Mentre scrivevo della straordinaria vicenda dei Florio, mi sono chiesta in quale modo i lettori dei Leoni di Sicilia avrebbero immaginato il passato che stavo raccontando, ben sapendo che, come dice Proust, «noi vorremmo che lo scrittore ci desse delle risposte, ma non può far altro che ispirarci dei desideri». In me, quel passato ha preso forma nei nobili tratti di una Palermo che il tempo e gli uomini hanno quasi cancellato, ma anche in ciò che emergeva dalle mie ricerche e che andava oltre la Storia per entrare nella vita: un tavolo, un vestito, una finestra, un anello, una bottiglia…
Ecco perché, in questa edizione dei Leoni di Sicilia, accanto a qualche immagine di luoghi, personaggi e avvenimenti storici, troverete soprattutto frammenti di quel tempo lontano, cristallizzati in un oggetto, in un gesto, in un paesaggio… suggestioni, insomma, simili a quelle dei romanzi illustrati dell’Ottocento, un’epoca in cui l’immaginazione era di certo più semplice e più libera. Anche grazie a queste immagini, ognuno potrà crearsi una propria visione del passato, che andrà però idealmente a unirsi a quella di tutti gli altri, realizzando così la vera magia della lettura, e cioè ancorare alle stesse parole i desideri più diversi. Per me, come autrice, non esiste magia più sorprendente.
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