7- 12 luglio
Sala Grande
regia Filippo Dini
con Filippo Dini
e le voci al telefono
sono di (in ordine di apparizione):
Sara Bertelà – Bethan
Eva Cambiale – moglie di Gareth
Alberto Astorri – Donal
Emilia Piz – Lisa
Iacopo Ferro – Sean
Mattia Fabris – Gareth
Mariangela Granelli – Katrina
Valentina Cenni – sorella Margareth
Carlo Orlando – Davids
Giampiero Rappa – Dottor Gullu
Fabrizio Coniglio – Cassidy
scene e costumi Laura
Benzi
luci Pasquale Mari
colonna sonora Michele Fiori (sistema audio in olofonia “HOLOS”)
regia del suono David Barittoni
aiuto regia Carlo Orlando
durata 75 minuti
produzione
Teatro Franco Parenti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – Teatro Stabile di Torino
Dal grande successo cinematografico diretto da Steven Knight con protagonista Tom Hardy, in scena la trasposizione teatrale affidata a Filippo Dini, attore e regista tra i più interessanti del panorama teatrale italiano.
Un uomo esce da un cantiere, si sfila un paio di stivali da lavoro e sale su una bella auto. Qui inizia il suo viaggio. Durante il tragitto, Locke parla al telefono con altre persone. Non conosciamo le sue emozioni e i suoi pensieri, ma sono le telefonate a raccontarci la sua storia ed è la forma dei suoi rapporti a svelarcelo. Locke è un uomo borghese: ben vestito, con un buon lavoro, un buon reddito e una bella famiglia. A casa lo aspettano due figli, una moglie, la partita alla tv, le birre e il barbecue. Il cantiere al quale lavora è la costruzione di un edificio di grande prestigio e per la mattina seguente è prevista “la più grande colata di calcestruzzo dell’edilizia urbana londinese”. Tutti si fidano di lui, ha tutto sotto controllo, è “il più bravo capocantiere d’Inghilterra”.
Quella notte però Locke non torna a casa, ma parte per un lungo viaggio. Succede qualcosa che cambierà per sempre la sua esistenza e compirà una scelta che distruggerà la sua vita per come l’ha conosciuta e costruita fino a quel momento. Un testo sull’assunzione di responsabilità e sull’estrema fragilità degli edifici morali sui quali costruiamo le nostre famiglie e le nostre sicurezze.
La vicenda narrata in “Locke” è un grande inno al coraggio, alla sua espressione più potente e più arcaica: il coraggio di abbandonare la propria vita, le proprie certezze, i successi personali, i propri affetti, per iniziare una nuova esistenza, misteriosa, ignota, forse terribile, ma espressione del proprio miglioramento personale.
Ivan Locke compie il suo viaggio in nome
della salvezza, sfida le leggi umane e divine, per poter riscattare l’umanità:
è un eroe epico, riscritto nel mondo contemporaneo, e come tale, sacrifica
tutto, rinuncia alla propria vita e si fa metafora della nostra salvezza.
Tutti noi viaggeremo con Ivan Locke, e all’arrivo troveremo una persona
diversa.
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