21 Novembre 2024

Zarabazà

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MamaBaba: “Con la mia musica vorrei regalare emozioni”

Iconica, determinata, talentuosa e ironica, MamaBaba, è un’artista unica e una donna coraggiosa che fa della musica la propria missione. Cantautrice atipica, ama creare emozioni attraverso la sua voce e la sua idea di musica; semplice, elegante, dolce e forte allo stesso tempo. Decisa e coriacea, per una doppia vita a contatto con la natura e la musica, sempre fedele ai propri interessi e alla propria integrità. Una donna ferma che ama la musica e a cui ha dedicato parte della propria vita, reinventandosi e iniziando così un percorso di crescita personale e di maturazione professionale e artistica. Dallo stile unico e all’avanguardia, fedele alla propria idea e riuscendo a rinnovarsi senza snaturarsi, MamaBaba riesce a mantenersi vera, rappresentandosi con una certa sincerità e riuscendo così a portare la sua essenza nei progetti che la vedono protagonista. 

Sei stata tra le protagoniste della finale del Sanremo Rock, che tipo di esperienza è stata per te?

Esperienza meravigliosa! Non mi aspettavo di arrivare tanto lontana, figuriamoci pensare di arrivare tra i finalisti. Mi sono divertita ed emozionata, anche perché sono stata selezionata tra migliaia di artisti e non era così scontato essere scelti. Poi le finali le vinci e le perdi, quello poco importa, però essere arrivata fin qui mi ha fatto capire che quello che faccio è buono e che la direzione che sto intraprendendo è quella giusta.

In queste occasioni, il confronto è quasi d’obbligo. Diversi sono gli artisti emergenti che hanno partecipato alla manifestazione, ma come ti poni con la nuova generazione?

È stato molto divertente partecipare ad un evento dove erano presenti tanti artisti così diversi tra loro. Confrontarsi con i giovani è stato stimolante, è stato bello vedere diversi generi e diverse forme di scrittura partecipare a questa manifestazione. Poi, per quanto mi riguarda, subentra anche l’emozione e sapere di arrivare alle persone, nonostante un contesto più giovanile, fa molto piacere. Infatti, c’è un bell’aneddoto legato a questa manifestazione: durante la fine della serata, il conduttore, anche lui un ragazzo giovane, mi ha detto di essersi emozionato ascoltandomi cantare. Ecco, arrivare anche ai più giovani è per me la vera vittoria!

Ci sono artisti della nuova generazione che ti incuriosiscono?

Ovviamente sì! Anche se non è più giovanissimo, dico Marco Mengoni. Lui per esempio è spaziale. Un artista completo e capace di arrivare veramente a tutti e in grado di cantare qualsiasi cosa. Ad esempio, Due vite è un capolavoro e lui la canta in maniera impeccabile. Poi mi piace molto anche Lazza, che è veramente bravo a scrivere; apprezzo Ghali che scrive dei testi molto personali e poi direi Achille Lauro, lo trovo geniale anche se ogni tanto gli capita di cadere nel commerciale. Ci sono quindi diversi artisti che mi piacciono e poi ovviamente ci sono anche artisti che mi convincono meno.

MamaBaba – Ph. Sara Sullivan Peccianti

Parlando di Due Vite, tra i tuoi progetti c’è anche un album di cover, dove hai reinterpretato dei grandi brani a modo tuo. C’è una forma di responsabilità nel ricantare un pezzo di un altro artista, anche se personalizzandolo a modo tuo?

Sento la necessità di interpretare a mio modo quello che canto. Altrimenti sarebbe solo una sorta di grande karaoke. Mi piace confrontarmi anche con brani non miei e quindi, perché non mettere un qualcosa di mio in quello che porto? È stato bello interpretare questi brani e renderli personali, spero di essere stata rispettosa, ma anche di aver trasmesso un qualcosa di mio.

In questi anni di musica ti sei divertita a giocare e a cantare diverse cose, dalle cover agli inediti. Cosa ti porta a provare e a sperimentare un genere?

Sicuramente la curiosità! Una cosa mi deve incuriosire e piacere. Solo così posso immergermi in un progetto e confrontarmi con un genere. Per esempio, ultimamente sto lavorando con il pop cinese, che è diversissimo rispetto al k-pop. Il cino pop, come mi piace chiamarlo, è un genere che mi ha preso da subito, per la musicalità che trasmette e per come ti arriva. Anche se scrivere un testo italiano su questo genere non è facilissimo, secondo me è quel tipo di melodia che si sposa perfettamente con il mio modo di sentire e con il tipo di scrittura che voglio portare avanti.

Tra i tuoi progetti, c’è anche un lavoro dove canti le grandi donne della musica blues. Anche qui, una bella responsabilità raccontare grandi storie per arrivare al tuo pubblico…

È sicuramente una grande responsabilità! Anche perché l’obiettivo di questo progetto è raccontare realmente chi fossero queste donne e far arrivare a tutti cosa hanno portato, con le loro storie e i loro messaggi. Da questo poi ho tirato fuori anche un recital contro il femminicidio, che porto avanti con grande orgoglio e determinazione. Anche qui, mi piace raccontare la storia che si cela dietro un momento o un attimo. L’intento è di far arrivare questi racconti al pubblico in tutta la loro onestà. Tuttavia, non è sempre facile, specialmente se devo utilizzare delle canzoni inglesi, e così mi piace cercare delle accortezze per rendere tutti partecipi.

Arrivare a tutti ed entrare nel cuore delle persone, anche attraverso quelle accortezze di cui mi parlavi…

Importantissimo per me è entrare in rapporto con il pubblico e quindi sono convinta che il pubblico vada aiutato in certe occasioni. Per esempio, durante i concerti mi piace far avere al pubblico i testi dei brani che canto e se in lingua, mi piace proporre la traduzione. È una piccola accortezza per rendere il pubblico parte integrante e soprattutto partecipe.