Dopo l’uscita del suo album solista, “Morire leggenda”, Sheng ci parla delle sue influenze, dagli album che lo hanno formato ai nuovi generi che sta scoprendo, rivelandosi un artista vario e predisposto alla sperimentazione
Tra tutti gli album rap più classici, qual è il caposaldo principale che ti senti di consigliare anche ai giovanissimi?
Dr.Dre – 2001
Tra tutti gli emergenti degli ultimi anni, c’è qualcuno di molto talentuoso che, secondo te, meriterebbe più successo?
È un discorso assai complicato e molto italiano, ma perseverare è la chiave per ottenere il successo che si merita.
C’è un genere, rap escluso, che influenza i tuoi pezzi?
Ultimamente ho scoperto il jazz, spero di approfondire appena possibile.
Nei tuoi prossimi progetti hai già in mente di sperimentare, unendo altre idee alla già presente base rap, oppure pensi di voler continuare su questa linea?
Il mio percorso è fatto di una costante sperimentazione, fossilizzarmi su un unico sound non fa per me.
Beatmaker della scena italiana che stimi particolarmente con il quale ti piacerebbe collaborare?
Charlie Charles
Altri articoli
Rediego torna con “Anche una sola notte”
Il ritorno di Don Pasquale Ferone è con “Canta la gioia”
“Panic Attack”: i Purple Shadows e il suono della fragilità umana