“Telecom Tower” è il nuovo singolo di Elia Turra, disponibile su tutti i digital store dal 20 settembre. Dopo i primi singoli “Giungla d’asfalto” e “Tiramisù”, seguiti dal concept EP sui quartieri di Verona “Trilogia di quartiere” , l’autore si ripropone ancora in veste di cantautore urbano.
E per l’occasione Elia ci ha raccontato qualcosa in più!
Intervista Elia Turra
Elia, il tuo nuovo singolo si intitola “Telecom Tower”. Cosa ti ha colpito così tanto di questo edificio da dedicarle una canzone?
Ciao ragazzi!
Allora, ciò che mi ha colpito di questa torre è la sua costante presenza nello “skyline” Veronese.
Come sottolineo nel pezzo, lei è sempre presente, ben saldamente in posizione, dall’alto dei suoi 148 metri.
Oltretutto è l’edificio più alto di Verona, che è la mia città natale e dove tutt’ora vivo e scrivo.
Se dovessi descrivere la Telecom Tower come una metafora, cosa rappresenterebbe per te nella tua vita o nella tua carriera?
La TT nella mia vita è (come) una solida certezza :
Quella di scorgerla sempre, nelle mie passeggiate quotidiane,
nei miei spostamenti coi vari mezzi di trasporto, o semplicemente quando ciondolo per le strade di campagna con le cuffie nelle orecchie in cerca d’ispirazione, o di un po’ di relax.
Dal punto di vista artistico invece si è rivelata una sorpresa inaspettata, un po’ come quando conosci una persona che inizialmente non ti ispira e a cui “non daresti un euro” sempre metaforicamente parlando, ma poi finsce col sorprenderti, diventando magari un tuo buon amico o comunque un punto di riferimento.
Oggi più che mai, dopo che la canzone ha iniziato il suo viaggio nell’etere (mentre lei resta sempre lì ben salda) la sento ancora più vicina me.
Anche verso sera all’imbrunire, quando ascolto il suo pezzo nelle cuffie, e vedo le sue luci rosse lampeggiare, finisco quasi con l’emozionarmi e a pensare che col senno di poi, non cambierei una virgola di questa canzone per lei.
Verona è una costante nella tua musica. Credi che la tua città sia una musa continua o un punto di partenza per esplorare nuovi territori musicali?
In realtà , così come i miei primi due singoli “Giungla d’asfalto” e “Tiramisù”, in questi anni ho scritto tante altre canzoni che non parlano della mia città, e alcune sono già pronte per uscire al momento giusto.
Per quanto riguarda Verona, al momento non ho scritto altro che rimandi a lei, ma mai dire mai per il futuro.
Dovranno venire in maniera naturale così come è stato per tutte le canzoni che ho composto.
Non ho mai scritto nulla a “tavolino”, tutto è nato da sensazioni, sussulti e stimoli interiori (o esteriori come nel caso della torre) .
Hai un percorso musicale ricco e vario, dal rap al punk fino al cantautorato. Come si è evoluto il tuo modo di scrivere canzoni attraverso questi generi diversi?
Da piccolino ascoltavo molto rap italiano ed americano, praticando break dance e facendo parte dell’ambiente hip hop underground dell’epoca.
E’ stato proprio il rap il primo genere che mi ha avvicinato allo scrittura. Parallelamente ai testi rap, ho sempre e comunque scritto poesie.
Poi, una volta diventato adolescente, ho scoperto l’indie/garage rock,
e il post punk, che mi hanno affascinato e soggiocato, aprendo in me nuovi orizzonti.
Mentre successivamente (fatta eccezione per Franco Battiato che ho sempre ascoltato e adorato sin da bambino, grazie ai miei genitori che lo facevano suonare spesso in casa) mi sono avvicinato al mondo dei cantautori, di cui amo in particolar modo : Piero Ciampi, Francesco De Gregori e Lucio Dalla.
Diciamo che l’unione di tutti questi elementi ha forgiato quella che è la mia sensibilità e la mia penna ad oggi.
Il tuo incontro con Peter Doherty è stato sicuramente un momento importante per te. Com’è stato essere introdotto da un artista di quel calibro e cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Peter è uno dei miei artisti preferiti da quando ho 14 anni.
Ho iniziato a suonare la chitarra come atto d’amore verso i suoi Libertines, perchè volevo suonare liberamente tutte le loro canzoni.
Va da sé che essere stato invitato ed introdotto sul palco direttamente da lui, dandomi la possibilità di suonare il mio primo singolo “Giungla d’asfalto” davanti al suo pubblico all’Apollo di Milano, è stata un’esperienza unica, che sicuramente non dimenticherò mai.
Spero di avere modo di incontrarlo ancora in futuro nel mio cammino personale o artistico, e di poter suonare ancora in sua compagnia, o semplicemente scambiarci due parole, e ringraziarlo ancora per il suo gesto così altruista.
Guardando al futuro, cosa immagini per la tua musica?
Hai progetti o collaborazioni che non vedi l’ora di condividere?
Telecom Tower è tutt’ora in promozione, essendo ancora bella fresca, ma parallelamente sto già lavorando a nuove canzoni in studio di registrazione col mio produttore.
Ora vedremo se riuscirò a far uscire un nuovo brano a novembre,
altrimenti per Dicembre c’è già qualcosa che bolle in pentola e che non vedo l’ora di svelare.
Elia
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