3 Dicembre 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

PROROGATA LA MOSTRA COSTELLAZIONE INFORMALE.


LIBERE ASTRAZIONI DAL SECONDO DOPOGUERRA ALL’AZIONISMO

Maco Arte, Padova, via Ognissanti 33
4/10 – 2/11 2024
Ingresso libero

Una grande affluenza e soprattutto il plauso del pubblico hanno convinto gli organizzatori a prorogare la mostra Costellazione Informale. Libere Astrazioni dal secondo dopoguerra all’azionismo fino al 9 novembre prossimo.


L’esposizione, visitabile a ingresso libero negli spazi di Maco Arte a Padova, si compone di circa 40 opere pittoriche chiamate a raccontare, dalla nascita alle sue eredità espressive, la corrente dell’Informale, una delle più significative tra quelle che hanno attraversato il XX secolo.
Ad aprire il percorso un lavoro su carta di Lucio Fontana, contrassegnato da una forma ovale che, secondo Mattia Munari, titolare di Maco Arte «assume simbolicamente una funzione generativa rispetto alle diverse esperienze che la mostra presenta; ruolo interpretato, d’altronde, dall’opera di Fontana nei confronti dell’intera corrente».


I lavori selezionati, coprendo un arco temporale di quasi mezzo secolo, compongono una visione panoramica dell’astrazione gestuale dal secondo dopoguerra in poi, conferendo risalto a quanto accaduto in questo particolare ambito pittorico tra gli anni Cinquanta e Sessanta. È questa la fase storica in cui l’Informale sviluppa le sue possibilità poetiche e diviene la tendenza prevalente in Europa, ricevendo impulso dall’affermazione, dall’altra parte dell’oceano, dell’Espressionismo Astratto.
Come gli artisti americani, anche quelli europei guardano agli “automatismi espressivi” già teorizzati dal Surrealismo, dando luogo a un nuovo linguaggio che, liberandosi progressivamente da finalità descrittive, trae linfa dagli stati emotivi e dall’inconscio dell’artefice. L’esperienza diretta del secondo conflitto mondiale impedisce agli artisti europei di recidere il rapporto con la storia; se scompare nelle loro opere la figura, non scompare il mondo, di cui le superfici manifestano una visione interiorizzata.
La materia, densa oppure luminosa, diviene così un possibile registro della memoria recente come dell’esperienza quotidiana. Assieme al muoversi libero del segno sulla superficie, essa ha il compito da un lato di “incarnare” la ferita collettiva della guerra; dall’altro, di concretizzare nuove concezioni spaziali, nelle quali emerge un sentimento della natura che intende evocare di questa il “respiro” più che le apparenze sensibili.


La pittura informale supera infatti l’intenzione rappresentativa per diventare luogo, campo d’azione, estensione del corpo di chi le conferisce vita.
La mostra padovana, giocando sulla dialettica tra segno e materia, ma anche su quella tra ordine e disordine, opacità e trasparenza, si propone di rendere manifesta la sua complessità, portandone in risalto le costanti espressive attraverso il confronto ravvicinato tra opere diverse tra loro.
Accanto al lavoro di Afro, Hartung, Mathieu, Morlotti, Schneider, Scialoja, Vedova, artisti da ritenersi organici alla tendenza, viene presentato quello di autori che ne hanno condiviso alcune delle aspirazioni.
È il caso di Bacci, Deluigi, Tancredi e Vianello legati allo Spazialismo veneziano, e di Accardi, Dorazio, Turcato, fondatori negli anni Quaranta del Gruppo Forma 1.
Con l’esposizione di due opere riconducibili al gruppo giapponese Gutai, la mostra indica uno dei punti d’arrivo del processo di identificazione tra l’atto artistico, il corpo e il mondo organico, a cui l’Informale ha dato avvio.


Assieme a quelli degli americani Paul Jenkins e Sam Francis, questi lavori offrono al visitatore una “risonanza” delle ricerche informali in ambito extra europeo.
Infine, due opere firmate rispettivamente di Hermann Nitsch e Arnulf Rainer, esponenti dell’azionismo viennese, chiudono il percorso espositivo, testimoniando la persistenza di elementi riconducibili alla corrente in opere che si avvicinano al nuovo millennio, nate da eventi performativi di carattere rituale.
Il progetto, curato da Mattia Munari e Nicola Galvan, è completato da un catalogo che verrà presentato al pubblico in Galleria venerdì 8 novembre alle ore 18.00. Il Finissage è sempre a ingresso libero.