23 Novembre 2024

Zarabazà

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Un Nido d’Ape di Parole: viaggio nella Slovenia letteraria

Dal prossimo 18 ottobre la Slovenia parteciperà in qualità di ospite d’onore al Salone del Libro di Francoforte (Frankfurter Buchmesse) con lo slogan Nido d’Ape di Parole (Satovje Slov). Una vetrina d’eccezione per presentare la vivacità letteraria e culturale slovena ai visitatori internazionali dell’evento, agli amanti della parola scritta, ma anche a chi cerca nuove suggestioni

per un viaggio sulle orme dei grandi letterati sloveni.

Milano – settembre 2023. È un paese che ama leggere, la Slovenia. E lo dicono i numeri: si contano, in quello che è un piccolo paese, 345 biblioteche inclusi anche 13 bibliobus, biblioteche itineranti con furgone che portano i libri ai lettori che vivono in località più difficilmente raggiungibili. Più del 20% della popolazione del Paese è iscritto ad una biblioteca e lo scorso anno sono stati presi in prestito quasi 23 milioni di libri, su una popolazione totale di poco più di due milioni di abitanti. Più di undici libri a testa, insomma!!

Ma la Slovenia è anche il Paese in cui si sono scritte, nell’ultimo mezzo millennio, alcune delle più belle pagine della letteratura europea ed è proprio alla luce di questo che sarà ospite d’onore dell’edizione 2023 del Salone del Libro di Francoforte (Frankfurter Buchmesse).

Un paese-alveare, da attraversare libro alla mano

Lo slogan dell’iniziativa, Nido d’Ape di Parole, sta proprio a indicare il modo in cui il patrimonio letterario della Slovenia si è formato negli ultimi 500 anni. Un’immagine forte, a simboleggiare la storia letteraria del Paese. La Slovenia, infatti, è un incrocio di culture posto proprio nel cuore dell’Europa, tra le pianure della Pannonia, il Mediterraneo e le Alpi, soggetto, nel corso dei secoli, alle più svariate dominazioni. Gli scrittori sloveni si sono trovati spesso a trascorrere ritagli di tempo considerevoli all’estero, e quasi sempre a pubblicare i loro lavori in più di una lingua, oltre la propria. Gli elementi del plurilinguismo e della multiculturalità sono ciò che rende la Slovenia un alveare: proprio come api, gli scrittori locali hanno dovuto avventurarsi lontano dal proprio nido per poi tornare a casa con il polline di saperi trovati altrove, che hanno fatto sì che l’alveare potesse crescere e continuare a svilupparsi nelle forme più imprevedibili. Un vero e proprio Nido d’Ape di Parole.

Viaggio alle origini della letteratura slovena: i luoghi simbolo della riforma protestante

Generalmente non è semplice identificare il punto di inizio di una letteratura nazionale. Quella slovena, per tradizione, si fa risalire a un momento preciso: la riforma protestante, in Slovenia porta il marchio di un personaggio come Primož Trubar, che nel 1550 pubblicò un Catechismo e un Abecedario, i primi libri stampati in lingua slovena. Nel 1584 arriveranno anche una Bibbia, tradotta in sloveno da Jurij Dalmatin, e la prima Grammatica Slovena, a cura di Adam Bohorič. Anche se la diffusione del protestantesimo in Slovenia fu stroncata dalla Controriforma, restano nel Paese alcuni luoghi simbolo di questa stagione, così determinante per lo sviluppo della lingua e della letteratura: nella piazza Ribji trg a Lubiana, ad esempio, si è conservata la casa in cui visse Primož Trubar, oggi il palazzo più antico della capitale. Anche l’unica chiesa di rito evangelico di Lubiana è dedicata alla memoria di Trubar, così come il vicino Parco della riforma Protestante.

Identità e romanticismo: la Slovenia di France Prešeren

Ci vuole una certa dose di fantasia per riportare indietro le lancette ai tempi di France Prešeren, il più importante rappresentante del Romanticismo sloveno. Nato nell’anno 1800 nella regione Gorenjska, e più precisamente a Vrba, Prešeren è considerato il massimo poeta sloveno, uno di quei nomi da cui proprio non si può prescindere. Il 3 dicembre e l’8 febbraio, rispettivamente giorni della sua nascita e della sua morte, sono celebrati in tutto il paese come le Giornate della Cultura Slovena. Inoltre, la sua poesia Brindisi è stata messa in musica, diventando inno nazionale sloveno e la moneta da 2 euro battuta in Slovenia riporta la sua immagine e un verso della stessa.

Insomma, si tratta davvero di una personalità eminente per la cultura slovena ed europea, di cui vale la pena seguire le tracce con un libro di sue poesie sottobraccio.

Gorenjska: la casa natale di France Prešeren

O, Vrba! Felice, caro paese natio!

