Matilde G approfondisce il suo percorso artistico, dalle rinunce per inseguire il suo sogno, fino alle esperienze formative che l’hanno contraddistinta. Una cantante ambiziosa fiera delle sue scelte, affamata di nuove avventure ed esperienze in giro per il mondo.
Il dover impegnarsi anima e corpo nella musica ti ha in qualche modo precluso delle abitudini normalissime per una ragazza della tua età? Quanto è cambiata la tua routine rispetto a qualche anno fa?
Nella vita e’ sempre questione di scelte. Ho scelto di fare musica e ho dedicato il mio tempo a studiare, praticare, fare esami, concorsi, comporre. Ovviamente questo mi ha precluso altre cose normali per i miei coetanei. Ho guardato poca tv e quasi niente videogiochi, ho saltato uscite con amici, settimane bianche, weekend al mare. Non del tutto certo, sono una persona socievole e amo stare con la gente, ma ho messo la musica prima di ogni altra cosa perché mi fa stare bene. Non ho rinunciato, ho scelto di vivere la mia vita come mi piace di più.
C’è un luogo in particolare che sogni di visitare?
Sogno di visitare tutto quello che non ho ancora visitato. La mia voglia di viaggiare è sconfinata e la mia mente e il mio cuore sono aperti a nuove esperienze in tutte le parti del globo. Qui a Singapore, dove vivo, in questo momento è molto complicato viaggiare per le norme rigide contro il covid. Appena si potrà, il mio primo aereo sarà verso l’Italia, per riabbracciare mia nonna, i miei zii e i cugini che non vedo da due anni e farmi una pizza come si deve :)))
La scrittura di un brano per molti è anche un processo emotivo doloroso. E’ così anche per te?
Se scrivo un brano triste e’ perché ho bisogno di esprimere un disagio emotivo: amori finiti male, incomprensioni umane, tristezza, delusione, rabbia, impotenza. Non direi che scrivere è un processo doloroso, anzi a me sembra liberatorio. Scrivi il brano e poi ti senti meglio perché hai buttato fuori tutto, come quando parli di un problema con una amica per tutta la serata tra fazzoletti e gelato. Per fortuna ultimamente sto scrivendo brani allegri e questo vuol dire che sto bene e sono di buon umore.
Tu hai avuto la fortuna di viaggiare e scoprire nuove culture. Credi che l’Italia sia il posto migliore in cui sviluppare la propria carriera nel mondo della musica?
Sono orgogliosa di essere italiana e di avere il nostro background culturale e di creatività artistica che ci rende unici quando andiamo all’estero. Però sinceramente lo scenario dell’industria musicale italiana non è molto positivo al momento. Il nostro Paese verte in difficoltà economiche e i settori artistici sono i primi a subire danni, in quanto la gente li ritiene non essenziali. I giovani lottano per portare avanti i loro progetti ma è raro che trovino qualcuno che investa nel loro talento. All’estero ho trovato un’etichetta indipendente che ha prodotto la mia musica, i miei videoclip, ha promosso i miei brani, ha trovato delle major label che hanno preso in licenza le mie canzoni in altri paesi. Stanno finanziando il mio progetto artistico e mi stanno supportando con figure professionali. Tutto questo probabilmente in Italia non sarebbe accaduto. Molte indipendenti contrattualizzano i ragazzi senza però investire risorse e le major in questi tempi di magra vanno sul sicuro ed investono nei soliti grandi nomi. L’unico modo di farsi strada oggigiorno sembra sia partecipare ai talent. Per carità che ben vengano, io stessa vorrei fare Xfactor, ma che stress pensare che la propria carriera dipenda solo da questo.
C’ è una cantante italiana con la quale ti piacerebbe fare un duetto?
Sarei felicissima e onorata di cantare con Emma, che ha una voce stratosferica completamente diversa dalla mia. Il risultato potrebbe essere interessante.
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