Teatro Gobetti, 10 – 15 ottobre 2023
Martedì 10 ottobre, alle ore 19.30, va in scena al Teatro Gobetti lo spettacolo Ottantanove, per la drammaturgia e la regia Elvira Frosini e Daniele Timpano, con la collaborazione artistica di David Lescot. In scena Marco Cavalcoli insieme a Frosini e Timpano. Il disegno luci è di Omar Scala, le scene e i costumi di Marta Montevecchi, le musiche originali e il progetto sonoro di Lorenzo Danesin; aiuto regia e collaborazione artistica Francesca Blancato.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Metastasio di Prato e da SCARTI Centro di Produzione Teatrale di Innovazione, in collaborazione con Kataklisma Teatro e Teatro di Roma, sarà replicato per la Stagione in Abbonamento del Teatro Stabile di Torino fino a domenica 15 ottobre.
La rivoluzione francese del 1789 arrivò a toccare tutta Europa, modificando e, di fatto, rifondando il mondo su nuovi ideali. Ma cosa ne rimane oggi? Con la loro scrittura affilata e ironica, Elvira Frosini e Daniele Timpano, affiancati da Marco Cavalcoli, provano a rispondere a questa domanda e sbeffeggiano l’apparato culturale occidentale con tutti i suoi simboli e le sue retoriche.
Passato e presente, storia francese e storia italiana, modernità e postmodernità si sovrappongono e mettono in crisi le nostre vite “democratiche” e l’immaginario legato al concetto di rivoluzione. Menzione speciale “Franco Quadri” al Premio Riccione 2019 e Premio Ubu 2022 come Miglior testo italiano, lo spettacolo è valso a Marco Cavalcoli anche il Premio Ubu come Miglior Attore.
Nota di regia di Elvira Frosini e Daniele Timpano
«La Rivoluzione francese ha dilagato in tutta Europa e ha cambiato e fondato il mondo in cui viviamo. La rivoluzione del 1789. Che domande continua a porci, oggi, la Rivoluzione? Che rapporto abbiamo dopo un altro Ottantanove, il 1989, con la democrazia, la politica e il potere? Quel che resta della Rivoluzione ci riguarda ancora? O è roba vecchia? Parrucche polverose da mettere nei musei?
Ottantanove non vuole raccontare una storia, o la Storia, ma immergersi in un mito fondativo, nei materiali culturali che lo hanno prodotto e che questo ha prodotto a sua volta. L’attuale crisi della Democrazia vista in rapporto con la Rivoluzione francese e con il 1989, la fase che apre la nostra epoca, oggi che il concetto stesso di rivoluzione sembra aver perso concretezza, anche se non un suo fascino rétro. Il nostro è uno sguardo da italiani, da cuginetti d’oltralpe, lo sguardo dei parenti poveri, meno evoluti, da liberare e civilizzare. La Rivoluzione francese non l’abbiamo fatta noi. Anzi. L’abbiamo in parte subita. La Rivoluzione si intreccia con la nostra storia e con l’avvio del nostro stesso mito fondativo, il Risorgimento: il tricolore italiano nasce il 7 gennaio del 1797 in piena Repubblica Cispadana controllata dai francesi. Ma il nostro è anche uno sguardo da europei occidentali, perché nonostante tutto siamo gli eredi della Rivoluzione. Le nostre democrazie, l’Europa di oggi, tutto il mondo in cui viviamo è stato fondato allora. Il nostro è quindi uno sguardo dall’Europa, che è un’entità contraddittoria, in evidente crisi politica e democratica, ma che continua a proclamare come suoi fondamenti identitari i diritti civili, la sovranità popolare, la cittadinanza, le libertà di stampa, riunione, culto, associazione, la democrazia. Concetti nati durante la Rivoluzione e in essa già traditi, ancora oggi sbandierati e utilizzati in qualunque discorso pubblico europeo, nonostante suonino ormai svuotati di senso, di sostanza, come gusci vuoti lasciati sulla spiaggia. Cose nate allora la cui carcassa ci ritroviamo oggi tra i piedi, ma svuotata di ogni contenuto, come le mummie imbalsamate degli Egizi, con tutti gli organi chiusi in un vaso canopo – la milza, gli intestini, il cuore, il fegato – e la vuota forma del corpo glorioso che fu, tuttora affascinante e persistente come un deodorante, ormai definitivamente morta. Che fine ha fatto, non diciamo la vita, ma almeno il canopo?
In continuità con i lavori precedenti, in cui abbiamo affrontato temi che riguardano la storia e l’identità italiana, attraversandola e soffermandoci sul suo cadavere politico con testi come Dux in scatola, Risorgimento Pop e Aldo morto (che compongono la trilogia Storia cadaverica d’Italia), il colonialismo italiano e la sua eredità di razzismo nel pensiero occidentale in Acqua di colonia, anche per Ottantanove abbiamo attraversato un’infinità di materiali culturali – dalla letteratura alla storiografia, alla musica, alla canzone, al cinema, alla pubblicità – ricuciti, rielaborati ed immersi senza soluzione di continuità all’interno di un progetto drammaturgico originale. Così, nel testo confluiscono, accanto a materiali biografici personali e ad una scrittura immersa nel presente, più quotidiana e più dialogica, la prosa settecentesca di Vittorio Alfieri, Foscolo e Sografi, la “démesure” ottocentesca di Victor Hugo, la tensione politica novecentesca di Peter Weiss e Federico Zardi. Senza voler rintracciare una singola, univoca versione della Storia, ogni nostro lavoro ha sinora messo in connessione le retoriche con la nostra identità, la nostra storia personale, le cose che abbiamo letto e conosciuto, accendendo una riflessione sulla nostra realtà. Sulla scena gli attori-autori sono sempre in dialogo con il pubblico e in bilico tra mitologie contemporanee e culturali, topoi storici, in un gioco di scivolamenti spiazzanti che dissacrano tutte le retoriche senza fare sconti, neanche a noi stessi».
TEATRO GOBETTI
Dal 10 al 15 ottobre 2023
OTTANTANOVE
drammaturgia e regia Elvira Frosini e Daniele Timpano
collaborazione artistica David Lescot
con Marco Cavalcoli, Elvira Frosini, Daniele Timpano
aiuto regia e collaborazione artistica Francesca Blancato
disegno luci Omar Scala
scene e costumi Marta Montevecchi
musiche originali e progetto sonoro Lorenzo Danesin
Teatro Metastasio di Prato, SCARTI Centro di Produzione Teatrale di Innovazione
in collaborazione con Kataklisma Teatro, Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Teatro: Gobetti, via Rossini 8, Torino
Orari degli spettacoli: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.45; domenica ore 16.00.
Prezzo dei biglietti: Intero € 28,00 – Ridotto € 25,00
L’acquisto dei biglietti in prevendita prevede un costo di € 1 a biglietto
BIGLIETTERIA DEL TEATRO STABILE DI TORINO
Telefono 011 5169555 / Numero verde 800 235 333
Teatro Carignano, Piazza Carignano 6 – Torino
Orario: da martedì a sabato dalle ore 13 alle ore 19, domenica dalle ore 14 alle ore 19.
Online www.teatrostabiletorino.it
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