Venerdì 11 agosto alle ore 21:00 è in programma il secondo dei 5 concerti della rassegna “Chiavari in Jazz 2023”. Dopo il grande successo del concerto di apertura con Fresu e i suoi Devil, sul palcoscenico di Piazza Nostra Signora dell’Orto sarà la volta dei Licaones affermati protagonisti del jazz italiano ed internazionale e gruppo di riferimento del Jazz Lounge.
Il quartetto capitanato da Mauro Ottolini al trombone e Francesco Bearzattial sassofono, creativi sperimentatori, compositori ed arrangiatori di pregevole estro ed abili galvanizzatori di platee, è completato dall’eccelso hammondista Oscar Marchioni e dal super batterista Paolo Mappa.
Dopo 18 anni di silenzio discografico e innumerevoli concerti realizzati, i Licaones ritornano “on the road” e si riappropriano della scena live con nuove composizioni e con il loro inconfondibile sound caldo e coinvolgente che li ha sempre contraddistinti. Brani ispirati che trasudano groove intrinsecamente ed emotivamente passionale. I “magnifici 4” oltre ad essere esecutori di grande qualità, sono anche superlativi intrattenitori, tutte caratteristiche che fanno si che il tour di presentazione del nuovo disco dal titolo “Licaones III” sia particolarmente atteso.
Uno show act che porta vivacità ed impeto, tra divertissement, ritmi ballabili e trovate tecniche mai superficiali, uno spettacolo unico e coinvolgente che mescola swing, musica latina, funk alle melodie e ai suoni del passato (Trovajoli, Piccioni, Umiliani, Morricone), musica di grande spessore, divertente e ballabile, così come era la musica italiana di un tempo.
La rassegna “Chiavari in Jazz”, è organizzata dal Comune di Chiavari, dall’assessorato al turismo e alla promozione della città rappresentato da Gianluca Ratto, dal sindaco Federico Messuti e dall’amministrazione comunale, la direzione artistica è affidata a Rosario Moreno.
Chiavari in Jazz 2023 proseguirà nei giorni venerdì 18 con il progetto di Helga Plankensteiner dal titolo Jelly Roll Play Morton – The Music of Jelly Roll Morton, venerdì 25 con l’enfant prodige di Istanbul: Hakan Başar in trio, per concludersi venerdì 1 settembre con la cinematica proposta musicale di Cinema Italia di Rosario Giuliani, Luciano Biondini, Enzo Pietropaoli e Michele Rabbia.
I concerti, tutti ad ingresso gratuito, avranno inizio alle ore 21:00.
LICAONES
Le prime gesta dei Licaones sono state immortalate su Lounge Party e Licalecca: tappe significative nelle carriere di Francesco Bearzatti e Mauro Ottolini, principali ideatori della musica del quartetto. Per entrambi era il momento di un rapido passaggio dalle prime esperienze alla piena maturità artistica. Da allora si sono tutti e due imposti come solisti di punta del jazz italiano, conquistando anche le scene internazionali. Nel 2018, con una ormai inaspettata reunion, i quattro “Licaoni” hanno ripreso in mano un progetto dal notevole potenziale musicale: brani scanditi con verve e ironia all’interno di una cornice acid jazz dentro la quale vorticano elementi blues, swing, funky, latin. Li si ascolta così nuovamente anche su disco: The Lounge Lovers.
La musica dei Licaones è immediata ma mai scontata, forte del trascinante tocco ballabile conferito dalla batteria di Paolo Mappa e del groove irrefrenabile di Oscar Marchioni, un tastierista la cui esuberante inventiva non è stata ancora ben recepita in Italia (tant’è che ormai da anni è di base in Francia). L’improvvisazione jazzistica scorre poi col massimo estro: le trascinanti volate di Bearzatti e Ottolini hanno un effetto galvanizzante, col loro sound verace e una pronuncia in cui convivono divertissement e pura eccitazione cinetica.
Mauro Ottolini
Considerato uno dei più importanti musicisti italiani, compositore, arrangiatore, polistrumentista e specialista degli ottoni, Mauro Ottolini si diploma in Trombone e Tromba nel ’93 con il massimo dei voti al Conservatorio di Verona e, qualche anno dopo, una laurea in Jazz al Conservatorio di Trento. Suona per 12 anni nell’Orchestra dell’Arena di Verona ma decide di licenziarsi per seguire la musica che più lo appassiona: il Jazz.
