17 Dicembre 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

Settore Musei Civici Bologna: le sedi e le mostre aperte martedì 15 agosto 2023

Con l’avvicinarsi di Ferragosto, vi ricordiamo le sedi del Settore Musei Civici Bologna che martedì 15 agosto 2023 saranno regolarmente aperte per consentire la visita in occasione della giornata festiva:
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10-19
Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) ore 10-19
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10-18.30
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10-18.30
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) ore 10-19
Museo Morandi (via Don Minzoni 14) ore 10-19
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10-19
Per maggiori informazioni si invita a consultare il sito www.museibologna.it.

Grace Jones in Concert in Birmingham in 1989 Photo by Mark Allan

Vi segnaliamo inoltre la variegata proposta di mostre temporanee che, oltre alle collezioni permanenti, potranno essere visitate dai cittadini e dai turisti che sceglieranno di trascorrere in città una giornata dedicata all’arte:

Museo Civico Archeologico | via dell’Archiginnasio 2
Sekhmet, la Potente. Una leonessa in città
A cura di Daniela Picchi
Periodo di apertura: fino al 31 dicembre 2023
Orari di apertura: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica e festivi: ore 10-19; chiuso martedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale € 2 giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: 051 2757211
Sito web: www.museibologna.it/archeologico

Sekhmet, la potente. Una leonessa in città
Veduta di allestimento, Museo Civico Archeologico, Bologna, 2021
Foto Alessandro Galli | Courtesy Settore Musei Civici Bologna

Fino al 31 dicembre 2023 un’ospite di eccezionale rilievo ha trovato dimora presso il monumentale atrio di Palazzo Galvani grazie alla generosa collaborazione del Museo Egizio di Torino ha concesso in prestito uno dei suoi capolavori più rappresentativi: una statua colossale di Sekhmet, materializzazione terrestre della temibile divinità egizia con testa di leonessa e corpo di donna, di cui il museo torinese conserva una delle più grandi collezioni al di fuori dell’Egitto, composta da 21 esemplari.
Divinità dalla natura ambivalente, al contempo di potenza devastatrice e dispensatrice di prosperità, Sekhmet, ovvero “la Potente”, venne raffigurata in varie centinaia di statue per volere di Amenhotep III, uno dei faraoni più noti della XVIII dinastia (1388-1351 a.C.), allo scopo di adornare il recinto del suo “Tempio dei Milioni di Anni” a Tebe Ovest.
Alcuni studiosi ipotizzano che il gigantesco gruppo scultoreo fosse composto da due gruppi di 365 statue, una in posizione stante e una assisa per ogni giorno dell’anno, così da creare una vera e propria “litania di pietra”, con la quale il faraone voleva pacificare Sekhmet tramite un rituale quotidiano. La regolarità dei riti in suo onore servivano infatti a placarne l’ira distruttrice che la caratterizzava quale signora del caos, della guerra e delle epidemie, trasformandola in una divinità benevola e protettrice degli uomini.
Nella collezione egizia del Museo Civico Archeologico di Bologna è presente il busto di una di queste sculture che – grazie al confronto con la Sekhmet seduta in trono proveniente dal Museo Egizio di Torino – potrà così riacquistare, almeno idealmente, la propria integrità creando una proficua occasione di confronto e ricerca scientifica.
La curatela scientifica è di Daniela Picchi.


Museo Civico Medievale | via Manzoni 4
Gli Assiri all’ombra delle Due Torri. Un mattone iscritto della ziggurat di Kalkhu in Iraq e gli scavi della Missione Archeologica Iracheno-Italiana a Ninive
A cura di Nicolò Marchetti
Periodo di apertura: fino al 17 settembre 2023
Orari di apertura: martedì, giovedì 10-14; mercoledì, venerdì 14-19; sabato, domenica, festivi 10-19; chiuso lunedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale giovani 19-25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: 051 2193916 – 2193930
Sito web: www.museibologna.it/arteantica

