24 Novembre 2024

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A cosa serve la memoria, racconto a due voci di e con Corrado Augias e con Moni Ovadia

Ferrara- “A cosa serve la memoria”, racconto a due voci di e con Corrado Augias e con Moni Ovadia, una produzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara in collaborazione con Rotaract Club di Agrigento e Comune di San Severo, con il sostegno di Ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo, Regione Emilia Romagna, Comune di Ferrara e Bonifiche Ferraresi, in collaborazione con Comitato provinciale 27 gennaio: Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Ferrara, Comune di Ferrara e Istituto di Storia contemporanea di Ferrara.

Ferrara – Mercoledì 27 gennaio, dal Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado”, si celebra la Giornata della Memoria. In streaming sul canale Youtube del Teatro Comunale, alle 10.30 si terrà la cerimonia ufficiale delle celebrazioni a cura del Comitato provinciale 27 Gennaio per il Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti. A seguire, il racconto a due voci in prima nazionale ‘A cosa serve la Memoria’ di e con Corrado Augias e Moni Ovadia. Una produzione della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara in collaborazione con il Comune di San Severo – Assessorato alla Cultura e Rotaract Club Agrigento, e il sostegno del Ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo, Regione Emilia Romagna, Comune di Ferrara e Bonifiche Ferraresi.

Il link per accedere alla diretta streaming dello spettacolo: www.youtube.com/watch?v=i1eYu-jMgvo.

Presenti per i saluti istituzionali, il prefetto di Ferrara Michele Campanaro, il sindaco Alan Fabbri e Adelina Popa, presidente della Consulta provinciale di Ferrara, con gli interventi di Francesco Miglio, sindaco del Comune di San Severo e Giuseppe Seminerio, presidente di Rotaract Club Agrigento, con Marcello Corvino, coadiutore artistico della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Anna Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara. Lo streaming – che rimarrà sul canale Youtube del Comunale – coinvolgerà anche le Scuole di Ferrara e provincia e gli Istituti scolastici secondari di II grado di San Severo. Lo spettacolo rimarrà sul canale Youtube del Comunale anche successivamente alla diretta.

“La Giornata della Memoria può avere tanti significati – spiega Corrado Augias – può essere un’occasione rituale, che impallidisce anno dopo anno a mano a mano che i fatti ricordati si allontanano nel tempo e che i racconti dei testimoni diretti degli eventi scompaiono. Oppure può essere un’occasione nobile, ma nobilmente inutile, perché si limita a rievocare fatti atroci, spesso irriferibili. Oppure può essere un’occasione di conoscenza, che vuol dire ripercorrere insieme non soltanto i fatti, ma le cause, i motivi che determinarono tali fatti”.

“Sono particolarmente felice di condividere questo momento di confronto con l’amico Corrado Augias, consapevole che sarà uno stimolo anche per me” racconta Moni Ovadia. Tra il pubblico in streaming, anche molti studenti: “Parlare loro di Shoah è parlare di un tempo lontano” per Ovadia, ma “anche loro devono essere responsabili”, anche loro devono diventare “testimoni della memoria, tramandarla, perché ogni atto di violenza, anche il più piccolo, può essere seme della grande violenza, del disprezzo, dell’annientamento della dignità di un uomo”.

Lo streaming coinvolgerà anche le Scuole di Ferrara e provincia e gli Istituti scolastici secondari di II grado di San Severo. Partecipano inoltre il Liceo classico Empedocle di Agrigento e il Liceo delle scienze umane “Politi” di Agrigento. Il progetto verrà condiviso anche sul sito istituzionale del Comune di San Severo e sul profilo Facebook dell’Assessorato alla Cultura di San Severo, sulle pagine Facebook di Rotaract club Agrigento, del Comune di Agrigento e della Fondazione Teatro Pirandello Agrigento. Lo spettacolo sarà proposto anche su Telestense il 27 gennaio alle ore 21.15.

A cosa serve la Memoria. Racconto a due voci. A che cosa può servire la memoria di vicende che, negli ultimi anni, hanno dilagato? Per molto tempo dopo la fine della guerra, nel 1945, si seppe poco o nulla dello sterminio. L’incredibile omissione dipese da vari fattori non escluso il sentimento di vergogna, talvolta il senso di colpa, degli scampati. Poi ci fu a Norimberga il processo ad una ventina di gerarchi nazisti fatti prigionieri. Un processo condotto sull’aridità delle carte. Quindici anni dopo, 1961, al processo contro Eichmann a Gerusalemme s’udì invece la voce diretta degli scampati, udienze tessute di emozioni incontenibili, sopravvissuti che ripercorrevano pubblicamente esperienze strazianti. La verità del testimone era indiscutibile. Eppure, si cominciava a capire che la memoria, da sola, non poteva andare oltre la dimensione individuale.La memoria fornisce delle tracce, ma solo la conoscenza della storia consente di formulare un giudizio identificando i colpevoli, svelandone i moventi, ricostruendo le cause dei fatti, dando un senso a quanto è avvenuto contribuendo ad una memoria collettiva razionale e non emotiva o, peggio, solo rituale.

Corrado Augias. Giornalista e scrittore, Corrado Augias è nato a Roma. Ha trascorso molti anni all’estero. Parigi prima poi New York, da dove è stato corrispondente del settimanale L’Espresso e del quotidiano La Repubblica. Per La Repubblica, cura la rubrica quotidiana di corrispondenza con i lettori. Ha pubblicato numerosi libri sia di narrativa sia di saggistica; tra questi, notevole fortuna hanno avuto i suoi libri dedicati ai ‘romanzi’ delle città largamente tradotti in varie lingue. Ha ideato e condotto numerosi programmi televisivi. È autore di testi teatrali. I primi, nel 1965, furono allestiti in una cantina d’avanguardia, il ‘Teatro del 101’ diretto da Antonio Calenda, primo attore Luigi Proietti, che segnò un’importante stagione nel rinnovamento del teatro italiano. Ultimo saggio (Einaudi, 2020) il “Breviario per un confuso presente”, quasi un portolano per orientarsi nell’inafferrabile tumulto dei nostri anni.

Moni Ovadia. Nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi, via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze s’innestano alla sua vena di intrattenitore, oratore e umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui si fa memoria per il futuro.