16 Novembre 2024

Zarabazà

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Firenze frammenti d’anima

Firenze - di Augusto De Luca

Firenze - di Augusto De Luca

Firenze nell’immaginario collettivo è un’isola con un enorme quantità di tesori. Città e Arte si fondono in una sola “idea” dando vita al più grande museo del mondo.
Camminare a Firenze, prendere un caffè, mangiare un panino per strada, rappresentano sempre una parentesi, una sosta anche inconsapevole in uno straordinario viaggio nella storia.

Quando mi è stato chiesto di fotografarla e interpretarla, ho avuto paura, paura di non riuscire a cogliere lo spirito di questa città-capolavoro.
Per gestire con facilità il lavoro, presi in affitto un bellissimo appartamento nel cuore di quello che, indiscutibilmente, è uno dei crocevia culturali più vivi del Vecchio Continente, passaggio obbligato di ogni artista.

Firenze – foto Augusto De Luca

Avevo così l’opportunità di visitare, nelle diverse ore del giorno, i vari luoghi da immortalare, valutando e scegliendo la luce che preferivo. Avevo anche la possibilità di girare la città quando era deserta, soffermandomi ed esaltando maggiormente le strutture architettoniche senza la presenza umana.

Firenze – foto Augusto De Luca

Infatti, passeggiando per le sue vie piene di turisti e di studenti di ogni nazionalità diventa difficile cogliere certe atmosfere, certe vibrazioni che rimangono sommerse e che sono rintracciabili solo all’alba, quando la città è sospesa nel silenzio della sua monumentale bellezza, lontana dalla folla che è un aspetto nuovo di Firenze. Ho cercato, per quanto possibile, di restituirne l’aspetto più nascosto e forse più vero, attraverso i suoi eterni ed incontaminati frammenti d’anima che, nel continuo gioco tra luci ed ombre, restituiscono una veduta d’insieme frammentaria eppure completa, con richiami alla metafisica.

Firenze – foto Augusto De Luca

Ho lavorato seguendo un processo di sottrazione, ricercando gli elementi minimali, prediligendo inquadrature dal basso verso l’alto, alternando diversi piani spaziali, giocando molto su ossimorici disequilibri tra figure e sfondo, così da esaltare armoniosamente il “tutto”, seguendo un personale alfabeto linguistico, decodificabile a partire dall’osservazione del più piccolo particolare che ne celebra la magia.

Augusto De Luca