Oltre al trombone come strumento principale, approfondisce il linguaggio di tutti gli ottoni, come il sousaphone, la tromba, il flicorno, la tromba bassa e l’eufonio. Nel 2012 si aggiudica il premio della critica nazionale “Top Jazz” come “miglior musicista jazz italiano”. Viene premiato come compositore e arrangiatore, vincendo più volte riconoscimenti dalla critica.
Partecipa a vari progetti con il grande trombettista jazz Enrico Rava, e vanta collaborazioni con Kenny Wheeler, Dave Douglas, Paolo Fresu, Trilok Gurtu, Stefano Bollani, Jan Garbarek, Franco D’Andrea, Carla Blay, Fabrizio Bosso, Frank Lacy, Steve Swallow, Tony Scott, Han Bennink, Maria Schneider, Gary Valente, Sean Bergin, e con alcuni grandi nomi della black music mondiale come Grace Jones, Amy Stewart, Joe Bowie. Suona, arrangia e compone per i grandi nomi della musica italiana come Vinicio Capossela, Lucio Dalla, Patty Pravo, Rossana Casale, Alberto Fortis, Gino Paoli, Giuliano Sangiorgi, Negramaro, Subsonica, Daniele Silvestri, Raphael Gualazzi, Gaetano Curreri, Morgan, Renzo Rubino, Malika Ajane, Simona Molinari, Karima, Petra Magoni, Roy Paci, Brunori SAS e molti altri.
Ha insegnato alla New York University e tenuto corsi in importanti accademie e istituzioni, tra questi il Conservatorio Superiore di jazz di Parigi, una delle più importanti scuole europee. Un incontro molto particolare e ricco di stimoli è stato quello col trombonista Steve Turre. Grazie a lui Mauro impara a suonare le conchiglie marine, che, con talento e follia, lo portano a realizzare un progetto alquanto ambizioso: così nasce l’album “Sea Shell” un disco e un cartone animato che sono un atto di rispetto nei confronti dell’universo marino. Questo progetto, prodotto dall’etichetta Azzurra Music, ha avuto il sostegno di Greenpeace, Legambiente, Umbria Jazz ed altri Enti.
Ha tenuto concerti in Cina, Brasile, Thailandia, Polonia, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Norvegia, Spagna, Portogallo ed è regolarmente presente nei cartelloni dei più prestigiosi festival italiani. Ha partecipato alla registrazione di oltre 300 dischi, dei quali 30 a suo nome.
E’ stato recentemente nominato Ambasciatore alla Cultura in Veneto per UNESCO per il suo contributo artistico e innovativo dato alla musica.
Nel 2019, a seguito del suo lavoro di ricerca sulle conchiglie – l’album “Sea Shell” – il Museo Malacologico di Cupra Marittima gli ha dedicato la scoperta di un nuovo tipo di conchiglia, nominandola “Turritella Ottolinii”.
Francesco Bearzatti
Narratore innamorato delle parole e capace di prodigiose innovazioni, straniero sempre e ovunque eppure profondamente italiano, musicista all’eterna ricerca dell’altro, attirato irresistibilmente dai processi rivoluzionari purché liberi e mutevoli e non rigidi, Francesco Bearzatti ha trascorso l’infanzia nella provincia friulana.
Con i coetanei ha condiviso i primi amori musicali, ascolti da rockettaro vero: Led zeppelin, Deep Purple, poi è arrivato il punk, Ramones, Sex Pistols e tutti gli altri. Diplomato in clarinetto al Conservatorio di Udine, Francesco approfondisce gli studi alla Jazz Mobile di New York con George Coleman.
Per molti anni si dedica alla musica rock e pop, per diverso tempo si esibisce nelle discoteche locali anche nelle vesti di dj e incide alcuni progetti di musica elettronica che segnano profondamente la sua corsa musicale: “ho suonato molta musica pop specie quando ero molto giovane. Ho suonato per cinque anni in discoteca, più o meno tutte le sere, lavorando con vari dj, e mi è capitato di registrare anche molta musica elettronica. Questo tipo di situazioni rappresenta un’influenza ancora oggi molto evidente: fa parte del mio background e quando penso ai miei progetti, mi viene naturale andare a pescare anche nel mio passato extra-jazzistico”.
