16 Novembre 2024

Zarabazà

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Una mostra dossier per raccontare i secolari rapporti tra il Cadore e la Serenissima

Venezia –La Casa natale di Tiziano Vecellio a Pieve di Cadore (Belluno) diventa il luogo per ripercorrere un’importante pagina di storia del Cadore, scritta cinque secoli fa, ma anche un momento di tributo ai 1600 anni di Venezia, con la quale il Cadore sancì il proprio legame attraverso la dedizione nel 1420.

Dal 10 luglio al 19 settembre, nella Casa natale di Tiziano, si potrà infatti visitare l’esposizione “La battaglia di Cadore. Storia, contesti, copie da Tiziano”, curata dalla Magnifica Comunità del Cadore: si tratta di un racconto che si sviluppa attorno al dipinto “Battaglia” (metà del XVI secolo), attribuito al veneziano Leonardo Corona, ottenuto in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, che è un telero realizzato da Tiziano e andato distrutto durante il rogo di Palazzo Ducale a Venezia nel 1577. Una piccola sezione con dipinti di autori del Novecento è inoltre ospitata nel Palazzo Municipale di Valle di Cadore.

Una pagina di storia che segna un duplice anniversario: si inserisce nelle celebrazioni promosse per i 1600 anni dalla fondazione della città di Venezia dando, al contempo, continuità all’attività di analisi, studio e promozione dei secolari rapporti tra il Cadore e la Serenissima Repubblica, tematica approfondita negli ultimi anni e al centro del dibattito storico locale. 

A cinquecento anni dalla disputa di una delle battaglie più importanti della storia moderna, che cambiò le sorti e i giochi di potere nello scenario europeo, si rievoca quindi lo scontro che avvenne proprio in Cadore, il 2 marzo 1508, nei dintorni di Valle di Cadore, nella località detta di Rusecco, e che vide contrapporsi l’armata imperiale di Massimiliano I e l’armata veneziana capitanata dal celebre condottiero Bartolomeo D’Alviano; si tratta di un episodio ben noto alla storia militare e politica dell’Europa all’avvio del Cinquecento, e già Macchiavelli e Guicciardini ne colsero l’importanza.

Per costruire la mostra dossier è stata avviata una ricerca delle fonti che ha spaziato non solo in Veneto, ma in tutta Italia e anche in Europa. Al centro della mostra c’è l’autorevole prestito della tela, solitamente conservata nei depositi delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, e ad esso sono affiancati un’incisione della Battaglia di Cadore ad opera del Fontana, e altre testimonianze storiche relative alla battaglia.

Il dipinto di Tiziano 

Tiziano Vecellio, nato a Pieve di Cadore, si offrì di eseguire, fin dal 1513, un telero avente per soggetto la raffigurazione della Battaglia, destinato alla Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia, avendo bene in mente la Battaglia di Anghiari di Leonardo e la Battaglia di Cascina di Michelangelo. Tuttavia, la consegna non avvenne prima dell’agosto 1538 e l’opera ebbe vita breve poiché andò bruciata nell’incendio del 1577, evento che devastò l’intero Palazzo. 

Per desumere l’aspetto dell’opera oggi ci si deve dunque affidare ad altre fonti quali disegni preparatori, stampe, un disegno successivo di Rubens, la copia pittorica coeva (olio su tela) di Leonardo Corona. La Battaglia di Cadore, opera di grande pregio e straordinario documento storico, arrivò a Palazzo Pitti nel Seicento grazie al Cardinal Leopoldo de’ Medici, e ha lasciato Firenze negli ultimi decenni solo per poche mostre, a Venezia, Pordenone e in Giappone.

Il soggetto raffigurato nella scena non è stato identificato in maniera definitiva, ma secondo Carlo Ridolfi, noto per aver scritto una raccolta di biografie di pittori veneti e per il volume Le Maraviglie (1648), rappresenta la Battaglia di Cadore (1508) nella quale i Veneziani capitanati da Bartolomeo d’Alviano sconfissero l’esercito imperiale comandato da Massimiliano I d’Asburgo. I critici, dall’Ottocento ad oggi, hanno tentato, attraverso l’identificazione araldica delle bandiere, di stabilire a quale battaglia si riferisca il dipinto, ma nonostante le varie ipotesi ancora nessuno è giunto ad una definizione certa.