Parlaci del team di musicisti con il quale lavori. C’è una bella alchimia tra di voi? Come nascono i pezzi?
Mi sono trovata molto bene con i musicisti che hanno partecipato alla realizzazione del disco, sono tutte persone molto belle e che ammiro. I brani sono nati in una dimensione acustica piano e voce e poi con Marco Giudici, il produttore artistico di Morsa, li abbiamo sviluppati in studio con un musicista alla volta, accumulando i contributi per poi scavarci dentro e trovarci le canzoni che senti.
La città che vivi giornalmente ti stimola per scrivere i pezzi oppure prendi ispirazione da altro?
È difficile dire dove nascono le ispirazioni, arrivano a un certo punto, a volte la cerchi a volte ti cercano loro. Ad esempio mentre corri per prendere un treno può entrarti nella testa una melodia. Prato ha un lungo fiume che è uno spettacolo ed è un luogo adatto allo svuotamento dei pensieri.
Parlando della dimensione live della tua musica, sei una che soffre l’ansia da prestazione?
Mi piace sentire l’adrenalina che sale, e eventualmente non mi dispiace sentire quella morsa allo stomaco prima di un concerto, fa parte del gioco.
La tua famiglia ha sempre supportato la tua scelta di fare musica?
Sì, mi sono sempre stati molto vicini, penso che abbiano sofferto nel vedermi sabotare da sola qualche volta.
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