Riapre al pubblico sabato 30 novembre la Casa Museo Carol Rama, in via Napione 15 a Torino, chiusa da nove mesi. La Fondazione Sardi per l’arte ha assunto la gestione della casa, retta nei cinque anni precedenti dall’Archivio Carol Rama.
Si potrà, dunque, tornare a varcare l’ingresso della casa di Vanchiglia dove Carol Rama, artista torinese di fama internazionale, ha abitato e lavorato dagli Anni Quaranta fino alla sua scomparsa, avvenuta il 24 settembre 2015. Questa casa, da ordinato appartamento borghese com’era inizialmente, si è venuto via via configurando come un’installazione totale in cui s’alternano disegni e tele dell’artista a opere di Man Ray e di Andy Warhol, oggetti d’arte primitiva a monili vari, fotografie alle pareti.
Nuova identità grafica, sito e orari
La riapertura si accompagna a una nuova identità grafica, firmata da Paolo Cagliero e Alex Steiner che a Torino hanno lavorato anche alla Fondazione Giulio e Anna Paolini e al Museo Casa Mollino.
Loro la firma anche sul nuovo sito internet, www.casamuseocarolrama.it, che presenta l’artista e la Casa Museo. Su questa piattaforma è possibile prenotarsi: ogni visita, proprio per preservare gli ambienti, accoglie un massimo di cinque visitatori.
I tour guidati, in italiano o in inglese, sono possibili il martedì e il giovedì alle 18, ma, in funzione delle richieste, potranno essere attivate in questi giorni visite anche alle 15 e 16,30. Il sabato, invece, visita guidata alle 10 e alle 15, con possibili turni aggiuntivi alle 11,30, 16,30 e 18.
La Fondazione Sardi per l’Arte e la Casa Museo
La Fondazione Sardi per l’Arte, istituzione privata torinese fondata nel 2014 da Pinuccia Sardi, ha scelto di dedicare una parte significativa della propria attività alla promozione, conoscenza e valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea, con un focus particolare sul sostegno dell’opera di Carol Rama.
Nel 2019, con l’obiettivo di preservare l’abitazione dell’artista, la signora Sardi ha acquisito i beni custoditi nella casa, sottoposti a vincolo dalla Soprintendenza nel 2016, e li ha concessi in comodato all’Associazione Archivio Carol Rama che s’è occupata dell’organizzazione e della conduzione delle visite guidate fino a marzo 2024, quando la gestione della Casa Museo e dei tour guidati è stata affidata dalla signora Sardi alla Fondazione Sardi per l’Arte.
Nel 2014, grazie al sostegno della Fondazione Sardi per l’Arte, ricordiamo che è anche stato pubblicato il volume dedicato alla casa “Il magazzino dell’anima”, con testi di Cristina Mundici e fotografie di Bepi Ghiotti. Inoltre, nel 2023, la Fondazione ha reso possibile la pubblicazione del catalogo ragionato dell’artista, curato da Cristina Mundici, Raffaella Roddolo e Maria Grazia Messina.
La Casa Museo
Ve l’aspettereste la copertina di un disco dei Rolling Stones nella Casa Museo di Carol Rama? Non è un titolo qualunque, peraltro, ma “Sticky Fingers”: una copertina progettata da Andy Warhol che volle una vera zip sulla riproduzione dei jeans lì raffigurata. È in bella vista ed è traccia dell’epoca in cui – a cavallo degli anni Settanta – Carol Rama frequentò ambienti internazionali: sulle parete alle spalle del disco, c’è una fotografia di Carol Rama con Andy Warhol e Liza Minnelli e, poi, eccone un’altra del gallerista Luciano Anselmino insieme a Andy Warhol con una dedica speciale: “Per la piccola ‘grande’ Carol, con tutta l’amicizia di Luciano 1973”.
La Casa Museo ha preso forma accumulando oggetti: ma come ci rivela questo angolo, nulla è stato messo a caso e tutto mostra la firma dell’artista.
Molte le possibili letture: ci si può concentrare sui singoli oggetti dalle provenienze e dalle epoche più disparate, a farsi trascinare nella visione dell‘insieme dove quello che conta non è il singolo pezzo ma la travolgente fascinazione complessiva; si possono cogliere dati e suggestioni che contribuiscono ad approfondire la conoscenza della pittrice o vedere in sezione le varie epoche culturali attraversate in settant’anni di vita e di lavoro.
La storia personale e le storie altrui si sovrappongono negli ambienti dell’appartamento, nel “magazzino” secondo una definizione del’artista, strutturato come rappresentazione di sé.
«Lei viveva sopra questo grande letto che era una specie di baldacchino, di ara, di altare, e riceveva lì, e da lì poi passavano tutti, Pavese, Calvino, Raf Vallone, Mila – ha scritto Nico Orengo – È passata credo tutta Torino, Fossati, Vallora. Ma non tutti dicevano che andavano lì. Perché secondo me, questa sua carica verbale erotica così forte piaceva, dava quel che si dice un frisson intellettuale, ma poi in una Torino grigia, in una Torino di fabbrica che poteva essere l’Einaudi come poteva essere naturalmente la Fiat tutto era rigoroso, tutto era bianco, tutto era molto trattenuto».
Altra peculiarità le tende nere alle finestre: l’artista le volle per non avere distrazioni e potersi concentrare al meglio sulla creazione artistica. Per lo stesso motivo, diede del lucido da scarpe nero sulle pareti.
Utilità e nuovi recapiti
L’intero costa 40 euro, ridotto studenti 20 euro.
Chi ha l’Abbonamento Torino Musei paga 30 euro.
I nuovi recapiti della Casa Museo sono: 351 4116307, info@casamuseocarolrama.it.
La Casa Museo è su Instagram e Facebook.
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