, venerdì 29 luglio,
Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo il direttore musicale Omer Meir Wellber, anche solista alla fisarmonica e al clavicembalo. Al mandolino, con i suoi travolgenti virtuosismi, Jacob Reuven.
È ancora la danza ad essere protagonista il 29 luglio alle 21:15 al Teatro di Verdura, con il Gala Wellber & Dance, che celebra con una successione di pezzi di bravura il Corpo di ballo del Teatro Massimo e i primi ballerini ospiti dell’Opéra di Parigi, Silvia Saint-Martin e l’italiano Francesco Mura. A condurre l’incontro tra l’Orchestra del Teatro Massimo e i ballerini è l’eclettico direttore musicale della Fondazione, Omer Meir Wellber, che dirige musiche di Léo Delibes, Gustav Mahler, Ludwig Minkus, Antonio Vivaldi, Astor Piazzolla e sarà anche solista alla fisarmonica e al clavicembalo. Orchestra e Corpo di di ballo del Teatro Massimo. Luci di Salvatore Spataro.
Il Gala prende le mosse dal passo a due dei solisti ospiti Silvia Saint-Martin e Francesco Mura che danzeranno sulle musiche di Léo Delibes, da La source e Coppélia, le coreografie di José Carlo Martínez, direttore del Corpo di ballo dell’Opéra di Parigi di cui recentemente il Teatro Massimo ha ospitato il balletto Le corsaire. I costumi sono di Agnès Letestu. Segue un altro passo a due, “Proximity or Closeness”, sulle musiche del Quartetto per pianoforte e archi in La minore di Gustav Mahler firmato dal giovane coreografo Ermanno Sbezzo. Ad interpretarlo i solisti pluripremiati del Corpo di ballo del Teatro Massimo, Linda Messina e Michele Morelli, che hanno recentemente ricevuto l’invito a partecipare in rappresentanza del Teatro Massimo alla XXVIII edizione del prestigioso Miami International Ballett Festival. Ad accompagnarli un quartetto formato da tre prime parti dell’Orchestra del Teatro Massimo Silviu Dima al violino, Rosario D’Amato alla viola, Giuseppe Nastro al violoncello con Omer Meir Wellber al pianoforte. I costumi sono di Vittorio Piccinini.
Chiude la prima parte del programma il Grand Pas Classique Paquita,, di cui è autore il direttore del Corpo di ballo Jean-Sèbastien Colau, che ha creato con la sua coreografia un omaggio al balletto classico di Petipa su musiche di Ludwig Minkus e Édouard Deldevez sulle vicende della giovane e povera gitana che scopre le sue origini nobili. A danzare la scena del matrimonio tra Paquita e Lucien D’Hervilly sono i solisti del Teatro Massimo Martina Pasinotti e Alessandro Cascioli. Insieme a loro, i solisti del Corpo di ballo del Teatro, Francesca Davoli, Rebecca Storani, Yuriko Nishihara, Chiara Sgnaolin e Alessandro Casà e il Corpo di ballo del Teatro. I costumi sono di Giusi Giustino.
Nella seconda parte del programma cambiano i ritmi e le sonorità con Le quattro stagioni di Vivaldi e Las cuatro estaciones porteñas di Piazzolla interpretate alla fisarmonica e al clavicembalo dal direttore musicale Omer Meir Wellber con la complicità di Jacob Reuven, uno dei più ricercati e apprezzati virtuosi di mandolino, i cui larghi orizzonti musicali si estendono dalla musica barocca a quella contemporanea. Reuven domina le interpretazioni del repertorio per violino solo, affermandosi come il primo mandolinista che abbia eseguito repertorio violinistico sul mandolino con un’orchestra israeliana. Partendo dall’Inverno di Vivaldi, Wellber, Reuven e l’Orchestra del Teatro Massimo alternano le stagioni del compositore veneziano e quelle “porteñe” di Piazzolla. E proprio sulle note dell’Inverno delle “Cuatro estaciones porteñas” Silvia Saint-Martin e Francesco Mura danzano “Silvia” la nuova creazione del coreografo Vincenzo Veneruso, dedicata proprio alla ballerina francese. Un passo a due che celebra l’amore e quel sentire improvviso e misterioso che fa scoccare il cosiddetto “colpo di fulmine” tra due persone. Seguono poi, sempre alternando Vivaldi e Piazzolla, Primavera, Estate e infine l’Autunno.
Altri articoli
“Amarcord ferrarese 3”: in sala Agnelli l’ultimo libro della trilogia di Giorgio Ferrari
Natale, pediatri Sipps al fianco di mamme e papà per una genitorialità responsiva
LAVORO, INAPP: “OCCUPAZIONE AUMENTA MA NON MIGLIORA IL GAP DI GENERE CHE IL PAESE NON SI PUO’ PIU’ PERMETTERE”