Immagine guida della mostra

L’iniziativa espositiva, a cura di Nicolò Marchetti, è promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica, King Abdulaziz Chair for Islamic Studies | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e Missione Archeologica Iracheno-Italiana a Ninive in occasione della restituzione all’Iraq di un oggetto mesopotamico sequestrato in Italia da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Si tratta di un mattone cotto del re assiro Salmanassar III (858-824 a.C.) con un’iscrizione cuneiforme che ne rivela la sicura provenienza dalla ziggurat (tempio-torre a gradoni) dell’antica Kalkhu (moderna Nimrud), la prima capitale dell’impero neoassiro, distrutta nel 2016 dall’iconoclastia dell’ISIS.
Il progetto è stato concepito con una nuova formula di mostra sostenibile con l’obiettivo di comunicare al pubblico contenuti storici relativi all’impero neoassiro (Mesopotamia, IX-VII secolo a.C.), attraverso modelli digitali stampati in 3D, raccontando alcune specificità e sfide della collaborazione scientifica e cooperazione italiane con la Repubblica dell’Iraq e con la città di Mosul in particolare.
Il percorso espositivo si completa con l’allestimento nella Sala delle Arche, all’interno della collezione permanente del museo, di tre sculture realizzate dagli artisti contemporanei di origine irachena Baldin Ahmad, Resmi Al Kafaji e Qassim Alsaedy, che da oltre quarant’anni vivono in esilio in Europa e hanno unito le loro ricerche e comuni vicende biografiche nel progetto espositivo itinerante Two Shores (Due Sponde).


Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio | Piazza Maggiore 6
Leggiadro Barocco. L’attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone
A cura di Antonella Mampieri e Angelo Mazza
Periodo di apertura: fino al 2 settembre 2023
Orari di apertura: martedì, giovedì 14-19; mercoledì, venerdì 10-19; sabato, domenica, festivi 10-18.30; chiuso lunedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale giovani 19-25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: 051 2193998
Sito web: www.museibologna.it/arteantica

Giuseppe Marchesi detto Sansone (Bologna, 1699-1771)
Mosè e le figlie di Jethro, 1720-1725
Olio su tela
Bologna, collezione privata

Le Collezioni Comunali d’Arte di Bologna presentano la prima mostra monografica dedicata al pittore Giuseppe Marchesi (Bologna, 1699-1771), per riscoprire una figura artistica significativa che operò sul versante classicista della scuola bolognese del Settecento.
Promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica e curata da Antonella Mampieri e Angelo Mazza, la mostra dossier si intitola Leggiadro Barocco. L’attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone.
Nella cosmopolita Bologna del XVIII secolo, la scena artistica si presentava quanto mai vivace. Tra i pittori più fecondi si distinse Giuseppe Marchesi, di temperamento irrequieto e di corporatura imponente, alla quale dovette il soprannome di Sansone. Allievo di artisti di spicco della generazione precedente, come Aureliano Milani e Marcantonio Franceschini, Marchesi si inserì nel solco della tradizione pittorica locale che trova nei Carracci e nei loro allievi – in particolare Guido Reni, Francesco Albani e Domenico Zampieri detto il Domenichino – il modello imprescindibile. Questo orientamento stilistico era sostenuto e promosso anche dalla principale istituzione artistica presente in città, l’Accademia Clementina, alla quale Marchesi appartenne, ricoprendo svariati incarichi, didattici e di direzione, fino alla nomina a Principe nel 1752. La successiva evoluzione artistica lo portò al progressivo abbandono di un’arcadica classicità a favore di una componente quasi manieristica, prossima per intensità alla maniera di Francesco Monti e Vittorio Maria Bigari.
L’esposizione è accompagnata da una omonima pubblicazione a cura di Antonella Mampieri e Angelo Mazza, con la collaborazione di Silvia Battistini, che contiene una prefazione di Massimo Medica, un testo di Mirko Bonora e saggi di Antonella Mampieri e Angelo Mazza.


MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | via Don Minzoni 14
Orari di apertura: martedì, mercoledì 14-19; giovedì 14 -20; venerdì, sabato, domenica, festivi 10-19; chiuso lunedì non festivi
Telefono: 051 6496611
Sito web: www.mambo-bologna.org

Sala delle Ciminiere
Yvonne Rainer: Words, Dances, Films
A cura di Caterina Molteni
Periodo di apertura: fino al 10 settembre 2023
Ingresso: intero € 6 | ridotto € 4

Yvonne Rainer
Still da Lives of Performers, 1972
Film bianco e nero, 90 min.

