Mostra a cura di Elena Carotti Testo critico di Gigliola Foschi
Lab 1930. Fotografia contemporanea
via Mantova 21, Milano
9 aprile – 24 maggio 2024
ingresso libero
Orari di apertura
martedì – venerdì h 10-17 con prenotazione
Milano Art Week
sabato 13 e domenica 14 aprile h 16-19 senza prenotazione
Sarà presente l’autore Vernissage
martedì 9 aprile h 18-20
Sarà presente l’autore
Lab 1930. Fotografia contemporanea, via Mantova 21, 20135 Milano, www.lab1930.com
Nel segreto di una casa (2024) è la serie inedita di Alessandro Vicario che viene proposta dal 9 aprile al 24 maggio 2024 nello spazio espositivo esclusivamente dedicato alla fotografia contemporanea Lab 1930 di via Mantova 21 a Milano. La mostra è uno degli eventi ufficiali della Milano Art Week, manifestazione del Comune di Milano.
La mostra, curata da Elena Carotti, presenta 7 opere inedite delle 18 che compongono la serie conclusiva della trilogia Frammenti domestici (2004-2024). Con quest’ultimo lavoro Alessandro Vicario si confronta con dei luoghi a lui sconosciuti appartenuti a persone estranee mentre nelle due serie precedenti si era misurato dapprima con la casa della nonna paterna (Frammenti domestici tra memoria e oblio, 1999-2001) e successivamente della grande scrittrice Lalla Romano (Paesaggi d’assenza. Sulle tracce di Lalla Romano, 2004), che era solito frequentare.
Ogni casa – sosteneva Mario Praz – è un “museo dell’anima”, un “archivio di esperienze”, e non semplicemente uno spazio dell’abitare. Ma come fotografare una casa carica di memorie stratificate? Come portare alla luce la storia racchiusa nelle cose, negli oggetti, nelle tracce rimaste in un’abitazione ormai deserta?
Alessandro Vicario,superato un primo disorientamento, inizia a entrare in sintonia con quelle stanze prive per lui di legami affettivi, coglie la dimensione universale di quelle tracce di vita vissuta e senza indulgere in facili sentimentalismi inizia a fotografare dettagli dell’ambiente e dell’arredamento in dimensione reale (1:1). Talvolta i soggetti non sono riconoscibili altre volte lo sono ma è proprio questa apparente freddezza della riproduzione fotografica a rendere universali, trasfigurandoli, i segni di quelle vite lontane.
Come scrive Gigliola Foschi nel testo critico: Questo “avvicinarsi” di Vicario, nell’accogliere gli oggetti della casa in modo frontale, intimo e al contempo oggettivo, suscita un senso di mistero.
Isolati dal contesto in cui si trovano, gli elementi che egli fotografa vengono, per così dire, trasportati fuori dal continuum della realtà, in un tempo sospeso, anacronistico.
Qui il passato si ripresenta sottovoce, come un insieme di frammenti-traccia che lo spettatore è invitato a ricomporre quali tasselli di un puzzle. Nella loro concisa precisione priva di sbavature, le immagini dell’autore, anziché “chiudersi” in una banale descrizione, ci invitano paradossalmente a immaginare di più, a trasformare questi segni in memorie universali. Tutto appare limpido ed evidente davanti ai nostri occhi, ma al contempo tali frammenti visivi divengono impronte d’intimità simili a cenni che rimandano a storie di vita vissuta di cui riavvertiamo il sentore, l’umanità.
Un photobook con testo critico di Gigliola Foschi in edizione limitata a 300 esemplari sarà pubblicato da ELR Edizioni Le Ricerche di Locarno per accompagnare la mostra. Il progetto grafico è realizzato da Massimo&Fiameni Design mentre la stampa da M&FD.
Nel photobook è presente la serie completa di 18 scatti di cui Lab 1930. Fotografia contemporanea ha l’esclusiva.
Studio Berné. Servizi per la fotografia e l’arte contemporanea di Legnano e Laboratorio De Stefanis
srl di Milano sono sponsor tecnici dell’esposizione.
Alessandro Vicario
Nato a Modena nel 1968 ma cresciuto e formatosi a Milano dove tuttora vive e lavora, Alessandro Vicario ha cominciato a fotografare da bambino grazie agli insegnamenti del padre Ennio, fotografo professionista.
Nel suo lavoro i temi della memoria e del rapporto con la natura e con il territorio si legano alla condizione specifica della fotografia, intesa come traccia di realtà mediata dalla luce.
Motivate da un desiderio di conoscenza e di prossimità, le sue immagini sono spesso simili a reperti salvati
dalla distruzione o dall’oblio in cui l’oggetto, ripreso senza artifici, assume il valore di una presenza ricca di rimandi.
È anche autore di alcune installazioni audiovisive.
Il suo lavoro è stato pubblicato in diversi volumi, tra i quali Along the Wall. Berlin 2009, a cura di G. Pelloso e R. Valtorta, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2010.
Dal 2000 a oggi ha esposto in numerose mostre, personali e collettive, in gallerie private, in spazi pubblici e in fiere d’arte internazionali in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Giappone.
Sue opere appartengono a collezioni private e pubbliche fra le quali: Museo di Fotografia Contemporanea di
Cinisello Balsamo (Milano); Museo Villa dei Cedri, Bellinzona (Canton Ticino); Comune di Losone (Canton Ticino); Fondazione Mudima, Milano; Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo; Fondazione San Fedele, Milano; Centro de Fotografia Isla de Tenerife, Sta. Cruz de Tenerife.
Lab 1930. Fotografia contemporanea
La ricerca di Lab 1930 – nata da un’idea di Elena Carotti – si incentra principalmente sulla “post photography”, recente tendenza della fotografia contemporanea in cui lavori fotografici, spesso a tiratura unica e dalla forte narratività, dilatano i confini classici della fotografia.
Le mostre sono spesso accompagnate da piccoli photobook o “quaderni” d’artista in edizione limitata come parte
della stessa proposta espositiva.
Lo spazio espositivo, ripensato dall’architetto Emanuela Terrile, è caratterizzato dall’originale pavimento in cementine degli anni Trenta, mentre il progetto di illuminotecnica, studiato insieme a Biffi Luce, prevede faretti a led ad alta efficienza con un indice di resa cromatica molto alto per evitare le alterazioni di colore. Montati su binari elettrificati sono orientabili e si adattano al variare dei formati delle opere.
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