Per Sandra Tenconi, artista visiva nata a Varese nel 1937 ma residente a Pavia dal 1977, diplomatasi a Brera con Aldo Carpi e Domenico Cantatore negli anni Sessanta, la natura è da sempre riferimento primo della sua poetica, senso profondo dell’esistenza e spunto per una intensa ricerca pittorica tra volumi e colori.
La nuova mostra dal titolo “Montagne 1960-2024”, a cura di Francesca Porreca e in programma dal 21 novembre 2024 al 26 gennaio 2025 presso lo Spazio per le Arti Contemporanee del Broletto a Pavia,presenta oltre novanta opere fra disegni, tele e pastelli, alcune delle quali mai esposte.
Maria Cristina Barbieri, Assessore alle Politiche culturali del Comune di Pavia: “Sandra Tenconi, varesina di nascita, è diventata col tempo personalità artistica nota e amata a Pavia. Oggi la città di Pavia all’opera di Sandra Tenconi e alle sue suggestive montagne tributa il giusto omaggio, aprendole gli spazi espositivi del Broletto. Qui le sue opere, grazie anche al racconto che ne fa Francesca Porreca, non mancheranno di coinvolgere il pubblico più attento e sensibile all’arte e ai suoi possibili, necessari dialoghi con i valori della natura cui ci richiama il presente”.
I soggetti principali delle opere in mostra non sono semplici diorami di luoghi, ma diventano espressioni di stati d’animo e sentimenti interiori. lo Skyline delle vette montuose, in particolare, occupa un posto speciale nella sua opera: dalle Alpi italiane alle cime svizzere, fino alle vette della Shenandoah Valley negli Stati Uniti, ogni paesaggio montano viene trasformato in una sorta di “ritratto” spirituale, dove la materia cromatica si fa portatrice di emozioni complesse.
“Sin da quando ero piccola mi sono ritrovata a girovagare nei boschi, ad ascoltare la natura, imparando poco alla volta a dialogare con lei e a fidarmi di lei, suggerimento costante di grandi emozioni”, sottolinea Sandra Tenconi.
Nella poetica dell’artista la natura si presenta spesso in una condizione “sospesa” tra realtà e immaginazione. Le sue montagne non sono solo fisicamente riconoscibili ma anche sublimemente astratte, tanto che sembrano galleggiare in un’atmosfera rarefatta, tra luci, ombre e slanci cromatici improvvisi. Questo dialogo tra presenza fisica e trascendenza spirituale diventa uno dei tratti distintivi della sua visione naturalista, che si nutre tanto di contemplazione quanto di emozione.
Aspetto affascinante del suo lavoro è anche l’uso del colore, che varia a seconda del soggetto trattato. Nei dipinti che raffigurano rocce e vette tormentate, la materia pittorica si addensa e si stratifica, creando superfici ruvide e aspre che richiamano la solidità della terra.
Al contrario, nelle rappresentazioni di ghiacciai e distese nevose, o delle cime avvolte dalle nubi, il colore diventa morbido e suadente, creando un senso di leggerezza e avvolgimento che sembra sfidare la gravità stessa. In tutti i casi il colore si trasforma in uno strumento linguistico potente, capace di dare corpo alle tensioni emotive e spirituali che animano l’opera.
Scrive Francesca Porreca nel suo testo in catalogo: “Il tratto corposo e ruvido dei disegni e la materia tenera del pastello sono, fin dagli anni della formazione, strumenti privilegiati di registrazione e poi di traduzione di forme vegetali, paesaggi, montagne. I lavori degli esordi, realizzati a matita e a carboncino, dimostrano una straordinaria capacità di sintesi, che in certi casi arriva fino all’astrazione. Lo stesso effetto è raggiunto con le opere realizzate ad acrilico (dagli anni Novanta fino ai giorni nostri), caratterizzate da una tavolozza su cui spiccano i verdi, i viola e le accensioni dei bianchi sontuosi”.
Le opere di Tenconi non si limitano a rappresentare la natura in maniera realistica, ma ne colgono l’essenza più profonda, quella dimensione misteriosa e sublime che si cela dietro le forme visibili.
Accanto a questa tensione verso il sublime, tuttavia, vi è anche una profonda riflessione dell’artista sulla fragilità e la caducità della natura, che dimostra il suo essere in simbiosi con essa.
L’approccio naturalista di Sandra Tenconi non è mai semplicemente documentario. Al contrario, è una forma di ricerca esistenziale che, attraverso il paesaggio, esplora i grandi temi della vita umana: la solitudine, il tempo, la bellezza e il dolore.
Orari di apertura
Chiuso giovedì 26 dicembre
Ingresso libero
Inaugurazione mostra
Giovedì 21 novembre ore 18
Altri articoli
Riapre la Casa Museo Carol Rama a Torino: la Fondazione Sardi per l’arte ne ha assunto la gestione
“Il Tempo: Sincronicità e Interconnessioni”: allo spazio “Experience” di Palermo una nuova collettiva a cura di Leonarda Zappulla
“Gli alberi e noi”: la Rete degli Orti botanici della Lombardia celebra la Giornata Nazionale degli Alberi