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna è lieto di presentare, nello spazio della Sala delle Ciminiere, la prima retrospettiva mai dedicata in Italia alla danzatrice, coreografa, regista, teorica e poeta Yvonne Rainer (San Francisco, 1934): Yvonne Rainer: Words, Dances, Films a cura di Caterina Molteni.
La mostra esplora le relazioni tra la produzione coreografica, filmica e teorica dell’autrice a partire da una ricostruzione storica della sua transizione dalla danza al cinema.
Nota internazionalmente per aver rivoluzionato il mondo della danza promuovendo negli anni Sessanta un approccio minimalista che trovava ispirazione nel naturale movimento cinetico del corpo e nella gestualità quotidiana, Rainer inizia la sua carriera da regista nel 1972, anno di uscita del primo film Lives of Performers. Questo passaggio è tracciato nel percorso espositivo cercando le sue radici nell’impostazione intermediale delle performance degli anni Sessanta e Settanta dove parlato, proiezioni di fotografie, testi e immagini in movimento ricoprivano un ruolo centrale. Già dalle prime coreografie, Rainer include versi e brevi frasi che sviluppa, successivamente, in veri e propri dialoghi o monologhi registrati.
Nella seconda metà degli anni Sessanta inizia a produrre una serie di video sperimentali, alcuni dei quali trovano spazio nelle coreografie come oggetti di scena, spesso pensati per essere in dialogo con i corpi dei performer.
L’esposizione si presenta quindi come un percorso a ritroso che, a partire dall’analisi della produzione filmica, riporta in luce gli elementi formali ricorrenti nella struttura della sua danza e nelle tematiche di impronta socio-politica che, dallo scoppio della guerra in Vietnam sino all’avvicinamento al movimento femminista, si impongono come caratteri distintivi della sua attività cinematografica.
Se nella performance il corpo assume un ruolo politico perché presentato nella sua inderogabile materialità al di là di qualsiasi finzione narrativa, nei film è l’interiorità umana a trovare spazio nella sua complessità psicologica. È l’attenzione alle emozioni come “fatti” (Feelings are facts è il titolo del suo memoir del 2006) a segnare la decisione di dedicarsi alla sceneggiatura e alla regia, trovando nel racconto e nella sua capacità di coinvolgere e immedesimare il pubblico, lo strumento attraverso il quale trasformare una storia personale in una questione politica.

Cartella stampa e immagini: https://we.tl/t-Nl09rEOuFp

Project Room
Muna Mussie
Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna,
A cura di Francesca Verga con Archive Ensemble
Periodo di apertura: fino al 10 settembre 2023
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale € 2 giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura

Muna Mussie.Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna
Veduta di allestmento, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2022
Foto Ornella De Carlo | Courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo

La Project Room del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna conferma la propria vocazione alla ricostruzione, al racconto e alla valorizzazione delle esperienze culturali e artistiche che hanno avuto luogo a Bologna e in Emilia-Romagna accogliendo la mostra di Muna Mussie (Eritrea, 1978) Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna.
Il progetto, a cura di Francesca Verga con Archive Ensemble, riattiva la memoria personale dell’artista e l’archivio storico e iconografico dei Congressi e Festival Eritrei che si sono tenuti a Bologna ininterrottamente dal 1972 al 1991. Frequentati dalle comunità diasporiche eritree provenienti da tutto il mondo, i Festival si sono collocati in prima linea per supportare la lotta armata inaugurata nel 1961 per l’indipendenza dell’Eritrea dall’Etiopia. A sottolineare l’importanza che queste occasioni di incontro hanno avuto, al termine della guerra, il neo governo eritreo, proclamato nel 1993 dal presidente Isaias Afewerki, ha voluto dedicare ad Asmara – la capitale dell’Eritrea – una strada intitolata Bologna St., come riconoscimento permanente del ruolo fondamentale che la città di Bologna ha avuto nel raggiungimento dell’indipendenza dell’Eritrea.
A partire dal legame che unisce l’Eritrea, il paese nativo dell’artista, e Bologna, la sua città adottiva, Muna Mussie consegna una narrazione e una mappatura tracciata dai Congressi e Festival eritrei, attraverso la consultazione di archivi pubblici e privati raccolti nel territorio bolognese. I materiali di archivio vengono messi in dialogo dall’artista con alcune opere che hanno accompagnato le tappe precedenti della ricerca e altre inedite.
Bologna St.173, Un viaggio a ritroso. Congressi e Festival Eritrei a Bologna si realizza grazie al sostegno dell’Italian Council (XI edizione, 2022), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Nell’ambito del programma è prevista la donazione al MAMbo di un’opera che verrà completata alla fine del processo di ricerca di Muna Mussie.
L’esposizione al museo bolognese nasce inoltre dal dialogo e dal confronto con Archive Kabinett e fa seguito alla mostra personale di Muna Mussie, intitolata Bologna St. 173. Il sole d’agosto, in alto nel cielo, batte forte (Milano 2021), curata da Zasha Colah e Chiara Figone.

