PNRR STIMOLA SOLO IL 15-25% DELLE QUANTITÀ NECESSARIE. È URGENTE PRENDERE ALTRI PROVVEDIMENTI A COMINCIARE DA DRASTICA REVISIONE PNIEC»
«Su rinnovabili ed economia circolare quello del PNRR è un approccio deludente. – afferma Livio de Santoli, presidente del Coordinamento FREE, commentando il PNRR presentato dal Governo – Questo PNRR risponde a una logica di soluzioni poco coraggiose e così l’Italia rischia di non raggiungere gli obiettivi necessari in materia di rinnovabili e sostenibilità. L’insieme del documento contiene, specialmente per la parte Green, una serie di provvedimenti con poche rinnovabili, scarsa elettrificazione nei trasporti, semplificazioni poco chiare, economia circolare riduttivamente considerata solo in chiave rifiuti e non di sviluppo della filiera industriale, scarsa attenzione all’efficienza energetica, totalmente assente se non fosse per il superbonus 110%».
«Sulle fonti rinnovabili si punta a un incremento, ma non ci siamo. – continua De Santoli – I pochi numeri che troviamo sull’argomento, infatti, confermano ciò. 2 GW per l’agrivoltaico, 2 GW per le comunità energetiche, e solo per i comuni al di sotto di 5.000 abitanti, quando invece occorrerebbe includere le aree industriali e le periferie delle metropoli, 0,2 GW per l’off shore, praticamente un unico grande impianto, 2,5 miliardi di metri cubi di biometano quando sono 70 quelli utilizzati oggi di gas naturale, sono questi i numeri che sembrerebbero sbagliati – e che rappresentano il 15-25% del necessario – se non fosse che provengono dal Governo».
Il Coordinamento FREE ha stimato, in un recente documento, come obiettivo intermedio al 2025, cifre diverse: 26 GW di fotovoltaico, 7 GW di eolico.
«Si tratta di una percentuale ridotta rispetto alle rinnovabili necessarie per rispondere alle richieste europee. – dice De Santoli – E per il processo autorizzativo degli impianti che come sappiamo è uno degli ostacoli più grandi che riguarda le rinnovabili mi sembra ci sia farraginosità e poca chiarezza. Bene la cabina di regia alla Presidenza del Consiglio, cosa che il Coordinamento chiede da molto tempo, ma anche presenza di ruoli che si sovrappongono, tra Comitato interministeriale per la transizione ecologica, al quale però non partecipa il Ministero della Cultura e una struttura apposita presso la Presidenza del Consiglio in raccordo con il Dipartimento Affari Giuridici e coordinata dal Ministro della pubblica amministrazione. Tradotto: si creano due organismi o tre e non si dice che le Soprintendenze devono intervenire solo sulle aree vincolate».
«Un ribasso che non riguarda solo le rinnovabili ma anche l’economia circolare che è citata quasi esclusivamente come se riguardasse solo il ciclo dei rifiuti comunque considerati nella loro accezione tradizionale, e quando si accenna alla intera filiera di prodotto ci si riferisce al solo settore agricolo. – conclude de Santoli -Non si può avere un’idea di questo tipo nel 2021 perché pericolosa per la politica industriale del nostro paese che invece con il New Generation EU va potenziata. Speriamo che a questo PNRR seguano interventi più incisivi e coerenti, a cominciare da una drastica revisione del PNIEC».
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