DALL’OPERA DI WILLIAM SHAKESPEARE
Teatro Carignano, 13 – 18 febbraio 2024
Martedì 13 febbraio 2024, alle ore 19.30, debutta al Teatro Carignano, Antonio e Cleopatra, spettacolo per la regia di Valter Malosti, che ha curato traduzione e adattamento dell’opera shakespeariana insieme a Nadia Fusini. A interpretare i due protagonisti saranno Anna Della Rosa e lo stesso Malosti, che condivideranno la scena con Danilo Nigrelli, Dario Battaglia, Massimo Verdastro, Paolo Giangrasso, Noemi Grasso, Ivan Graziano, Dario Guidi, Flavio Pieralice, Gabriele Rametta, Carla Vukmirovic. Le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Carlo Poggioli, il disegno luci di Cesare Accetta, il progetto sonoro di GUP Alcaro, la cura del movimento di Marco Angelilli. In scena anche i musicisti Andrea Cauduro (chitarra elettrica) e Dario Guidi (arpa celtica).
Lo spettacolo, coprodotto da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, resterà in scena per la stagione in abbonamento dello Stabile fino a domenica 18 febbraio 2024.
Le recite in programma dal 13 al 18 febbraio al Carignano sono accessibili attraverso soprattitolazione, audiodescrizione e materiali di approfondimento. Venerdì 16 febbraio, alle ore 18.00, è previsto un tour descrittivo e tattile sul palcoscenico.
Nell’ambito di Retroscena, mercoledì 14 febbraio 2024, alle ore 17.30 Valter Malosti e gli attori della Compagnia incontreranno il pubblico. L’appuntamento è introdotto da Armando Petrini (DAMS/Università di Torino).
Opera disincantata e misteriosa, che mescola tragico, comico, sacro e grottesco, Antonio e Cleopatra santifica l’eros con alcuni dei versi più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana. Valter Malosti e Anna Della Rosa interpretano i due straripanti protagonisti della grande tragedia scritta da William Shakespeare tra il 1607 e il 1608. Antonio e Cleopatra, come ci suggerisce Gilberto Sacerdoti, è un prisma ottico: «Visto di fronte, è la storia di amore e di politica narrata da Plutarco. Visto di sbieco ci spinge a decifrare l’infinito libro di segreti della natura».
«I due straripanti protagonisti – spiega Valter Malosti – eccedono ogni misura per affermare la loro infinita libertà. Politicamente scorretti e pericolosamente vitali, al ritmo misterioso e furente di un baccanale egiziano, vanno oltre la ragione e ai giochi della politica. Inimitabili e impareggiabili, neanche la morte li può contenere.
Di Antonio e Cleopatra – prosegue il regista – la mia generazione ha impresso nella memoria soprattutto l’immagine, ai confini con il kitsch, vista attraverso la lente d’ingrandimento del grande cinema (grande davvero, vista la regia di Joseph L. Mankiewicz) di Hollywood, della coppia Richard Burton / Liz Taylor. Ma su quest’opera disincantata e misteriosa, che mescola tragico, comico, sacro e grottesco, su questo meraviglioso poema filosofico e mistico (e alchemico) che santifica l’eros, che gioca con l’alto e il basso, scritto in versi che sono tra i più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana, aleggia, per più di uno studioso, a dimostrarne la profonda complessità, l’ombra del nostro grande filosofo Giordano Bruno: un teatro della mente».
Un breve appunto su ordine e disordine
Valter Malosti
Mi hanno sempre colpito, leggendo e rileggendo Antonio e Cleopatra, la prima e l’ultima scena, ma non capivo esattamente il perché. Mi sembravano due scene – stavo per dire due inquadrature – non rilevanti. Nella prima scena, uno degli ambasciatori arrivati da Roma per avere un colloquio con Antonio parla del grande generale come se fosse un vecchio demente, disordinato, libidinoso, perso dentro l’amore per la “zingara” Cleopatra, e d’altra parte gipsy arriva proprio da egyptian, così come il nostro italiano “gitano”, che è il latino aegyptanus, da Aegyptus, «Egitto», e con questo ultimo appellativo Antonio chiamerà Cleopatra all’interno della tragedia shakespeariana.
Nella scena che chiude la tragedia osserviamo invece il vincitore Cesare Ottaviano davanti al corpo esanime di Cleopatra che incita al “massimo ordine”.
