Cinque marchi, cinque storie da raccontareIl kidswear è un terreno di sperimentazione particolarmente fertile per la creatività, oltre che un acceleratore di sostenibilità e un veicolo di messaggi positivi. Lo confermano le storie, differenti ma simili nella ricerca di un abbigliamento bimbo di valore e fuori dall’ordinario, di cinque tra i brand per under 14 presenti sulla piattaforma Pitti Connect. Si va da stilisti che hanno fatto tesoro dell’esperienza nel mondo dell’adulto per applicarla, con parametri diversi, alla moda infantile – vedi Anja Schwerbrock, il duo Marques’Almeida e Fernando Lemoniez -, a intese “magiche”, come quella di Maria Lito e Luisa Armorim per Andorine, fino a volare in Nuova Zelanda, addentrandosi nel mondo di Carbon Soldier.
Anja Schwerbrock: il circo, il balletto, la natura, la metropoli
Anja Schwerbrock è una creativa a tutto tondo. Nata in Germania e con esperienze, tra gli altri, presso Comme des Garçons in Giappone e Dries Van Noten in Belgio, ha lanciato il suo brand di ready-to-wear donna nel 2005, quando si è trasferita ad Anversa. La collezione per baby e kid, Treehouse by Anja Schwerbrock (vedi foto di apertura e qui sotto) è nata nel 2012, ispirandosi ai due figli e alle passioni di sempre, la danza classica e il circo. Ma c’è dell’altro: «Come per la moda da grandi – spiega Anja a fashionmagazine.it – mi piace trasporre negli abiti i contrasti tra natura e contesti urbani, spirito romantico e progressive. In altri termini, amalgamo la fantasia, il cosiddetto “charming magic”, con gli spunti che la vita metropolitana offre». Il tutto con il plus della sostenibilità: molti i materiali riciclati o ecologici, mentre la produzione è affidata a realtà locali europee, privilegiando quelle che utilizzano energia green e riducono gli sprechi di acqua. Quanto alla distribuzione, l’Italia è uno dei mercati di riferimento, insieme a Usa e Medio Oriente, per un totale di 150 punti vendita selezionati. Il tema della collezione FW 21/22 è “Birds of Passage”: «Gli abiti sono svolazzanti, con il motivo ricorrente delle rondini ricamate – racconta la stilista -. Ho immaginato stormi di uccelli attraversare i cieli della Scozia, evocata nei tessuti a quadri mischiati ad altri». Oltre al fashion, Anja Schwerbrock si occupa di progetti di identità corporate, interior design e di una collezione di oggetti in ceramica.
M’A Kids: la collezione-Manifesto ispirata a Maria e Alice
La moda è questione di attitudini, non di orli: Marta Marques e Paulo Almeida, coppia nel lavoro e nella vita, hanno fatto tesoro di questa frase di Helmut Lang nel momento in cui hanno deciso di fondare il proprio marchio di pret-à-porter, dopo aver studiato alla Central Saint Martins. Era il 2011: quattro anni dopo Marques’Almeida vinceva l’Lvmh Prize e il British Fashion Award for Best Emerging Designer. Sintetizzato in M’A, il brand ha sfilato a Parigi e lanciato diverse collaborazioni, tra cui quella con 7 for All Mankind. Mancava il tassello del bimbo: Marta e Paulo lo hanno colmato con una collezione rivolta alla fascia dai due ai dieci anni. «In quanto genitori di Maria, tre anni, e Alice di un anno – dicono – avvertivamo un gap nel mercato del childrenswear, che abbiamo voluto colmare con M’A Kids, una collezione sostenibile ma cool, prodotta in Portogallo e accompagnata da un vero e proprio Manifesto. Privilegiamo, per esempio, materiali che non sono stati utilizzati per il nostro womenswear, oltre a bandire le fibre derivanti dal petrolio, a meno che non siano riciclate, e a impegnarci a ridurre le emissioni di carbonio». Nella collezione FW 21/22 spiccano stampe graffiti, loghi colorati, accessori brillanti, motivi grafici di righe, capi in maglia confortevoli e allegri e tute in cui le plastiche recuperate dall’oceano scoprono una nuova vita nell’abbigliamento. La label crescerà insieme a Maria e Alice, osservando il loro mondo e facendo tesoro delle loro esigenze: «Speriamo che M’A Kids ci consenta di connetterci con tante famiglie diverse, magari creando insieme a loro progetti incredibili!», affermano Marta e Paulo. Famiglie dislocate soprattutto in Nord Europa, Italia, Stati Uniti e Asia, mercati d’elezione del progetto in taglie mini.