Tra le prime e più importanti esperienze formative è certamente il disco “Live at Vartan” – e conseguente tournée negli stati uniti – a nome del trombettista russo Valery Ponomarev nel quale si ritrova a suonare con il batterista Ben Riley, storico partner di Thelonious Monk.
Forma nel 1994 il Kaiser Lupowitz trio, formazione legata al periodo veronese e composta da Enrico Terragnoli alla chitarra e Zeno De Rossi alla batteria, che prende il nome da un investigatore privatore, personaggio inventato da Woody Allen per una short story, cui viene dato l’incarico di trovare Dio.
Di chiara ispirazione newyorkese, specie per quell’avanguardia che si stava consumando all’interno della Knitting Factory, il trio si contraddistingue per una profonda spinta folk, con mescolamenti vari con il klezmer e la musica indiana. Insieme registrano un paio di dischi: “Dommage” gode anche della partecipazione di Kurt Rosenwinkel alla chitarra; “You don’t!”, inciso al Systems Two Studio di Brooklyn, vede affacciarsi Josh Roseman al trombone.
Il primo disco da leader è intitolato “Suspended Steps”, inciso in quartetto con Paolo Birro al pianoforte, Marc Abrams al contrabbasso e Max Chiarella alla batteria. Il disco, pubblicato nel ’98 e formato da repertorio quasi totalmente originale, gode di un buon consenso di pubblico e della critica specializzata (in particolare sul magazine francese jazzman). Tuttavia il periodo seguente, gli anni trascorsi in Francia, a Parigi, segnano per Francesco l’apice della sua corsa artistica. Stringe un’ottima amicizia con Aldo Romano e partecipa alle registrazioni di “Because of Bechet”. Proprio in quell’occasione incontra Emmanuel Bex, virtuoso suonatore di organo. I tre formano il Bizart Trio capeggiato da Francesco e registrano “Virus”, replicano due anni più tardi con “Hope” nel quale compare anche Enrico Rava. Nel 2003 viene votato miglior nuovo talento al top jazz indetto dalla rivista specializzata musica jazz.
Tra le molte collaborazioni, sicuramente di rilievo è quella con Giovanni Mazzarino. Francesco prende parte a diverse incisioni sia del quartetto che del quintetto del pianista siciliano, da “Plays Ballads” a “Live allo Spasimo”, suona con T. Harrell, R. Brecker e molti altri.
Prende parte al nuovo disco di Gianluca Petrella “Indigo 4” ed è tra i protagonisti del quintetto di Stefano Battaglia con il quale ha già inciso un disco-tributo a Pier Paolo Pasolini. Incide con i Sax Pistols “Stolen Days” (formazione nella quale lo affiancano Stomu Takeishi al basso elettrico e Dan Weiss alla batteria. Dopo aver partecipato al secondo disco dell’Indigo 4, nel febbraio del 2008 viene pubblicato dalla parco della musica records il disco “Tinissima”, lavoro interamente dedicato alla figura di Tina Modotti e concepito con la tromba di Giovanni Falzone e la ritmica formata da Danilo Gallo e Zeno De Rossi, questo è considerato uno dei lavori più interassanti del 2008.
Vince nell’ambito del referendum top jazz 2009, indetto dalla rivista musica jazz, il premio come “strumentista dell’anno sezione ance“. Miglior musicista europeo 2011 Accademie Jazz Francaise.
Nel 2010 “x (Suite for Malcolm)” viene premiato come “miglior disco dell’anno” nel top jazz 2010 e come miglior album in italia da jazzitaward.
Miglior ancia 2011 referendum musica jazz e miglior sax tenore jazzit awards. In Francia collabora con Luis Sclavis, J. Pierre Como ed entra a far parte del 5tetto di Henri Texier con il quale incide Canto Negro. Nel 2011 pubblica “Monknroll” che in Francia avrà un enorme successo e portera il 4tetto in tour mondiale. Esce 4 anni dopo “This Machine Kills Facists”, omaggio a Woody Ghutrie e nell’ottobre 2020 pubblica l’album “Zorro”: nel centenario della creazione di Zorro, il sassofonista Francesco Bearzatti e il suo Tinissima Quartet presentano l’ultimo contributo al vasto e spettacolare panorama jazz. Zorro è una favolosa Suite in cui trovano posto grandi temi di respiro cinematografico, interludi romantici, ampi paesaggi e inseguimenti movimentati.
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