“Il 25 novembre è una data simbolica, ma la lotta agli abusi contro le donne è un impegno quotidiano: la galleria vuole contribuire a sensibilizzare le coscienze, soprattutto quelle dei giovani, affinché siano consapevoli e capaci di riconoscere e contrastare qualsiasi forma di prevaricazione”: a dichiararlo è Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del “Centro d’arte Raffaello” di Palermo, in occasione della Giornata internazionale dedicata al fenomeno della violenza di genere.
Anche quest’anno, come in passato, sarà esposta per tutto il corso della giornata, l’opera di un artista del “Centro d’arte Raffaello” per veicolare, attraverso la forza delle immagini, contenuti e pensieri che mirano a stimolare riflessioni e a tenere viva l’attenzione sulle dinamiche sociali più attuali.
La scelta è ricaduta sull’opera dello scultore di origine ragusana Alberto Criscione, “Venus Supervacua”, esposta nella sede di via Emanuele Notarbartolo 9/E insieme a un paio di scarpe rosse, simbolo ormai universalmente riconosciuto della battaglia contro il femminicidio.
“Si tratta – spiega la dottoressa Sabrina Di Gesaro – della versione femminile del torso Supervacua già presente in galleria dal 2022: una continua ricerca sulla leggerezza dei corpi, visti come involucri sottili e vuoti, figure estrapolate dal mito con cui l’autore sembra volerci comunicare la sua nostalgia per l’arte antica”.
“In realtà – precisa il direttore artistico – dietro l’opera si cela anche il desiderio di usare il passato per immaginare un possibile futuro, denso di nuovi significati”.
“Questo auspicio è anche il nostro – prosegue – e, in tal senso, vogliamo essere partecipi di un percorso di cambiamento duraturo, in cui la violenza sia soppiantata dal confronto e dal dialogo”.
IL SIGNIFICATO DELLE GRAFICHE
In vetrina, ci sono anche “Game over” e “Dual core”, due grafiche dello stesso Alberto Criscione: la prima è un lavoro sul tema della guerra e della retorica a essa collegata, caratterizzata dall’abuso del linguaggio machista che prevale sul dialogo.
La Venere raffigurata fa un nodo alla pistola che tiene in pugno, lasciando intendere che l’umanità potrà uscire dalla barbarie solo attraverso la grazia, la bellezza e l’armonia.
La seconda è la versione contemporanea della Kore, termine con cui gli antichi greci indicavano una fanciulla.
Spesso l’immagine è stata associata a Persefone, la figlia di Demetra che fu rapita da Ade e resa immortale: dal suo mito nascono i riti legati ai cicli della natura.
“La galleria d’arte di cui sono responsabile – spiega Sabrina Di Gesaro – ha sempre inteso il proprio ruolo non solo come spazio espositivo, ma anche come polo culturale capace di toccare, attraverso le opere dei propri artisti, le corde più profonde dell’animo degli osservatori”.
Già negli anni passati, infatti, il “Centro d’arte Raffaello” ha dedicato le proprie vetrine ad alcune tematiche di grande rilevanza sociale: tra esse, anche i diritti degli animali e il rapporto tra uomo e biodiversità.
“Ritengo che l’arte, in tutte le forme possibili – conclude – sia uno strumento capace di promuovere cambiamenti culturali profondi, contribuendo a costruire una società che custodisce valori come il rispetto dell’altro, l’uguaglianza di genere e le pari opportunità”.
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