RACCONTO FERRARA -, un tuffo nel passato e nei ricordi di Alessandra Andreoli
Vincenzo Andreoli, mio padre, nasce a Bondeno nel 1909 e muore a Ferrara nel 2013. Personalità piena di interessi e di inventiva, fin dall’adolescenza acquisisce la licenza industriale come elettrotecnico con borsa di studio consistente in lire 500, spese per un soggiorno marino finalizzato a curare la sua pleurite.
Nel 1926 la città di Bologna onora il 30° anniversario della scoperta di Guglielmo Marconi, al quale sono dovute le trasformazioni delle onde elettromagnetiche a scopi radiofonici e radio telefonici e Vincenzo Andreoli all’età di 17 anni si fa accompagnare dal padre, mio nonno, in città per incontrare l’illustre scienziato. Racconterà ai suoi familiari, che l’Università aveva elevato con tanti onori il concittadino mentre per la vie di Bologna il pubblico non gli aveva riservato lo stesso calore. Rimane infatti deluso dell’accoglienza ma riesce a scambiare due parole con lui, prima esprimendo la sua profonda stima per la scoperta effettuata, poi esternando con determinazione proprio davanti a Marconi, il bisogno di studiare la radio per rendergli omaggio.
Questo episodio, seppur breve, è stato vissuto molto intensamente: orgoglio e vanto negli anni a venire, parlando con chiunque gli chiedesse dell’inventore della radio.
Prima di partire per il servizio militare Vincenzo s’impegna nel costruire un prototipo di radio con le parti che erano in commercio. A 19 anni in attesa della leva, frequenta un corso per allievi ufficiali a Spoleto Reparto GT, dopo aver superato un difficile test di ammissione, in quanto si richiedeva la laurea. Promosso tenente RT prende servizio a Mestre e a 21 anni, tornato borghese, supera a Milano l’esame alla Radio Marelli, ma non viene assunto perchè non era residente da più di un anno nel capoluogo lombardo. Ha buone prospettive di essere assunto come esecutore, assistente e addetto alla manutenzione dell’impianto elettrico del Consorzio di Bonifica che stava costruendo in quel periodo l’idrovora di Stellata, ma cambia repentinamente idea e nel 1933 inizia la Sua attività commerciale.
Chiede in prestito alla Cassa di Risparmio di Ferrara lire 2000 (foto a fianco) con interesse al 6 % con l’ avallo di un noto possidente terriero di Bondeno che lo esorta a mettersi in proprio e a non abbandonare il suo sogno, visto il famoso incontro con Guglielmo Marconi, narrato anche a lui.
Apre così il primo negozio in affitto a Bondeno in Via Carducci (nella foto in alto) vendendo gli apparecchi radio che funzionavano a batteria, inoltre capisce che se gli Italiani non possono permettersi di pagare subito in contanti, dovrà concedere loro pagamenti rateali basati sulla fiducia.
Per farsi conoscere inventa un sistema pubblicitario basato su tanti collaboratori che nei vari bar di Bondeno e delle zone limitrofe, dovevano fare il nome della ditta “Andreoli Vincenzo” a cui rivolgersi per acquistare le radio. Ai cosiddetti “segnalatori”, riconosce un premio ad affare concluso. Inoltre si rende conto che per dare un servizio a 360 gradi doveva garantire riparazioni gratuite ai suoi clienti.
Con l’avvento della Tv il grande balzo: apre un negozio di proprietà nel centro di Bondeno e nel 1954 vende ben 11 televisioni. Inizia a trascrivere in un piccolo libricino nero tutti coloro che hanno acquistato gli apparecchi. Visto che era apprezzato, onesto e puntuale, si era fatto un nome quindi pensa di abbandonare il negozio di Bondeno per sbarcare nella città di Ferrara.
Inizia così nel 1961 nella nuova sede di Corso Porta Po 164 – fatta realizzare da mio padre sulle macerie di un edificio bombardato alla fine della II Guerra Mondiale – una nuova sfida e i suoi clienti sono prestigiosi dottori, commercialisti, dirigenti. Il libricino si riempie di cognomi, uno tra tutti l’ingegnere Giulio Natta, premio Nobel per la chimica nel 1963. Averlo servito rendeva orgoglioso mio padre.
[Vincenzo Andreoli]
La sua attività cessa nel 1984, ma gli ultimi anni si mette ancora in gioco impiantando un frutteto su un terreno di sette ettari a Porporana ereditato dalla moglie Sara Branchini, cimentandosi nel campo dell’agricoltura, pur non sapendo nulla di alberi da frutto, di potature e di raccolta. Per restare in tema chiama il carro che viene trascinato dal trattore per raccogliere le pere ” televisione”, facendo sorridere i contadini che ingaggiava per aiutarlo ogni volta che la stagione lo prevedeva.
Negli ultimi anni della Sua vita, si ritira in casa ma non è stanco di studiare e si diletta a leggere libri di medicina e a chiedere alla nipote Annamaria di comprare libri sul funzionamento del personal computer che stavano entrando piano piano nell’uso quotidiano. Vincenzo Andreoli ebbe la fortuna di conoscere Guglielmo Marconi e ripeteva spesso che fin da giovane questo incontro era stato importante per la Sua carriera professionale, ma affermava che “aver vissuto felicemente con mia moglie Sara per sessantasei anni di matrimonio, anche questo è stato un bel traguardo!”.
Ironia della sorte sono rimasti insieme per tanto tempo ma sono sepolti in due differenti cimiteri: lei a Porporana e lui a Bondeno, ma entrambi amavano ripetere “che l’anima non ha né confini né divisioni”.
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