Francia Prešeren , O Vrba

Ci troviamo nella parte nord-occidentale della Slovenia, ai piedi delle Caravanche e del Monte Veliki Stol (in sloveno, Grande Sedia): è proprio qui, nel villaggio di Vrba, che nacque il 3 dicembre 1800 France Prešeren, in una casa del XVI secolo oggi adibita a museo. Per poter studiare, Prešeren lasciò presto la sua amata terra, dove tornò però spesso nel corso della sua vita. Visitando Vrba e il suo circondario oggi, si vede quanto queste montagne abbiano conservato gran parte del fascino da lui celebrato: aria buona, cucina semplice e deliziosa, un sorriso sui volti delle genti e tanta voglia di far festa.

Lubiana e Kranj: i luoghi di Prešeren maturo

Gran parte della sua vita adulta Prešeren la trascorrerà a Lubiana, dove il poeta si trasferì all’età di 28 anni, con l’obiettivo di aprire uno studio da avvocato indipendente. Qui il giovane Prešeren farà la conoscenza del filologo Matija Čop, che sarà determinante nello sviluppo della lingua utilizzata dal poeta nelle sue opere e anche dello sloveno ancora oggi parlato.

Lubiana fu anche teatro del grande amore della vita di Prešeren.

Piazza Prešeren, la principale della capitale, porta il nome del poeta ed ospita dal 1905 un monumento a lui dedicato. Proprio nei pressi della statua, su una facciata della Wolfova ulica, un rilievo ricorda la musa del poeta, Julija Primic, il grande amore non corrisposto che tormenterà Prešeren per tutta la vita ma che ne ispirerà anche il canto. Pare, inoltre, che la vicenda abbia colpito così tanto Paulo Coelho, che lo scrittore portoghese ambienterà il romanzo Veronika decide di morire nella città di Lubiana, citando a più riprese aneddoti sulla vita di Prešeren, come il primo incontro con Julija Primic, avvenuto nella Chiesa di Trnovo.

Sebbene a Kranj Prešeren abbia trascorso soltanto gli ultimi anni della sua vita, riuscendo finalmente ad esercitare in maniera indipendente la professione di avvocato, la città ha sviluppato un rapporto indissolubile con il nome del poeta: è qui che fu pubblicata la sua raccolta Poesie nel 1847. In questa prima versione, era stata censurata la poesia Brindisi, che sarà pubblicata soltanto l’anno successivo, a seguito della rivoluzione del 1848.

Brindisi sarebbe diventata un secolo e mezzo dopo l’inno nazionale sloveno, ma Prešeren non visse abbastanza a lungo da godere dei frutti del successo. Sarebbe infatti morto l’8 febbraio del 1849.

Proprio per questa ricorrenza, a Kranj ogni anno si svolge la Fiera di Prešeren. La memoria del poeta rivive con aperture gratuite dei luoghi simbolo della sua vita nella città: la casa dove visse, il municipio e il castello di Khislstein, oltre a una fiera della casa e dell’artigianato proprio sulla via che porta il suo nome.

Due romanzi consigliati per un viaggio in Slovenia

Venendo a tempi più recenti, ecco due romanzi di autori contemporanei che vi consigliamo per iniziare a conoscere questa ricca terra e, magari, per invogliarvi a scoprirla in prima persona!

Drago Jancar – Stanotte l’ho vista (2015, traduzione a cura di Veronika Brecelj), edito da Comunicarte

Vincitore del Premio Internazionale Ignazio Silone 2016.

Di Veronika Zarnik, ricca e affascinante donna della borghesia slovena di Lubiana, ci raccontano cinque personaggi in “Stanotte l’ho vista”: un ufficiale del regio esercito jugoslavo, suo amante di un tempo, che nel 1945 si trova nel campo di prigionia di Palmanova; prosegue la sua storia la madre che, sempre nel ’45, l’attende in un appartamento della periferia di Lubiana, immersa nei ricordi, talora deliranti, segnati spesso da una speranza sempre più incerta; di lei parlano un medico dell’esercito di occupazione tedesco, la governante e, infine, il partigiano che, mosso da un oscuro impulso e da una serie di equivoci, ha dato avvio al corso degli eventi. (Da comunicarte.info)

Veronika Simoniti – Ivana davanti al mare (2022, traduzione a cura di Sergio Sozi), edito da Morellini

Vincitore del Premio letterario Krenisk 2020.

La nipote di una anziana donna slovena, morta da poco, torna da Parigi per svuotare la casa di sua nonna Ivana, quando trova una foto di lei, visibilmente incinta, che stringe fra le braccia una bambina: “Ma come” si chiede, “non era figlia unica mamma?”. La donna si mette alla ricerca del significato di quell’immagine, stridente come un bianco e nero privo di grigio. Una fotografia che il Secondo conflitto mondiale sembra aver lasciato proprio perché fosse lei a scoprirlo.

Ivana davanti al mare, campione d’incassi in Slovenia e già tradotto in diverse lingue, racconta un periodo drammatico della storia europea, in quel crocevia di popoli rappresentato da Istria ed ex Jugoslavia. Una vicenda tra Trieste e la Slovenia che conduce il lettore in una delle vicende più dolorose della nostra recente storia. (da morellinieditore.it)