Andorine: un sogno a colori nato in Portogallo
Stylish, cool, easy: con questi aggettivi Maria Lito e Luisa Armorim descrivono il mood di Andorine, marchio che hanno lanciato a Porto nel 2015 pensando a bambini dai due ai 16 anni con gli occhi bene aperti e curiosi sul mondo. Andorine in portoghese significa rondini, perché non c’è bimbo che non sogni di volare con la fantasia. Ogni collezione, integrata da Special Edition, rappresenta un nuovo episodio di una storia a puntate. «La FW 21/22 – spiegano Maria e Luisa, la prima artista/stilista e la seconda a capo dell’azienda vinicola di famiglia nella valle del Douro – si intitola Dream in Color, pensando al personaggio di Dorothy nel Meraviglioso Mago di Oz di Lyman Frank Baum. Verde smeraldo, blu, arancio brunito e blu sono i colori chiave, spaziando per quanto riguarda i materiali tra stoffe luccicanti e iridescenti, frange e applicazioni in paillette, senza tralasciare le mischie in cashmere, il jersey di cotone organico, il denim lavato e la felpa. Il risultato sono capi sofisticati ma confortevoli, di alta qualità e sempre a misura di bimbo». «Con questa collezione siamo su Pitti Connect – aggiungono -. Una piattaforma utile per interagire con i buyer di tutto il mondo (i principali mercati per Andorine sono Usa, Middle East e Cina, ndr), che rappresenta l’alternativa digitale per eccellenza alle fiere fisiche». Maria e Luisa sono impegnate in prima linea nella sostenibilità: «I nostri capi, tutti gender-inclusive, vengono confezionati in laboratori del Nord del Portogallo, in modo da supportare da un lato le realtà locali e, dall’altro, garantire una produzione etica. Tenendo sempre in mente che l’industria del fashion è la più inquinante al mondo, ci impegniamo a utilizzare materie prime quali cotone organico, Tencel, viscosa e poliestere riciclato. Come brand abbiamo la responsabilità di trasmettere il nostro messaggio alle generazioni future, consapevoli che i bambini di oggi saranno gli adulti di domani».
Señorita Lemoniez: la couture che conquista le ragazzine
Quella di Fernando Lemoniez e Soledad Romero è una storia di amicizia, sfociata in un progetto di moda e business. Lui, famoso stilista spagnolo di womenswear, e lei, imprenditrice nonché madre di due “senoritas” molto esigenti in fatto di abbigliamento, hanno unito le forze per lanciare nel 2012 il marchio Señorita Lemoniez, con l’idea di trasporre nel guardaroba delle ragazzine i fondamentali dello stile Lemoniez: profonda conoscenza dei materiali, studio meticoloso delle forme e cura dei dettagli. Plus garantiti da una produzione di matrice artigianale: «La collezione – puntualizza Soledad – è realizzata in piccoli laboratori spagnoli nei dintorni di Madrid. Paul, Flori, Elvira, Beatriz e Mar sono solo alcune delle nostre ‘petit mains’». Le nuove proposte per la FW 21/22 giocano su contrasti di bianco e nero, ravvivati da flash di colori e bagliori dorati, pensando ai Pierrot di Picasso, ma anche alla tavolozza di Turner e Friedrich. I tessuti si sbizzarriscono tra satin, organze, plumetis, jacquard, crêpe, mikado e paillette sui capi in maglia. Torna il leitmotiv dell’arco su nastri, foulard, cravatte e cinture. Usa, Paesi del Golfo e Cina sono i mercati di elezione, «ma grazie alla presenza su Farfetch – conclude Soledad – le frontiere non esistono più. Pitti Connect? Un posto con l’anima, come tutti i progetti di Pitti Immagine».
Carbon Soldier: i nidi neozelandesi diventano abiti
Arriva da Auckland, in Nuova Zelanda, un brand rivolto alla fascia 0-14 anni che piace anche in questa parte del pianeta. Si tratta di Carbon Soldier, il cui stile è classico ma con un tocco di stravaganza, intriso delle atmosfere di un Paese dove la natura regna ancora sovrana. Non a caso, la collezione FW 21/22 è ispirata ai “Nest”, i nidi da scoprire nei tanti boschi del Paese, che si traducono in soffici velluti imbottiti, pellicce ecologiche, morbidi pon pon e cotoni a tutto comfort. La produzione si svolge in Cina, «ma insieme a partner con i quali abbiamo costruito un rapporto di lungo termine – assicurano i responsabili del brand – al punto che li consideriamo persone di famiglia». Quanto al network distributivo, è composto da una cinquantina di negozi multimarca sparsi per gli Usa, l’Asia, il Medio Oriente e l’Europa. Recentemente è stato avviato un pop up store Carbon Soldier a Auckland, cui ne seguiranno altri in futuro.
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