:
cultura d’impresa, politica, fede, Inter
Intervista alla televisione dei vescovi
In onda domenica 4 febbraio ore 20.50 nel programma Soul
Roma- Marco Tronchetti Provera si racconta a tutto campo a Tv2000, l’emittente dei vescovi italiani. Vicepresidente esecutivo di Pirelli, manager, leader nell’imprenditoria, nella lunga intervista al programma ‘Soul’, condotto da Monica Mondo, in onda domenica 4 febbraio ore 20.50, racconta la sua storia, e parla di economia, cultura d’impresa, politica, elezioni europee, fede, denaro, potere, lavoro giovanile, Inter. L’intervista anche su InBlu2000 martedì 6 febbraio ore 21.
Impresa, globalizzazione, giustizia – “L’Europa ha due grandi concorrenti – dice Tronchetti Provera – È il mercato più ricco del mondo, ha la protezione sociale migliore al mondo; dalle pensioni all’assistenza sociale nessun Paese ha quello che ha l’Europa, anche se ci sono molte cose che non vanno. Per mantenere questo, per poter crescere, dobbiamo agire insieme, perché perdiamo competitività nei confronti degli Stati Uniti e della Cina”. Ma esiste ancora una cultura d’impresa in Italia? “Esiste una cultura d’impresa, esiste una comunicazione che guarda più alla Finanza che all’impresa. C’è una parte della cultura cattolica e comunista che hanno condizionato la nostra formazione e hanno dell’impresa un’idea che talvolta non è obiettiva, viene guardata con sospetto”.
“Io lavoro nel mondo – sottolinea il vicepresidente di Pirelli – Ho avuto la fortuna di essere impegnato in un’azienda che ha una radice italiana forte ma che lavora nel mondo, ha il 90% e più della sua attività fuori dall’Italia”. La radice italiana è “un grande valore, perché l’italiano è ben visto dagli interlocutori nel mondo”.
I disservizi della Giustizia sono un problema per le imprese? “No, io credo che non è tanto la giustizia. La giustizia ha certamente tutti quei limiti che conosciamo, in termini di tempo per ottenere una sentenza. La giustizia poi è fatta di persone: persone in gambissima ce ne sono come in tutti i mestieri. Quello che non funziona ogni tanto è il circuito fra giustizia, comunicazione, politica. Quando si finisce lì in mezzo la confusione può diventare totale”.
Medio Oriente – Le tensioni, la vera e propria guerriglia nel Mar Rosso creano problemi? “Possono crearne molti, ce ne stanno creando alcuni. Siamo riusciti a trasferire molto per via terrestre ma soprattutto materie prime come la gomma naturale, che viene tutta dall’Oriente, ci costano un po’ di più evidentemente. Speriamo che finisca presto”.
Politica – Oggi in politica, secondo Tronchetti Provera, ci sono ancora dei leader, ma “ci vuole una leadership forte”. “E’ più difficile oggi, con la pressione dei new media, la pressione di elezioni che sono continue, se uno unisce le elezioni europee e quelle regionali quelle nazionali. Insomma tutto è più complesso e in politica c’è il rischio di dover rispondere ogni giorno a 20 temi diversi in modo immediato. La visione e la realizzazione di un progetto è più difficile”.
Immigrazione – Coniugando accoglienza e formazione, sottolinea Tronchetti Provera, “è una risorsa: è chiaro che questo è un tema non solo italiano è un tema europeo. Noi dovremmo avere la capacità di investire in Africa, investire molto, aiutare la gente a trovare un lavoro in Africa e poi avere un’immigrazione di persone formate, preparate, o che hanno voglia di prepararsi, che entrino nel nostro Paese, imparino la nostra lingua. Dobbiamo cioè creare un flusso naturale per un beneficio di tutti. Perché poi alla fine il vantaggio è di tutti. Evitiamo queste tragedie che sono terribili, evitiamo anche queste tensioni sociali che creano forme inaccettabili di razzismo. Io credo che si possa fare molto. L’Italia ora ha preso una decisione per un piano per l’Africa. A me piace molto, ma credo che per essere davvero efficace abbia bisogno dell’Europa, dei fondi europei, perché ha bisogno di grossi finanziamenti e a livello europeo è possibile raccogliere denaro a dei costi che siano certificati”.
Affetti e passioni – Tronchetti Provera parla anche di alcuni aspetti della sua vita personale. La beneficenza: “Secondo me è molto personale, molto soggettiva. Io a scuola ho imparato da un grande maestro che era il mio rettore, che la beneficenza se uno può è un dovere ed è una cosa che si fa e non si dice”.
La scuola: “Io sono andato a scuola dai Barnabiti, allo Zaccaria di Milano. Ho avuto la fortuna di avere preti e anche molti insegnanti laici, aperti: non c’erano obblighi legati a un ambiente religioso. C’erano dei valori e si parlava di valori”.
Crede in Dio? “Io sì – risponde Tronchetti Provera – A prescindere della educazione di casa e di quella dei Barnabiti, penso che ci siano cose che vanno al di là dei nostri limiti e che i nostri comportamenti umani e qualche significato ce l’hanno”.
Sull’Inter: “E’ una malattia che si piglia da bambini, quando va bene è anche infettiva, si passa ai figli”.
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