Trattato medievale sulla salute e il benessere delle donne
A cura di Piero Manni
Prefazione di Rosy Bindi
Il primo trattato sulla salute e le patologie delle donne scritto nell’XI secolo dalla medichessa della Scuola di Salerno che fonda la medicina di genere
“Perciò dunque, in quanto le donne sono di natura più deboli degli uomini e in quanto sono assai spesso tormentate nel parto, frequentemente sono soggette a malattie, che riguardano particolarmente gli organi adibiti al servizio della Natura. D’altro canto, le donne non osano rivelare al medico, per la condizione di fragilità dovuta al pudore e alla vergogna, le preoccupazioni per le malattie che le colpiscono nelle parti più intime. La miserevole condizione delle donne, e la grazia di una in particolare che mi ha colpito il cuore, mi hanno indotta a trattare con chiarezza le malattie femminili al fine di poterle curare”.
Tra il IX e il XIII secolo fiorisce a Salerno una importante scuola di medicina, dove insegnano i maggiori studiosi dell’epoca, aperta anche alle donne, sia come allieve che come magistrae.
Una di queste, vissuta attorno all’anno Mille, fu Trotula de’ Ruggiero, la cui opera maggiore, De passionibus mulierum ante in et post partum, è un trattato di ostetricia e ginecologia di grande diffusione e autorità per tutto il Medioevo. Tradotto in molte lingue europee, pubblicato in decine di edizioni, studiato nelle università, rappresentò per secoli il riferimento cardine della medicina occidentale.
Il De passionibus inizia delineando la natura caratteristica del genere femminile, che a differenza della natura del maschio, calda e asciutta, è fredda e umida. Alle donne manca il calore necessario per dissipare gli umori cattivi, e sono dunque più deboli e soggette ad ammalarsi prevalentemente negli organi riproduttivi. Per difendersi dagli umori le mulieres hanno tuttavia una particolare purificazione, il ciclo mestruale, la cui regolarità è fonte e segno di salute, e viceversa. Primo compito della medicina è allora diagnosticare le ragioni dell’interruzione della regolarità delle mestruazioni e individuare con la farmacopea i rimedi opportuni.
Trotula suggerisce come evitare una gravidanza, o come scegliere il sesso del bambino che si concepisce; è la prima ad affermare, contro consolidate credenze, che la sterilità può avere origine anche maschile; dispensa nozioni di ostetricia sulla posizione del feto nell’utero, dà indicazioni per individuare i segni di una gravidanza, e per il regime della puerpera: particolare attenzione merita il momento del parto, che necessita di una atmosfera serena e rispettosa del pudore della donna.
Trotula pone le patologie non solo in relazione con gli umori e con le ipotesi scientifiche dell’epoca, ma anche con l’intera vita della donna: la sua salute ha a che fare con la filosofia della Natura cui si ispira l’arte medica del tempo, e aspira a un corpo sano in armonia con l’universo. In modo consapevole ed esplicito, Trotula privilegia la sanità delle donne, e dà vita alla medicina di genere.
In Appendice le piante officinali citate da Trotula: ancora oggi si trovano nelle campagne e in erboristeria.
Nel catalogo Manni si trova anche l’opera di Trotula De ornatu mulierum, con il titolo L’armonia delle donne. Trattato medievale di cosmesi con consigli pratici sul trucco e la cura del corpo (2014).
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