Foyer
Giovanni Zaffagnini
I libri e il fango della Romagna alluvionata
Periodo di apertura: 8 agosto – 24 settembre 2023
Ingresso: libero

Giovanni Zaffagnini, I libri e il fango nella Romagna alluvionata, 2023

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna è lieto di ospitare negli spazi del foyer la mostra I libri e il fango nella Romagna allagata, visibile dall’8 agosto al 24 settembre 2023, nella quale 22 fotografie scattate da Giovanni Zaffagnini raccontano l’impatto devastante della recente alluvione in Romagna sui libri. Accartocciati, gonfi, resi illeggibili, ricoperti di fango, i volumi messi a disposizione per le foto dalla Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza, dalla Biblioteca Comunale Fabrizio Trisi di Lugo e dalla Libreria Alfabeta di Lugo, ci mostrano al contempo fragilità e resilienza.
Dalle immagini, nel corso della mostra, sarà realizzata una pubblicazione catalogo edita da Danilo Montanari Editore, con prefazione di Marco Sangiorgi. Il ricavato dalla vendita del libro e delle fotografie sarà devoluto alle biblioteche danneggiate dall’alluvione del maggio 2023 in Romagna.
Su questi “ritratti” di libri infangati Giovanni Zaffagnini spiega: “Archiviati i momenti riservati alla cronaca in diretta, si avverte l’esigenza di un approccio diverso, meno frenetico, più riflessivo. Ritratti di libri sopraffatti dal fango, nella morsa di un’agonia lenta e implacabile. Lo sfondo neutro delle immagini non contempla alcun contesto e indica senza indugi il soggetto prescelto; «quasi abbozzo di scultura» scrive Marco Sangiorgi nella prefazione del volume. Chi gestisce la raccolta dei rifiuti ci informa sul destino riservato ai libri alluvionati: finiranno triturati e macinati nell’ambito del programma di riciclo. Nuova vita dunque? torneranno libro? o saranno “retrocessi” a carta da pacchi o altro? Queste immagini potrebbero essere le ultime foto-ricordo di libri ancora tali sebbene deformati e sporchi. Il pensiero mi accompagna fin dal primo scatto; chi ama leggere su carta capirà”.


Museo internazionale e biblioteca della musica | Strada Maggiore 34
It’s (NOT) only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan
A cura di Pierfrancesco Pacoda
Periodo di apertura: fino al 10 settembre 2023
Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì 11-13.30 / 14.30-18.30; venerdì 10-13.30 / 14.30-19; sabato, domenica, festivi 10-19; lunedì chiuso
Ingresso: gratuito
Telefono: 051 2757711
www.museibologna.it/musica

Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna presenta It’s (NOT) Only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan, prima mostra a presentare in Italia il lavoro di Mark Allan, decano della fotografia musicale e fotografo ufficiale del Barbican Centre di Londra, uno degli spazi internazionali più importanti per la musica, la danza e il teatro, per il quale ha ritratto, in 30 anni di carriera, tutti i grandi protagonisti della musica classica e sinfonica internazionale.
Dopo il successo riscosso dalla personale di Allan allestita alla Barbican Library nel 2019, nel Museo della Musica di Bologna, dichiarata dall’UNESCO Città Creativa della Musica, saranno visibili, in un’ampia retrospettiva a cura di Pierfrancesco Pacoda, 48 degli scatti più iconici realizzati dal fotografo britannico tra gli anni Ottanta e Duemila, che svelano la sua grande passione per la musica rock. Un interesse coltivato sin da quando era un giovane studente di arte al Goldsmiths College, che lo ha portato a fotografare i nomi più rappresentativi della nuova musica – dal rock al soul, dal pop al rap – ed essere presente a tutti gli appuntamenti che negli ultimi decenni hanno fatto la storia di questi suoni.
Le sue fotografie documentano e raccontano linguaggi diversi e personaggi straordinari, narrati attraverso immagini fuori dalle convenzioni del ritratto, riuscendo, in molti casi, a trasformare relazioni professionali in rapporti di amicizia. Come accadde con David Bowie, che trovandosi a Roskilde, in Danimarca, per partecipare al celebre festival rock, lo invitò a raggiungerlo per scattare alcune foto. Nacque così un ritratto che ci restituisce un Bowie mai visto, seduto in spiaggia su una sedia a sdraio che gioca con secchiello, paletta e sabbia. Una dimensione opposta a quella voluta, ad esempio, da Grace Jones che chiese al fotografo di esaltare il suo aspetto da inavvicinabile femme fatale. Il risultato sono alcuni scatti che amplificano il versante sensuale dell’artista, che si diverte a offrire all’obiettivo il suo lato più seducente. E poi ancora, tra le altre, le fotografie che un giovanissimo Allan fece a Freddie Mercury durante le registrazioni di Live Aid, gli scatti agli U2 negli studi di Radio Times, i concerti di Madonna, Metallica, Paul McCartney, Sex Pistols, Lou Reed, The Rolling Stones, Britney Spears, Bruce Springsteen, Tina Turner, The Who e gli incontri unici come quello con Amy Winehouse, colta durante una pausa nella registrazione di un concerto per BBC One Session.
Special guest esposta in mostra è l’opera di Francesco De Molfetta The greatest Rock’n’Roll Panda in the world!, esposta per gentile concessione di Patrizia Casale Bauer.
Con il progetto espositivo It’s (NOT) Only Rock’n’Roll. Le foto di Mark Allan prende avvio la nuova collaborazione tra il Settore Musei Civici Bologna e l’Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia con una omonima sezione satellite visibile fino al 10 settembre presso la Biblioteca Civica “Pietro Acclavio”, inaugurata nell’ambito della terza edizione di MAP Festival – Musica Architettura Parallelismi, la rassegna ideata e organizzata dall’Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia che unisce la musica all’architettura 2023
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dal Comune di Bologna, che contiene le immagini fotografiche esposte a Bologna e a Taranto e un’intervista di Pierfrancesco Pacoda a Mark Allan. Il volume è disponibile in esclusiva presso il bookshop del Museo della Musica.
Il progetto espositivo è realizzato con la main sponsorship di Gruppo Hera, il sostegno di Istituzione Concertistica Orchestrale Magna Grecia e in collaborazione con OTTO Gallery e MAP Festival – Musica Architettura Parallelismi.


Sempre martedì 15 agosto alle ore 21, nell’ambito della rassegna (s)Nodi festival di musiche inconsuete al Museo della Musica (Strada Maggiore 34) si terrà il concerto del Flaira Ferro Trio.
Con Flaira Ferro, voce; Lucas Dan, fisarmonica; Philipp Bernhart, percussioni.

Flaira Ferro Trio

Cantante, cantautrice e ballerina di Recife, Flaira Ferro si è avvicinata all’arte attraverso la danza all’età di sei anni e ha trascorso la sua infanzia circondata da impulsi artistici legati alla cultura popolare del Pernambuco. È stata allieva del leggendario maestro Nascimento do Passo, si è esibita in festival in Brasile e all’estero e in spettacoli con la Scuola Municipale di Frevo di Recife, ha fatto parte della Cia de Dança Antonio Nóbrega (San Paolo). Il suo spettacolo, insieme al polistrumentista Lucas Dan e al percussionista Philipp Bernhart, mescola elementi organici e tradizionali con rock moderno, funk e pop, in un linguaggio ibrido, tropicale e interattivo.
L’ingresso è consentito fino ad esaurimento posti.
È possibile acquistare i biglietti in prevendita:

  • presso il bookshop del Museo della Musica in orario di apertura
  • sul sito www.museibologna.it/musica oppure direttamente sulla piattaforma https://www.midaticket.it/eventi/snodi-festival-di-musiche-inconsuete con una maggiorazione di € 1,00
    I biglietti acquistati non sono rimborsabili.
    Nei giorni di concerto la biglietteria apre alle ore 20.
    Ingresso: intero € 10 | ridotto € 8 (studenti universitari con tesserino, minori di 18 anni, possessori Card Cultura)
    Info: www.museibologna.it/musica

Tutte le mostre e le attività fanno parte di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.