Antonio e Cleopatra inizia dunque col massimo disordine in atto, in cui eros vive insieme a thanatos in un baccanale egiziano e convive con le guerre e la res pubblica e il potere, ma tutto questo sconvolgimento del mondo svanisce con la morte dei due amanti “senza pari”. L’ultima inquadratura appartiene a Cesare Ottaviano che, dopo la beffa politica del suicidio di Cleopatra, concede ai due una imperitura tomba comune ed esige dai suoi il “massimo ordine” relativamente al rito di sepoltura con tutto l’esercito schierato. Massimo ordine che vuole cancellare per sempre il massimo disordine.
Ed è, istintivamente, proprio dall’immagine per me ineludibile di questa tomba-monumento che è iniziata la nostra ricerca su Antonio e Cleopatra. Ho chiesto a Margherita Palli di creare una scena-tomba, con gli strati della storia (millenari) visibili: è un mausoleo di oggi che ospita tombe antiche di antichi ospiti, i fantasmi, le ombre come Shakespeare le chiamava, che sono l’essenza del teatro. Sono dei morti che qui ci parlano con una pienezza di vita e una presenza più viva della vita, grazie alla poesia.
ACCESSIBILITÀ
Si segnala che le recite in programma dal 13 al 18 febbraio saranno rese accessibili attraverso soprattitolazione in italiano e in italiano semplificato con descrizione dei suoni (fruibili su smartglasses o tablet), audiointroduzione ad inizio spettacolo e audiodescrizione (ascoltabile in cuffia su appositi smartphone). Venerdì 16 febbraio, alle ore 18.00 è inoltre in programma un tour descrittivo e tattile sul palcoscenico, per consentire agli spettatori con disabilità visiva di cogliere gli elementi scenografici, toccare arredi e costumi e condividere l’esperienza con la compagnia.
Sul sito web e sulla App del TST saranno inoltre disponibili materiali di avvicinamento: un video di approfondimento con audio, sottotitoli in italiano e in LIS, la scheda dello spettacolo e la trama semplificate.
RETROSCENA
Progetto realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale con
l’Università degli Studi di Torino / DAMS – Università degli Studi di Torino / CRAD
Teatro Gobetti, sala Pasolini
mercoledì 14 febbraio 2024, ore 17.30
Valter Malosti e gli attori della Compagnia
dialogano con Armando Petrini (DAMS/Università di Torino)
su ANTONIO E CLEOPATRA di William Shakespeare, uno spettacolo di Valter Malosti
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili
Prenotazione obbligatoria su teatrostabiletorino.it
TEATRO CARIGNANO
Da 13 al 18 febbraio 2024
ANTONIO E CLEOPATRA
di William Shakespeare
uno spettacolo di Valter Malosti
traduzione e adattamento Nadia Fusini e Valter Malosti
con Anna Della Rosa, Valter Malosti, Danilo Nigrelli, Dario Battaglia, Massimo Verdastro, Paolo Giangrasso, Noemi Grasso, Ivan Graziano, Dario Guidi, Flavio Pieralice, Gabriele Rametta, Carla Vukmirovic
scene Margherita Palli
costumi Carlo Poggioli
disegno luci Cesare Accetta
progetto sonoro GUP Alcaro
cura del movimento Marco Angelilli
maestro collaboratore Andrea Cauduro
chitarra elettrica live Andrea Cauduro
arpa celtica live Dario Guidi
assistenti alla regia Virginia Landi, Jacopo Squizzato
assistenti alle scene Marco Cristini, Matilde Casadei
assistenti ai costumi Simona Falanga, Riccardo Filograna
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura
Teatro: Carignano, piazza Carignano 6, Torino
Orari degli spettacoli: martedì, giovedì, sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.45. Domenica ore 16.00.
Prezzo dei biglietti: Intero € 37,00 – Ridotto € 34,00
L’acquisto dei biglietti in prevendita prevede un costo di € 1 a biglietto
BIGLIETTERIA DEL TEATRO STABILE DI TORINO
Telefono 011 5169555 / Numero verde 800 235 333
Teatro Carignano, Piazza Carignano 6 – Torino
Orario: da martedì a sabato, dalle ore 13 alle 19, domenica dalle ore 14 alle 19.
Online www.teatrostabiletorino.it
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