22 Novembre 2024

Zarabazà

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Dalle Alpi alla Sicilia, viaggio in Italia in 4K con immagini mozzafiato All’Astra “Amate sponde”, il doc che racconta in musica l’anima del nostro Paese

Il 16 marzo il regista Eronico presenta il film in sala

“Il Paese più bello del mondo come non lo abbiamo mai visto”. Arriva al cinema Astra di piazza Beccaria il documentario “Amate sponde” di Egidio Eronico (Italia, 2022 – 78 minuti) che sarà proiettato giovedì 16 marzo alle 21 alla presenza del regista. Il documentario è un grande viaggio in Italia per sole immagini e musica. Un percorso mozzafiato dalle Alpi alla Sicilia alla scoperta di luoghi, volti, paesaggi, persone, fabbriche, culture, strade, palestre, case, spiagge. Il film documenta lo stato di salute del paesaggio complessivo italiano. Un’indagine del Paese, che spazia dal punto di vista geofisico a quello ambientale, dalle problematiche economiche a quelle produttive, dalla situazione socio-demografica e abitativa agli aspetti antropologici e culturali. Si parte dal passato remoto e da tradizioni che ancora si perpetuano per giungere ai livelli massimi della tecnologia non dimenticando l’osservazione degli esseri umani nel loro quotidiano ed anche nella loro eccezionalità.

Un viaggio dentro un’Italia segnata da forti disuguaglianze e ciò nonostante in continua trasformazione nella difficile corsa verso uno sviluppo sostenibile, problematicamente sospesa tra il vecchio e il nuovo e alla sempre più ardua ricerca di un equilibrio per salvaguardare il proprio territorio. Presentato alla Festa del cinema di Roma e al Festival di Torino, il documentario è un viaggio in Italia con immagini eccezionali, girate in 4k ad altissima definizione, e una colonna sonora avvolgente, onirica e potente, realizzata da Vittorio Cosma (PFM, Elio e le Storie Tese, Deproducers, Gizmodrome).

“Questo documentario – ha detto il regista Eronico – è il racconto possibile di un Paese nel suo contraddittorio eppure vitalistico presente, in un film dove l’interazione fra immagine e suono mediata dal montaggio si fa racconto fisico ed emotivo. E che sulle tracce di Ejzenstejn vuole spingere lo spettatore a vedere la musica e ascoltare le immagini, perché l’importante non è tanto il cercare di capire, quanto il provare a sentire ciò che siamo, dove ci troviamo e quel che non vogliamo perdere”.