Ravasi: chi furono i tre Papi anticipatori della dimensione interculturale che trasforma le pietre in esseri quasi viventi
Alfonsina Russo “crediamo fortemente che la cultura sia uno strumento di pace”
“In occasione del Giubileo puntiamo ad aprire le Catacombe ancora chiuse al pubblico” il Presidente Iacobone lancia a Paestum il nuovo progetto.
E con il Passaporto del Pellegrino visita alle sei Catacombe della Capitale
“Attraverso i reperti storici si tramandano i valori che li hanno generati”. Lo ha detto Monsignor Andrea Bellandi, arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno, giunto nel pomeriggio alla BMTA di Paestum per assistere all’incontro “Cultura, archeologia, turismo: identità mediterranee” organizzato dal “Cortile dei Gentili” (Fondazione guidata dal Cardinal Gianfranco Ravasi per promuovere il dialogo tra credenti e non credenti sulle grandi questioni etiche e culturali del nostro tempo) in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e con la partecipazione dei Direttori del Colosseo Alfonsina Russo e di Pompei Gabriel Zuchtriegel.
“Per questo motivo – ha detto Monsignor Bellandi – ogni trasmissione del Sapere è un fattore di civiltà. Manifestazioni come questa non sono solo promozione del territorio, ma diffondono attenzione e sensibilità verso il patrimonio che genera conoscenza e rispetto di ogni cultura. Allo stesso modo la diversità non deve spaventare, ma serve ad arricchire la capacità di rispetto di tutte le culture, trasmettendo valori di profonda spiritualità che in questi tempi oscuri sono molto importanti”.
Grande attesa per l’intervento del Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e Fondatore del “Cortile dei Gentili”, che ha illustrato il rapporto tra i Papi e l’archeologia. Affascinante il suo racconto-visita all’interno dello Stato Pontificio: 0,44 chilometri quadrati interamente occupati da musei, monumenti e giardini; una cittadella archeologica voluta dai Papi che hanno saputo così “anticipare questa dimensione interculturale espressa attraverso le pietre che diventano quasi viventi”. “Si parte – ha detto – da una data: il 14 gennaio 1506, quando sul colle Oppio i vignaioli scavano la vigna De Fredis e, impressionante, emerge una parte del complesso statuario del Lacoonte. Il Papa era Giulio II, il Papa Guerriero. Ora il complesso si trova nell’Ottagono dei Musei Vaticani. È questa la data di inizio dei Musei Vaticani. Poi arrivano i tre Papi, coloro che hanno considerato l’archeologia una base del dialogo interculturale, lasciando al mondo un’impronta tangibile. Sono Clemente XIV, eletto papa nel 1769, che costruisce il Museo Pio Clementino in cui si trova, per esempio, uno zoo di pietra e una struggente immagine di Arianna abbandonata da Teseo; Pio VII, eletto con un conclave di 104 giorni, con il Museo Chiaromonti e una vera foresta statuaria greco-romana, oltre alla Galleria Lapidaria, biblioteca di pietra; Gregorio XVI, eletto nel 1830, con una sensibilità ancora maggiore verso il dialogo interculturale, con il Museo Egizio, il Museo Etrusco e il Museo profano.
Pasquale Iacobone, Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, nel moderare l’incontro, ha ricordato anche la figura di Pio IX che creò il centro delle Catacombe romane.
Rendere quanto più fruibili e accessibili le Catacombe già aperte e aprirne altre ancora non visitabili in occasione del Giubileo 2025; è proprio quanto si prefigge la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra per il prossimo anno: “Abbiamo lanciato l’iniziativa Il Cammino dei Martiri, una sorta di passaporto del pellegrino ideato per quanti, durante il Giubileo, vorranno percorrere un itinerario presso le memorie dei Martiri custodite nelle catacombe di Roma”. Il “passaporto” si ottiene solo ed esclusivamente nelle biglietterie delle sei catacombe della capitale aperte al pubblico (Priscilla, S. Agnese, SS. Marcellino e Pietro, S. Callisto, S. Sebastiano, Domitilla); totalmente gratuito, è valido dal 25 dicembre 2024 al 6 gennaio 2026. In ognuna delle sei catacombe aperte al pubblico il pellegrino troverà le postazioni dove sarà possibile apporre un timbro sul “passaporto”, nella casella corrispondente alla catacomba visitata; il pellegrino che avrà completato la visita di tutte le sei catacombe, avendo il “passaporto” adeguatamente timbrato, potrà richiedere una pergamena che attesti il percorso completo.
“Il Ministero della Cultura è impegnato sul dialogo in questo momento particolare – ha assicurato Alfonsina Russo, Capo del Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale – Lo stesso Colosseo, con il suo Parco archeologico, è un simbolo della forza dell’archeologia e la via Appia, entrata a far parte del patrimonio dell’Umanità, è una via di pace e di collegamento tra Roma e Gerusalemme. Crediamo fortemente che la Cultura sia uno strumento di Pace”.
Il Direttore del Parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, ha ricordato che “c’è una bellezza anche dell’umiltà. Il sito di Pompei è fatto soprattutto di piccole case, oltre a quelle grandi più conosciute”.
Hanno partecipato all’incontro Francesco Di Nitto, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede e Rajae Naji, Ambasciatrice del Regno del Marocco presso la Santa Sede.
La BMTA è promossa da Regione Campania, Città di Capaccio Paestum, Parchi Archeologici di Paestum e Velia in collaborazione con la Camera di Commercio di Salerno, la Provincia di Salerno, il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.
Ideata e organizzata dalla Leader srl.
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