le scelte cromatiche del pittore, caratterizzate da una pittura chiara e luminosa che si fa più solida nei piani più vicini per divenire più leggera nello sfondo. Acquistato quindi dalla Fondazione Catarsini, nell’ambito di un più vasto recupero della produzione del pittore, può oggi essere nuovamente visibile al pubblico. Delle tre opere che Catarsini presentò al ‘Premio Cremona’, Il grano della bonifica lucchese è l’unica rintracciata, a testimonianza della generale dispersione dei quadri che concorsero al ‘Premio Cremona’ fra 1939 e 1941 e dell’importanza della ricomparsa dell’acquisizione dell’opera».
In definitiva, il dipinto rappresenta un tassello importante della produzione del pittore viareggino ed è tornato disponibile per ammiratori e studiosi dell’opera di Catarsini, permettendo a tutti di comprenderne meglio la parabola artistica.
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