Quarta edizione per I Classici del Pietra Rosa, rassegna di teatro curata da Filippo Amoroso ospitata nell’anfiteatro Pietra Rosa a Pollina. Il nuovo cartellone si apre l’8 agosto con Pluto di Aristofane del Gruppo della Creta; e prosegue il 13 agosto con lo Pseudolus di Plauto firmato da Nicasio Anzelmo; il 19 agosto, Gabriele Vacis firma la regia di Sette a Tebe di Eschilo e il 21 agosto si chiude con Menecmi nella messinscena ironica e surreale del Collettivo V.A.N. La stagione organizzata dall’Associazione Teatri Storici di Sicilia con il Comune di Pollina, è sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Siciliana e dalle Vie dei Tesori.
Si racconta che sul pizzo di Pollina un tempo lontano vissero arabi, normanni e greci. Non ci sono notizie certe sulla sua fondazione ma arrampicarsi fino a questo borgo vuol dire scoprire – oltre a una commovente Natività del Gagini – un teatro antico-moderno. Sembra un’incongruenza eppure qui, a picco sulla vallata, l’architetto veneziano Antonio Foscari costruì nel 1979 un anfiteatro secondo le norme dei teatri classici. Al Teatro Pietra Rosa da ormai quattro edizioni, vengono ospitate riletture spesso contemporanee, compagnie nazionali e attori di rispetto, che vanno in scena al tramonto in uno scenario difficilmente replicabile. Anche quest’anno, da giovedì 8 a mercoledì 21 agosto, quattro allestimenti che pescano da Aristofane, Eschilo e l’immancabile Plauto. La rassegna di teatro classico di Pollina si deve interamente a Filippo Amoroso, storico del teatro e dello spettacolo, docente, traduttore , studioso, regista, ma soprattutto infaticabile “mano” organizzativa, prima dell’Inda, al fianco di Giusto Monaco, dove ha curato tredici cicli di spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa; poi direttore dello Stabile di Catania e creatore del Teatro dei Due Mari a Tindari e Taormina, per citare solo alcune tra le innumerevoli rassegne, cartelloni e manifestazioni che ha curato. “I Classici del Pietrarosa propone ancora una volta una stagione teatrale godibile per i turisti che visitano il territorio e parimenti significativa per i suoi valori artistici e culturali” spiega Amoroso.
I classici del Pietra Rosa si apre giovedì 8 agosto alle 20 con Pluto o il dono della fine del mondo, commedia tratta da Aristofane nel nuovo adattamento di Anton Giulio Calenda e la regia di Alessandro Di Murro per il Gruppo della Creta, compagnia under 35 che ama sperimentare nuovi linguaggi contemporanei. Anche la scelta di questa commedia rientra in questo ambito: Pluto, il cieco dio della ricchezza, viene rapito da un contadino ateniese, e costretto a smettere di elargire ricompense ai malvagi e sofferenze agli onesti. Ma se i soldi vengono democraticamente e bulimicamente distribuiti a tutti, che senso ha ormai lavorare?
Il 13 agosto un classico tra i classici come lo Pseudolus plautino firmato da Nicasio Anzelmo che guida in scena Pietro Romano e Giovanni Carta. Al loro fianco, Franco Sciacca, Giovanni Cordì, Antonio Mirabella, Paolo Ricchi e la ex soubrette e velina, oggi attrice di teatro, Fanny Cadeo. Anzelmo sottolinea la diversità dei due personaggi principali, il lenone Ballione e il servo Pseudolo, in questa che è una delle commedie della maturità di Plauto, oltre che una delle più rappresentate: si va avanti tra equivoci, scambi di persona, segreti, pasticci.
Il 19 agosto, grande attesa per Gabriele Vacis che firma la regia di Sette a Tebe, tratto dalla tragedia di Eschilo che per il regista ha già un sottotitolo, “Questo terribile amore per la guerra”; “scenofonia” e allestimento di Roberto Tarasco, con i giovani attori/autori di Potenziali Evocati Multimediali. Il vissuto dei cittadini di Tebe fa da cassa di risonanza a quanto accade al di là dalle mura, l’assedio, i colori e le immagini terrificanti del nemico, dell’estraneo che minaccia l’ordine della città dalle sette porte. Ma l’ altro ha sempre le sembianze del fratello: la guerra è, sempre, guerra civile. Il copione è costruito incastonando nel testo di Eschilo, voci attuali, dati tecnici sulle armi di oggi, considerazioni sull’immanenza della guerra a ogni latitudine, geografica e cronologica. Sulla trama, i giovani di PoEM si prendono la responsabilità di far accedere alla realtà aumentata del teatro, i desideri, i punti di forza e di debolezza della generazione dei ventenni.
La rassegna dei classici del Pietra Rosa si chiude il 21 agosto con un altro testo tra i più conosciuti di Plauto, Menecmi. Come l’ottone e l’oro, nella messinscena ironica e surreale (e in questo caso, coinvolgente e caotica) del Collettivo V.A.N. Verso Altre Narrazioni, gruppo di giovani artisti under 35 nato in scena all’Accademia del Dramma Antico di Siracusa. Due gemelli omozigoti perdono le tracce l’uno dell’altro e crescono uno a Trapani e l’altro a Napoli. Il gemello napoletano decide di cercare il fratello perduto e lo fa imbattendosi in una dimensione piena di equivoci e intrecci: il mondo del Menecmo trapanese è delirante, pieno di problemi, colpi bassi e musica. E proprio la musica è tra le caratterizzazioni scelte da Collettivo V.A.N. per questa messinscena.
La stagione è organizzata dall’Associazione Teatri Storici di Sicilia con il Comune di Pollina; riceve il supporto del Ministero della Cultura, della Regione Siciliana e delle Vie dei Tesori.
Biglietti da 25 a 10 euro.
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