di critici musicali, giornalisti, direttori artistici,
e la proiezione in prima assoluta
dell’eccezionale Concerto al Teatro Farnese
Ridotto del Teatro Regio di Parma
mercoledì 22 maggio 2024
ore 17.00, ingresso libero
Conversazione con
Mauro Balestrazzi, Angelo Foletto, Mauro Meli, Gian Paolo Minardi
ore 19.30, ingresso libero (prenotazione su eventbrite.it)
Proiezione in prima assoluta del Concerto al Teatro Farnese
Claudio Abbado al Teatro Farnese, 2011. Foto Roberto Ricci
Il Teatro Regio di Parma ricorda Claudio Abbado a dieci anni dalla sua scomparsa attraverso i racconti e i contributi di critici musicali, giornalisti, direttori artistici, e le immagini che testimoniano la presenza del Maestro a Parma.
Mercoledì 22 maggio 2024, al Ridotto del Teatro Regio di Parma, un intero pomeriggio a lui dedicato, che avrà inizio alle ore 17.00 con la conversazione con Mauro Balestrazzi, giornalista, autore di Claudio Abbado nota per nota. Una cronologia artistica (LIM 2024), Angelo Foletto, critico musicale, autore di Ho piantato tanti alberi. Claudio Abbado, Ritratti recensioni interviste (LIM 2024), Mauro Meli, già sovrintendente del Teatro Regio, che nel 2011 organizzò il concerto al Teatro Farnese, Gian Paolo Minardi, critico musicale che ha seguito l’intero arco della carriera di Claudio Abbado.
Alle ore 19.30 con ingresso libero sino a esaurimento posti, prenotazione obbligatoria su eventbrite.it, la proiezione in prima assoluta del Concerto al Teatro Farnese del 12 giugno 2011, un evento eccezionale che vide il Farnese accogliere 1500 spettatori per l’occasione, con Claudio Abbado a dirigere l’Orchestra Mozart, Isabelle Faust e Lucas Macias Navarro, interpreti della Sinfonia n. 35 in re maggiore K 385 “Haffner”, del Concerto per oboe e orchestra in do maggiore K 314, del Concerto n.5 per violino e orchestra in la maggiore K 219 di Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 “Pastorale” di Ludwig van Beethoven.
“Claudio inseriva il Teatro Farnese ogni due discorsi, in pratica ne parlava con me tutti i giorni! Lo adorava, quel teatro, e non sopportava l’idea che non ci si potessero fare dei veri spettacoli o che non se ne facessero affatto” ricorda Mauro Meli, allora Sovrintendente del Teatro Regio, nel suo volume La musica al rovescio (Ponte alle Grazie, 2016).
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